Curare per innovare significa far evolvere una città rispettandone la storia dell’architettura urbana e imparando, quindi, a incrementarne le funzionalità in maniera sostenibile. È stato questo l’intento comunicativo dell’evento “La cura come tema per l’innovazione”, organizzato dal distretto urbano Area Porta Romana presso la Palazzina Liberty giovedì 8 ottobre, che ha avuto tra i relatori uno dei maggiori esperti di architettura in Italia: Fulvio Irace, storico dell’architettura e docente al Politecnico di Milano.
L’evento è stata l’occasione per coinvolgere il grande pubblico in una riflessione collettiva sui progetti sostenibili di trasformazione urbana che hanno interessato e interesseranno nel tempo il Municipio 4 di Milano.

Il professore Fulvio Irace ha presentato il progetto realizzato da Luigi Caccia Dominioni e dallo scultore Francesco Somaini negli anni ’60, che portò alla trasformazione dell’ex area del mercato ortofrutticolo di largo Marina d’Italia in una zona verde pubblica, argomentando ad ampio spettro il tema della salvaguardia delle architetture del Secondo Dopoguerra. Queste, infatti, sono spesso soggette a manipolazioni che purtroppo ne modificano o cancellano la fisionomia originaria, portando al rischio di perdere esempi che sono continuo caso di studio. Si tratta di palazzi che sono testimonianza di episodi storici della ricostruzione post bellica e hanno contribuito allo sviluppo della storia dell’architettura milanese. Tra questi, l’edificio a opera di Caccia sito in via Restelli, completamente manomesso nel 2012 o l’edificio in via Santa Sofia e corso Italia progettato da Gio Ponti, Piero Portaluppi e Antonio Fornaroli tra il 1958 e il 1962, soggetto a un futuro progetto di riqualificazione che potrebbe però compromettere la fisionomia.
“Quello di Caccia Dominioni e Francesco Somaini fu il progetto di un parco-monumento. - ha spiegato Irace - Alla vigilia dell’epoca della contestazione giovanile la loro fu una proposta visionaria e rivoluzionaria: incendiaria si direbbe perché bruciava in un fuoco creativo ogni antiquata idea di cosa potesse essere un monumento. Di questo grande fuoco è rimasta oggi solo una scintilla: la bellissima massa plastica di Somaini: un’onda, una vittoria senza ali, una sirena. Ma è una scintilla che ricorda tutta la fiamma dell’utopistico fuoco. È estremamente importante che quest’eredità venga riconosciuta coma patrimonio della città, insieme alla tante architetture che hanno reso l’intera città della Milano del XX secolo un’icona dell’architettura mondiale. Bisogna che il lavoro di questi ‘master builders’ venga riconosciuto non solo come quantità edilizie da trasformare a piacimento, ma come veri e propri monumenti, cioè detentori di memorie che perpetuino il ricordo attivo della creatività della nostra città”.

Questo è stato il grande incipit del convegno di ottobre, partito dallo studio di un esempio virtuoso non contemporaneo di riqualificazione urbana per affrontare temi di grande attualità legati allo sviluppo delle città, come Reinventing Cities, progetto raccontato in conferenza da Giovanni Guerra e Marino Bottini della Direzione Urbanistica del Comune di Milano. La zona dell’ex Macello e delle Palazzine Liberty vicine a largo Marinai d’Italia sarà il sito più ampio tra quelli oggetto del concorso Reinventing Cities, attualmente in seconda fase, che si concluderà a marzo 2021 e che costituisce potenzialmente un importante tassello per la riqualificazione dell’intero settore sud-orientale di Milano, già in corso di trasformazione. Marino Bottini ha dichiarato: “Il bando Reinventing Cities rappresenta una grande occasione non solo per il rilancio di alcune aree di Milano attualmente sottoutilizzate ma anche, e soprattutto, per misurare, attraverso una competizione di grande visibilità a livello globale, le sfide e gli obiettivi del nuovo Piano di Governo del Territorio, entrato in vigore a febbraio 2020. Le aree messe a bando, infatti, rappresentano punti strategici nel nuovo PGT che vuole accompagnare Milano verso il 2030 proponendosi ridurre gli squilibri economici e sociali e di estendere lo sviluppo a tutti i quartieri della città, coniugando la crescita con il miglioramento delle condizioni ambientali e della qualità della vita dei suoi cittadini. L’alto livello delle proposte pervenute nella prima fase del bando mostrano il ruolo chiave di Milano come città fortemente attrattiva a livello globale”.

Luca Baroni, tra i fondatori del distretto Area Porta Romana, distretto organizzatore dell’evento, ha spiegato così il valore dell’iniziativa: “L’intento di questo convegno che parte dalla riscoperta di un progetto cittadino poco conosciuto, è stato quello di creare un confronto tra passato e presente in un’analisi di continuità in cui la progettualità si confronti e apra un dialogo con il tempo attuale. La ‘cura’ è quel modo particolare con cui ‘l’uomo’, e nel caso specifico un rappresentante del professionismo colto e illuminato come fu Luigi Caccia Dominioni, si occupa del ‘paesaggio’ come luogo condiviso in continua relazione con chi lo abita ogni giorno, tenendo presente sempre che ogni opera nasce dall’uomo per l’uomo stesso. Area Porta Romana fonda la sua mission nel ricollegare questa zona della città di Milano con i suoi abitanti grazie a diversi percorsi tematici e culturali che consentano di riscoprire il fascino architettonico e urbanistico del quartiere e che lo rendano piazza fisica e di comunità, condivisione e confronto”.
Alla conferenza è intervenuta anche Maria Fratelli, responsabile del CASVA (Centro di alti studi sulle arti visive, Istituto culturale del Comune di Milano) con un approfondimento sul valore degli archivi del moderno come strumento imprescindibile per l’analisi e la conoscenza storica, e come fondamento per la pianificazione dei progetti futuri. Gli archivi del progetto a Milano, riuniti nelle collezioni del CASVA, conservano gli strumenti di comprensione della realtà urbana, come è e come si trasforma a nostra immagine e somiglianza, anche quando siamo inconsapevoli del ruolo esercitato dalla nostra volontà e dal nostro operato” ha spiegato.
Tra gli altri relatori presenti il prof. Francesco Tedeschi, storico dell’arte dell’Università Cattolica di Milano che ha illustrato i dettagli del progetto realizzato tra il 1965 e il 1967 dallo scultore Somaini e, infine, l’arch. del Politecnico di Milano Pierfrancesco Sacerdoti, il cui intervento è stato dedicato a un’area del quartiere di Porta Romana, e nello specifico alle attività di ristrutturazione e nuova costruzione previste nella zona di piazza Trento. Luisa Somaini, figlia dell’artista e presidente dell’omonima fondazione, ha partecipato all’iniziativa con un videomessaggio, ricordando la vitale collaborazione tra suo padre e l’arch. Luigi Caccia Dominioni.