Luoghi ed eroi in pietra. Coste e terrazzi, pendi soleggiati e orizzonti infiniti. Templi, statue e frammenti che rievocano atmosfere arcaiche. Le ricerche visive del maestro della fotografia Mimmo Jodice (Napoli, 1934) indagano il Mediterraneo e i suoi beni culturali e naturali con sensibilità e straniamento. Attraverso la ricerca del dettaglio e della forma pura e perfetta, l’artista interpreta la spazialità senza tempo del mondo antico staccando lo sfondo dalla cosa, fino ad arrivare all’essenza atemporale del mito.
Jodice è un grande nome della fotografia italiana d’oggi. Le sue serie di figure, paesaggi e oggetti hanno contribuito a definire una sensibilità contemporanea, caratterizzandola da eleganza formale, semplicità e astrazione.
Il libro, collegato con la mostra aperta al Foro Boario di Modena e visibile fino al gennaio 2015, ripercorrere la carriera del grande autore attraverso cinquanta opere fotografiche in bianco e nero, in maggior parte mai esposte sinora, in cui Jodice ricompone l’immagine delle civiltà che hanno attraversato la storia antica del mare nostrum, in un tempo sospeso tra passato e presente.
Dalla visione di tanti documenti, anche rari, è possibile cogliere il contributo di Jodice alla fotografia italiana contemporanea: inconsueti accostamenti metafisici tra oggetti e spazi vuoti, sintetici brani di poesia in una rappresentazione di un mondo senza tempo.