Una mostra promossa e prodotta dal Comune di Milano - Cultura, Palazzo Reale in collaborazione con Alcantara che interpreta in chiave contemporanea l'atmosfera di uno spazio dalle connotazioni storiche, con un progetto nato per coinvolgere e stupire: "Ho visto un re" animerà le stanze dell'Appartamento del Principe di Palazzo Reale fino al 23 Ottobre 2016.

Alcantara

Un materiale innovativo come l'Alcantara, incontra l'arte contemporanea. "Ho visto un re" presenta infatti opere realizzate ad hoc da 9 artisti (Maurizio Anzeri, Arthur Arbesser, Paola Besana, Gentucca Bini, Matthew Herbert, Taisuke Koyama, Francesco Simeti, Adrian Wong & Shane Aspegren) internazionali provenienti da diversi mondi creativi. Un incontro tra arte, teatro, suono e moda che dà vita a un percorso di sperimentazione intorno al materiale Alcantara® e al contesto nel quale il progetto avviene: l'Appartamento del Principe.

Alcantara

Il percorso espositivo si articola lungo le 10 stanze dell'Appartamento del Principe in cui ogni artista dà vita a una narrazione coerente e condivisa. Per loro Alcantara è diventata l'ispirazione attraverso cui hanno potuto scrivere un racconto collettivo i cui protagonisti sono quelli del nostro immaginario fiabesco: re, regine, principi e principesse, ranocchi e labirinti, che si muovono attraverso il volo della nostra immaginazione e delle loro storie. Fili conduttori di una mostra poliedrica, in dialogo con l'architettura e i decori dell'Appartamento, in un vivace gioco di rimandi e sovrapposizioni, guidato dai curatori. Palazzo Reale regala così al pubblico una selezione di opere inedite di grandi dimensioni concepite per le sue sale. Sculture, fotografie, abiti, installazioni e performance dialogano con l'Appartamento del Principe in una reinvenzione continua.

Alcantara

Il titolo "Ho visto un re" mira dritto al cuore di Milano, citando la celebre canzone di Enzo Jannacci. Un brano dal ritmo scanzonato, un'ironica presa di posizione contro l'arroganza dei potenti. Uno spirito, che qui, con l'arte e con le stesse suggestioni fiabesche della canzone, si riappropria di uno spazio che un tempo era destinato a pochi, restituendolo gratuitamente a tutti, con una veste contemporanea.

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