area 127 | identity of the landscape

architect: Nieto Sobejano Arquitectos – eep architekten

location: Graz, Austria

year: 2011

Il suolo, il piano orizzontale su cui principalmente ci muoviamo all’interno della città, è raramente elemento generatore o sostegno spaziale di un progetto. Forse, è per quel desiderio di identità, insito in ogni nuovo intervento, che l’architettura si è tendenzialmente espressa, nel corso della storia, attraverso oggetti e volumi, il cui rapporto con le dimensioni del luogo in cui si inserivano era spesso difficoltoso. Al contrario di ciò che avviene comunemente, l’ampliamento del Joanneum Museum nasce con l’intenzione di inserirsi al meglio nello spazio limitato offerto dal piano orizzontale della città; l’obiettivo è quello di realizzare uno spazio pubblico, partendo da un progetto architettonico paradossalmente semplice nella sua parte più profonda e complesso in superficie.
Il quartiere Joanneumsviertel di Graz è composto da tre edifici risalenti a periodi diversi e con destinazioni d’uso diverse: il museo di storia naturale, del diciottesimo secolo, la biblioteca regionale della Stiria e la nuova galleria di arte contemporanea, risalenti al diciannovesimo secolo. Ogni edificio ha dato, fino ad oggi, le spalle agli altri due e a una corte, sorta sul retro. Quali organismi separati ma facenti capo ad una stessa istituzione, si è ritenuto opportuno dotare il complesso di ingresso, reception, hall, sala conferenze, sale lettura, nonché di servizi comuni, da aggiungersi agli archivi e allo spazio adibito a magazzino da collocarsi a un livello inferiore. Rifuggendo la tentazione di cadere in un intervento di tipo tradizionale, come avvenuto recentemente nella maggior parte degli ampliamenti di musei pre-esistenti, si è guardato a questo progetto come ad un’opportunità unica, un’occasione di trasformazione che avvenisse contemporaneamente sul piano urbano oltre che architettonico. Se il centro storico di Graz è noto per il profilo pittoresco dei suoi tetti, la proposta si sviluppa interamente sotto il livello del suolo: una nuova superficie pavimentata che, come un enorme tappeto, ricopre tutta l’area retrostante gli edifici e nasconde, sotto terra, gli spazi e le sale previste dal progetto. Tale decisione valorizza le costruzioni storiche esistenti, che vengono ristrutturate ma nel rispetto delle loro caratteristiche architettoniche; la ristrutturazione riguarda infatti alcuni spazi interni, senza intaccare né il volume, né l’aspetto esterno. Sulla superficie orizzontale continua della nuova piazza si aprono una serie di corti circolari, queste ospitano l’ingresso, la hall, le sale comuni dei diversi musei e la biblioteca; permettono alla luce naturale di raggiungere gli ambienti sotterranei oltre a costituire uno spazio d’incontro, un punto comune da cui partire alla scoperta dei diversi musei.L’astrazione geometrica, presente in ogni opera architettonica, si traduce in questo caso in un’istallazione contemporanea di forte impatto, collocata su uno spazio pubblico, che si esplicita in una sequenza di intersezioni coniche, derivanti da un’unica figura tridimensionale virtuale. Le superfici vetrate ricurve e serigrafate filtrano la luce naturale che entra negli ambienti interni e illumina, questa volta di luce artificiale, la piazza di notte. Un’istituzione come lo Joanneum Museum, da cui dipende la stessa Kunsthaus Graz, dimostra come la relazione tra arte e città stia cambiando. La piazza, che diviene punto di accesso centrale ai musei, è un intervento sicuramente insolito in un contesto urbano; il progetto scommette inoltre sulla buona sinergia tra arti plastiche e architettura, in collaborazione con alcuni artisti contemporanei verranno infatti incorporate in questo spazio installazioni specifiche.La nuova estensione è discreta, nascosta sotto la superficie in comune tra gli edifici storici, si materializza in un orizzonte perforato, dimostrando, e non solo in senso letterale, che la profondità di un’opera architettonica può risiedere, inaspettatamente, anche nella sua superficie.