area 119 | gaetano pesce

architect: Gaetano Pesce

location: Paris

year: 1996

“Polimorficamente perverso“ non è un termine che viene in mente quando si parla di innovazione architettonica, ma quando si riferisce alle forme esuberanti e al lavoro disordinato di Gaetano Pesce, tutto è possibile. Chi altri oltre a Pesce potrebbe creare l’allestimento di una grande retrospettiva sul proprio lavoro all’interno di un importantissimo istituto culturale (il Centre Pompidou), ideando una struttura a forma di punto interrogativo e contenuti che rimandano alle cabine dei peep-show, alle bolle di plastica e al minestrone? “Mi piace il fatto che dia una immagine familiare“, dice Bausman. “C’è una tale saturazione di colori e materiali che ti trascina in uno spazio profondo. Ti pone delle domande sul tuo ambiente a livelli diversi“. La mostra, allestita in un grande spazio circondato da balle di tessuto riciclato che somigliano a materassi compressi o alle pareti imbottite di un manicomio, mina le nozioni preconcette su come mostrare design e architettura all’interno di un contesto museale. Sicuro che non vi siano due visitatori capaci di provare le medesime sensazioni, Pesce cattura le sue enormi creazioni in camere d’aria trasparenti che gonfia e sgonfia in modo casuale, e colloca in alcune nicchie di legno dei piccoli oggetti che si offrono e si nascondono alla vista grazie a una tenda di velluto.
Coloro che sono stati veramente fortunati hanno avuto modo di sperimentare l’odore di minestrone che si diffonde attraverso lo spazio già vertiginosamente sensuale. “Percepisco un senso quasi infantile di piacere nella consistenza e nella morbidezza dei materiali“, ha detto Smith delle resine dai colori vivaci e dei tessuti che ricordano la stanza dei giochi di un bambino selvaggio e talentuoso. “L’impegno è spaventoso“, ha confessato Scogin. “L’autore opera con un mezzo, con il quale è implacabile. Dimostra una coerenza davvero ammirevole“.