Come avete gestito questo periodo di transizione per prepararvi al meglio alla ripartenza?
Il blocco forzato della produzione - che io stesso ho voluto anticipare di qualche giorno per preservare la salute e la tutela dei miei collaboratori - ci ha spinto a trovare immediatamente delle soluzioni per proseguire le attività di comunicazione e promozione di Antrax IT verso i differenti target a cui ci riferiamo. Abbiamo ad esempio attivato incontri digital one-to-one con i nostri distributori, spesso fermi a causa dei punti vendita chiusi, per informarli delle novità dell’azienda - tra cui il nuovo catalogo 2020 - e di tanti altri aspetti che possono costituire un’ulteriore occasione di vendita del prodotto. Tra queste senza dubbio la sostenibilità, che è un valore aggiunto del nostro brand; un valore, inoltre, che il virus ci ha dimostrato essere imprescindibile. Stiamo inoltre dialogando con una rosa di aziende del made in Italy per creare una ‘manifesto’ condiviso per la promozione del design e del Sistema Italia che speriamo presto di potervi comunicare.

Molte aziende hanno potenziato in queste settimane le proprie capacità di lavoro smart e a distanza, con risvolti fruttuosi. Voi come vi siete comportati? Avete introdotto nuove modalità di lavoro o nuove tecnologie utili anche per le attività future?
Il tema del lavoro smart e a distanza è tutto sommato un tema di facile gestione, che sfrutta tecnologie in nostro possesso ormai da anni. Il nostro personale è stato a disposizione lavorando da casa, come in molti altri contesti aziendali. Il vero valore delle tecnologie è che oggi bambini, adulti e anziani si sono trovati a parlare per la prima volta la stessa lingua, la lingua digitale, scoprendo risvolti efficaci e positivi. Gli ‘appuntamenti’ online con la rete commerciale e gli architetti hanno dimostrato di essere uno strumento valido, di facile attivazione e soprattutto ‘green’ perché non richiedono spostamenti e quindi limitano sia l’inquinamento atmosferico sia lo spreco di risorse.

Su quali nuove sfide vi state concentrando? Quali aspetti del vostro processo produttivo pensiate posano essere ancora migliorati?
La sfida è certamente quella di rimettersi in piedi e questo è una prova a cui tutto il mondo è ora sottoposto. Siamo fortunati perché la quasi totalità della filiera produttiva è assorbita al nostro interno e dipendiamo in una misura molto ridotta da fornitori esterni, delegati alla realizzazione di parti del prodotto. Stiamo inoltre cercando di continuare il percorso già intrapreso in azienda prima del lockdown: da un lato continueremo a portare avanti il progetto di riorganizzazione in ottica Lean, che ci permette di ottimizzare il flusso produttivo, riducendo gli sprechi e aumentando la competitività d’impresa; dall’altro, infine, aumenteremo sempre più l’applicazione del Mes (Manufacturing Execution System) nelle varie fasi lavorative per la gestione e il controllo informatico della funzione produttiva Antrax IT.

Quali sono gli obiettivi a medio e lungo termine che vi siete dati e quali le linee guida per perseguirli?
Gli obiettivi sono tantissimi e speriamo progressivamente di riuscire a concretizzarli: da un lato concluderemo i prodotti che sarebbero stati presentati al Salone 2020, con una definizione accurata della loro parte tecnologica e di risparmio energetico, oltre che formale naturalmente. Dall’altro lato stiamo cercando di spingerci sempre di più oltre i confini del bagno - nel quale sono sempre stati recepiti gli scaldasalviette - dal momento che i radiatori sono un complemento versatile, ideale per tutti gli ambiti della casa. Speriamo inoltre di riuscire a mettere a regime delle sinergie interessanti con aziende di design del made in Italy per creare nuove occasioni commerciali, di comunicazione e visibilità che possano portare benefici più allargati e la consapevolezza di essere veramente parte di un sistema.

Come vedete il futuro delle nostre case e delle nostre città? Quali aspetti spesso dimenticati, dovranno invece tornare a essere decisivi nella vita di tutti i giorni?L’emergenza sanitaria ha certamente avvicinato le persone alla propria abitazione: flessibilità di organizzazione e utilizzo degli spazi, costruzione di ambiti privati laddove servano, salvaguardia e benessere sono solo alcune delle esigenze che ognuno di noi ha potuto riscontrare negli ultimi mesi. Inoltre, la cura del corpo e della mente è ora necessariamente delegata al domicilio e la trasformazione di stanze in zone adibite con piccole spa, palestre, home office ecc. è una richiesta sempre più frequente. La casa diventerà sempre più il mondo di ciascuno ed essendo un mondo complesso deve essere curato e costruito a misura di chi lo vive: una prospettiva interessante, che potrebbe aprire scenari importanti per il futuro del design italiano che ha sempre veicolato il doppio valore estetica e funzione.