I tesori del nostro paese sono davvero infiniti e non è semplice monitorarli tutti in modo corretto e puntuale. A volte, fortunatamente, l'attenzione si traduce in progetti di recupero ben riusciti che permettono di valorizzare un patrimonio ineguagliabile. È il caso del Museo degli Affreschi "Giovanni Battista Cavalcaselle" di Verona, riaperto alla fine dello scorso anno. Un intervento di ampliamento e di contemporaneo rinnovo del percorso espositivo fatto di spazi sapientemente recuperati, che hanno permesso di integrare la grande raccolta di opere di epoca medievale e rinascimentale già presenti nel sito sin dalla nascita del museo nel 1973. Intitolato al Cavalcaselle, da alcuni ritenuto il fondatore della moderna storia dell'arte in Italia, il museo ha sede nell'area dell'ex convento di San Francesco al Corso, le cui origini risalgono al XIII secolo, che ospita anche la celebre Tomba di Giulietta, con annessi spazi adibiti a verde e all'esposizione di reperti lapidei.

Linea Light
Linea Light

Linea Light Group, ha contribuito in maniera essenziale alla riuscita del progetto e alla qualità espositiva della rinnovata sede museale grazie a uno specifico intervento che aveva l'obiettivo di illuminare gli imponenti sottarchi arricchiti da alcuni ritratti di imperatori romani, provenienti dal Palazzo Scaligero di Cansignorio, affrescati da Altichiero a partire dal 1364 e staccati nel 1967.
Un'operazione delicata, considerando l'oggetto da illuminare e il contesto in cui è inserito, dall'esito riuscito grazie alla competenza dell'azienda trevigiana nel settore dei "beni artistici". Un intervento complesso che si inserisce nel delicato rapporto tra luce e arte, da sempre fonte di dibattito e confronto tra progettisti, critici e allestitori. La luce, chiamata a soddisfare la percezione cognitiva ed emozionale del visitatore, deve tradursi in soluzioni non troppo invadenti nei confronti di materiali e colori dell'architettura, senza alterarne l'identità. Nello specifico  dei sottarchi esposti al museo veronese occorreva rispettare alcuni precisi vincoli, legati all'installazione di downlight orientabili all'interno di un contenitore in alluminio con funzione anche strutturale, facente da sostegno agli archi stessi attraverso dei tiranti a soffitto. Altro punto critico era costituito dallo spazio piuttosto ristretto per la dissipazione del corpo illuminante, pari ad appena 4 cm.

Modello Anton, collezione i-LèD di Linea Light Group
Modello Anton, collezione i-LèD di Linea Light Group

I progettisti hanno scelto il modello Anton della collezione i-LèD di Linea Light Group, sottoalimentato a 500 mA con ottica basculante. Il corpo dell'apparecchio, realizzato in alluminio, presenta una finitura di colore nero, ottenuta tramite verniciatura e si caratterizza per grado di protezione IP45.  Una soluzione dove la tecnologia evoluta ben si sposa alla ricercatezza del design.

Modello Anton, collezione i-LèD di Linea Light Group
Modello Anton, collezione i-LèD di Linea Light Group