area 124 | new geometries

architect: JOHO architecture

location: Gyong gi-Do, South Korea

year: 2010

Ogni qualvolta si procede alla realizzazione di un nuovo insediamento urbano in Corea, è prassi suddividere il terreno a disposizione in lotti, che saranno destinati alla costruzione di uffici, negozi o abitazioni, a seconda dei codici edilizi previsti. Nella maggior parte dei nuovi insediamenti urbani, in cui siano previste aree commerciali e residenziali, vengono altresì scelti lotti da destinarsi a parcheggio. Tali lotti hanno solitamente un costo inferiore e la normativa stessa, che ne regola la progettazione, risulta facilitata rispetto a quella relativa alla realizzazione di aree commerciali.
Secondo la legge vigente tuttavia, il rapporto tra aree commerciali e parcheggi deve essere di 2 a 8; considerando dunque il costo del terreno e quello per la costruzione, che solitamente ammonta al 20% rispetto ai costi delle aree commerciali, si comprende perché la situazione parcheggi in Corea sia così disastrosa. Il business delle aree parcheggio è al di sotto dello standard, ne risulta che gli edifici con tale destinazione vengono realizzati "al risparmio", senza cura alcuna per il design; la conseguenza è un graduale deterioramento dell‘ambiente urbano, costellato da edifici-parcheggio a forma di scatola, anonimi e noiosi. Il progetto per l‘area parcheggio Herma nasce in seguito ad un‘analisi della situazione Coreana e poggia su una considerazione fondamentale.
L‘obiettivo era quello di superare i limiti imposti dalla situazione e caratterizzanti il tipico parcheggio, per arrivare ad un progetto che potesse accrescere il valore della stessa area commerciale, che permettesse di sfruttare al meglio il primo piano e prevedesse un‘area verde terrazzata. La decisione era quella di investire in un progetto che mettesse in luce il centro commerciale, piuttosto che il parcheggio, aumentando dunque il valore non solo dell‘edificio ma dello stesso terreno. La realizzazione di un parcheggio con le sembianze di una galleria d‘arte, avrebbe permesso al proprietario di affittare gli spazi all‘interno del centro commerciale a prezzi più alti.
Dovendo procedere in conformità con il programma intitolato Œparking lot¹, il budget per il progetto era limitato rispetto a quanto disponibile per altri edifici, si è dunque optato per un materiale di costruzione in quel momento molto economico, il cemento armato, si è deciso di contenere i lavori di scavo riducendo al minimo il piano interrato e optando per lo scavo a cielo aperto.
In tal modo, il volume in cemento risulta più economico, permette di creare il maggior numero di spazi auto per piano e di massimizzare l‘area commerciale, rimanendo nei limiti di budget. La massa così riempita si basa sul concetto di economia dello sfruttamento. La facciata che da sul fiume si presenta come un‘unità triangolare, composta da 10 angoli diversi tra loro con un‘ampiezza che varia tra i 60 e i 150 gradi, gli oltre 80 elementi di tale facciata riflettono la luce e la città. La facciata sul retro, quella con i negozi, al contrario, risulta piatta. Mentre il prospetto verso il fiume mira a rappresentare il veloce ritmo cittadino con il suo rivestimento increspato, la superficie piana del lato ovest riflette direttamente le immagini del viale Bojeong-dong café.
Il policarbonato utilizzato per il progetto ha 5 strati. La parte esterna è caratterizzata dal colore viola, l‘interno è invece bianco. La parte esterna è inoltre stata trattata con un rivestimento ad infrarossi, che conferisce al policarbonato un effetto vetro o metallo a seconda dell‘angolo con cui la luce lo colpisce. La mattina, al sorgere del sole, i raggi colpiscono la facciata direttamente e fanno apparire il rivestimento bianco, a mezzogiorno, i raggi indiretti mettono in evidenza il colore viola; il tardo pomeriggio, mentre il sole si avvia al tramonto, l‘edificio assume bagliori dorati, mentre la sera sono i neon interni ed esterni a creare giochi di luce.
Un‘altra caratteristica del terreno è quella di dar vita ad un punto in cui le quattro facciate si aprono indipendentemente l‘una dall‘altra, senza tuttavia affacciarsi su altri edifici. Proprio per assecondare tale caratteristica del terreno, è stato previsto un prospetto in grado di riflettere immagini diverse ad ogni punto di fuga. L‘apertura, realizzata con una griglia in acciaio, assume forme e intrecci diversi a seconda dei punti di fuga, ricordando sempre e comunque la mascherina dell‘automobile, visto che l‘edificio è un parcheggio per auto. A tali aperture, sui diversi piani e a diverse altezze, corrisponde all‘interno una ventilazione naturale; le griglie aperte sono state create ritagliando il rivestimento esterno in modo da non consentire ai passanti di vedere all‘interno e di capire che l‘edificio è effettivamente un parcheggio.
La caratteristica primaria del rivestimento esterno è di essere realizzato con pannelli di dimensioni varie. A creare i diversi prospetti, 635 elementi di rivestimento differenti. Ogni pannello, che differisce e si discosta dagli altri di pochi centimetri, è stato tagliato e trasportato uno ad uno. La lunghezza massima dei pannelli è di 12 metri, poiché tale era la massima lunghezza consentita nei container utilizzati per il trasporto. Le stesse aperture sono larghe 12 metri, dividono i pannelli in policarbonato e creano le diverse prospettive.