architect: TEN
location: Gradačac, Bosnia and Herzegovina
year: 2025
La House for Five Women è un progetto di accoglienza per donne che sono sopravvissute a guerra, violenza e ingiustizie sociali, situata nella campagna vicino a Gradačac, in Bosnia ed Erzegovina. Il progetto propone un modello di cura che si basa sull’autodeterminazione e sulla responsabilità condivisa tra le abitanti, favorendo un ambiente che permette l’identità di reinventarsi quotidianamente, senza imporre soluzioni rigide.

L’idea alla base del progetto nasce da Hazima Smajlović, le cui esperienze personali hanno ispirato una collaborazione che si è sviluppata in sette anni tra TEN, studio di architettura con sede a Zurigo e a Belgrado, l’ONG Ingegneri Senza Frontiere, l'ONG Vive Žene, il comune di Gradačac e numerosi altri contributori. Le risorse per la realizzazione sono state raccolte, donate e garantite nel tempo grazie all'impegno di molti, in un processo che ha visto una gestione trasparente attraverso rapporti annuali e decisioni condivise da un comitato di progetto responsabile.

Essenziale per il progetto è stata la collaborazione con artigiani locali come metalmeccanici, falegnami, pittori di auto e riparatori di tappeti, che hanno contribuito a creare una cultura di visibilità e cooperazione, definendo anche i confini del progetto. Così, mentre l’edificio affonda le sue radici nel contesto locale, il suo impatto si estende ben oltre, servendo come strumento di cambiamento sociale e creando spazi pensati per rispondere ai bisogni vitali delle sue abitanti.

In stretta collaborazione con TEN, il paesaggista Daniel Ganz ha integrato l'edificio con l'ambiente circostante, piantando alberi, curando i terreni e progettando un giardino. Le donne che vivono nella casa, il cui soggiorno è completamente volontario e determinato dalla loro scelta, sono incoraggiate a coltivare il terreno agricolo, trasformando la terra in uno spazio produttivo.

L'artista Shirana Shahbazi ha trasformato la facciata e gli interni in un’opera d'arte dinamica, giocando con materiali e colori che mutano costantemente. La colorazione e la disposizione dei pannelli della facciata sono state realizzate sul posto, in un’officina di pittura auto vicina, che è diventata un vero e proprio studio d’arte. La grande facciata, dotata di venti porte che si aprono verso la strada, rende la casa accessibile e accogliente. Quando completamente aperte, quest’ultime creano una soglia di 25 metri che collega l’interno con il paesaggio esterno. Il design della facciata dona alla casa un carattere inaspettato, con una forte impronta di apertura e inclusività.


Il layout dell’edificio è progettato per bilanciare privacy e vita collettiva: al piano terra si trovano camere private, una zona comune e locali di servizio. Le cinque camere, ampie e di pari dimensioni, sono dotate di mobili e angoli cottura indipendenti. La zona comune, di circa 90 m², è più grande di quanto una persona potrebbe permettersi singolarmente, questo spazio si ispira alla tradizione dei portici rivolti a sud, offrendo ombra in estate e profondità. Aperto su tre lati e dotato di un lucernario che separa le zone private dalle aree comuni, serve come cucina, zona di accoglienza, spazio di lavoro e soggiorno. I due locali di servizio, in cemento, sono collegati al giardino tramite piccole porte che consentono l’accesso diretto per il giardinaggio.


Sopra l'area comune si trova una stanza multifunzionale lunga 26 metri, ispirata alla tipologia tradizionale degli stoccaggi pastorali. Costruita come una trave spaziale e rivestita con pannelli metallici all'esterno e legno all'interno, questa struttura è versatile e si adatta alle necessità stagionali, dalla conservazione del cibo all’accoglienza di residenti temporanei.



Il processo di progettazione della House for Five Women non termina con il suo completamento. Il team di progetto continua a supportare attivamente la struttura attraverso l'ONG Naš Izvor, che si occupa della manutenzione dell’edificio, assicurandone l’adattamento continuo alle necessità delle residenti. Tali collaborazioni hanno il potenziale di superare i confini, costruire un terreno comune, ammorbidire le divisioni ideologiche e unire le persone attorno a valori condivisi. La progettazione si rivela così uno strumento di connessione e resilienza culturale, promuovendo l’inter-soggettività e il benessere collettivo. Questo approccio rappresenta un nuovo tipo di istituto di progettazione, ed è proprio in questo campo che opera TEN.



