area 100 | changing cities

architect: Rafael Moneo

location: Merida

year: 19801985

Mérida – fondata dai Legionari di Augusto nel 24 b.C. – diventa, alla fine dell’Impero, una delle città Romane più importanti della Spagna. Attualmente il Teatro e l’Arena rappresentano un importante lascito del passato. Non distante da queste monumentali reliquie si trova il sito del Museo di Arte Romana, costruito su una parte di città romana ancora sepolta. La volontà di evocare il passato romanico della città è chiaramente percepibile nel progetto. Inoltre, è importante che il museo – senza scadere in un’imitazione dell’architettura romana – rievochi il carattere e la presenza delle rovine. Tale scelta fa sì che la nuova costruzione diventi espressione dell’architettura del passato. In tale contesto l’involucro – formato da un massiccio muro portante pieno di calcestruzzo – è costituito da un rivestimento in mattoni utilizzati per conferire quella matericità propria dell’architettura romanica che diventa la caratteristica principale del museo. Il sistema di muri paralleli viene interrotto dai grandi archi che formano – nella continuità dello spazio – una prospettiva virtuale che sfocia nella navata centrale, il tema dominate del progetto e lo spazio principale per l’allestimento degli oggetti.

view of the basement with roman ruins

Visti perpendicolarmente, i muri paralleli dichiarano la loro funzione come fossero delle partizioni di memoria che fanno pensare al museo come ad una grande libreria di rovine in pietra. Così la superficie del museo non è da considerarsi come un supporto poco importante ma al contrario il marmo bianco traslucido delle reliquie dialoga con i muri in mattoni. Gli oggetti sono collocati su piedistalli individuali posti all’interno della navata centrale. Cornici, capitelli, frammenti di statue e mosaici occupano i muri trasversali oppure le bacheche poste negli spazi adiacenti la navata centrale. La luce naturale entra attraverso i lucernai che interrompono aritmicamente i muri e attraverso le finestre collocate in alto. Un muro parallelo impedisce alla luce del sole di entrare direttamente nella navata centrale. Questa luce indiretta, che colpisce l’importante collezione di statue romane, spiega e chiarisce l’idea di recinto che è sempre presente nell’architettura del museo. Il livello più in basso contenente le rovine è pensato come un open space. Qui i muri sono bucati da archi che sostengono il muro e definiscono un interessante assetto nel quale il contrasto tra le rovine e la nuova architettura ci riporta alla cultura romana.

progetto: Rafael Moneo Office
date: 1980-1986
luogo: Mérida - Badajoz - Spain
cliente: Ministerio de Cultura Dirección General de Bellas Artes, Archivos y Bibliotecas
team di progetto: Nieves La Roche, Juan José Echeverría, Enrique de Teresa, Francisco González Peiró, Georges Meylan, arquitecto Charles Meyer, Stanley Allen, Pedro Feduchi,
ingegneria strutturale: Jesús Jiménez Cañas, Alfonso García Pozuelo
supervisione costruzione: Rafael Moneo, Francisco González Peiró, Rafael Luque,
compagnia di costruzioni: Cubiertas y M.Z.O.V., S.A.
costo: $ 3.5 million/ 450 millon ptas.
area lorda: 115,000/ 10,380 mq
area netta: 107,000 / 9,650 mq