area 114 | São Paulo

architect: Hector Zamora

location: São Paulo

year: 2010

Errante, un’opera di Héctor Zamora ubicata presso l’Avenida do Estado di fronte Mercado Municipal de São Paulo, è la prima realizzazione del progetto Margem, a cura di Itaú Cultural. L’installazione consiste in una successione di grandi alberi sospesi lungo un percorso di 400 metri sopra il letto del fiume Tamanduateí. Gli alberi poggiano su una struttura in ferro e cavi di acciaio, dando vita ad un giardino sospeso e surreale in prossimità di un luogo tuttora chiamato Parque D. Pedro II. “Sospensione” è la parola chiave per descrivere l’opera poiché ne coglie l’essenza fisica e il significato metaforico: la rivelazione di una seconda città, latente e fantasmagorica, che sembra emergere e sollevarsi al di sopra della città reale in un atto di sospensione. Il contenuto poetico è paradossalmente delicato e aggressivo nello stesso tempo. Da un lato, l’installazione si sviluppa in una successione onirica lineare, sul terreno di un parco che non c‘è, denunciando la scomparsa degli spazi dedicati al verde pubblico e al tempo libero in un città che ha stretto un “patto con il diavolo” per la modernizzazione dell’industria e della rete viaria. Dall’altro, invece, quest’opera d’arte replica l’artificio energetico e l’improvvisazione di una città che aggira costantemente i suoi problemi invece di provare a risolverli. Il fiume Tamanduateí è stato testimone della fondazione di San Paolo. Negli anni Venti, il corso d’acqua è stato deviato e canalizzato per costruire il Parque D. Pedro II ed è andato progressivamente scomparendo alla vista, celato da grandi arterie di comunicazione, parapetti, sistemi di fognature e rampe di uscita. Várzea do Carmo, la porta di accesso alla Zona Leste, la parte orientale di San Paolo, tradizionalmente deputata al commercio di cereali, è oggi un quartiere degradato, dominato da contrasti e input diversi, regno di scambi commerciali e ambulanti, che subisce ancora oggi gli effetti traumatici delle demolizioni (tuttora in corso) degli edifici São Vito and Mercúrio, segno di un’ulteriore manipolazione del panorama cittadino.