area 116 | Norway

Valorizzazione del sistema viario
Le caratteristiche del suolo norvegese sono, a dir poco, impegnative; il sistema viario del paese presenta un’infrastruttura fitta che permette di raggiungere tutti gli insediamenti. Il paesaggio norvegese ha un carattere unico, dato proprio dall’unione di elementi naturali e insediamenti urbani, in cui la storia dell’elaborazione è ancora ben leggibile nell’aspetto drammatico del paesaggio. La maggior parte delle foreste, delle aree montane e degli stessi fiordi sono ancor oggi popolati e devono pertanto, in base alle norme sulla sicurezza sociale e a garanzia di diritti fondamentali, essere serviti da infrastrutture pubbliche; in un certo senso, è proprio questa risorsa che si cerca di utilizzare al meglio, grazie al progetto Strade Turistiche Nazionali.
Le esigenze che devono essere soddisfatte sono semplici, si tratta infatti di portare a termine progetti di piccola entità: parcheggi auto in grado di far fronte ai picchi di traffico durante la stagione estiva, aree di sosta in corrispondenza dei principali luoghi di interesse, che offrano al turista un buon punto da cui fare fotografie, punti informazioni, aree predisposte per la sosta notturna dei camper, aree pic-nic in cui sia possibile accendere un fuoco, bidoni e punti di raccolta rifiuti, toilette pubbliche. I progetti potrebbero prevedere spazi in cui collocare semplicemente qualche panchina, aree di sosta lungo la strada che consentano l’accesso diretto a luoghi speciali, che garantiscano, anche a persone con ridotta mobilità, di vivere la natura, che permettano ad esempio a chiunque di arrivare fino al mare, aggirando la presenza di scivolose rocce sul percorso. La presenza dei corrimano evita il pericolo di caduta nelle crepe del terreno; i bei sentieri, semplicemente ricavati nel manto erboso, proteggono la vegetazione dal calpestio.
Il progetto Strade Turistiche Nazionali prevede tuttavia anche un’elaborazione; quelle che, in principio, erano esigenze e sfide prettamente di tipo pratico, da considerarsi esclusivamente dal punto di vista tecnico-ingegneristico sono diventate lo spunto per un nuovo approccio, architettonico e creativo, che riguarda l’aspetto funzionale, la forma, la costruzione, la scelta dei materiali e le soluzioni di tipo tecnico. Tale approccio ha permesso di interpretare in modo più interessante progetti che altrimenti avrebbero avuto una mera funzione tecnica, si pensi alle gallerie e ai loro imbocchi, alle piazzole per l’inversione di marcia, alle uscite stradali e alle misure di sicurezza anti smottamento. Elementi che, in un primo momento, potevano sembrare prettamente di tipo pratico sono stati trasformati in opere architettoniche, con una propria forza narrativa, si pensi al muro di protezione contro la caduta massi, neve e ghiaccio, che diviene land art e si sviluppa lungo la via che attraversa Lofoten, nei pressi di Ramberg. In molti casi, l’elaborazione avviene con l’ambizione di creare luoghi di interesse lungo il percorso stradale; con ciò si intende che il progetto mira a mettere a frutto un potenziale che è comunque sempre esistito, ma che solo in pochi avevano saputo vedere o utilizzare. Le strutture attrattive realizzate conferiscono un certo carattere alla località in cui si collocano, rendendola maggiormente riconoscibile. Ne è un esempio perfetto il corrimano giallo, realizzato con elementi per ponteggi, che accompagna il turista ad un punto panoramico segreto, nella località di Nappskaret nell’arcipelago di Lofoten, dal quale rivolgendo lo sguardo a ovest ci si troverà davanti la strada che si sta percorrendo e voltandosi a est, quella da cui si proviene; o la scaletta in ferro ormai corroso che conduce alla piattaforma granitica, racchiusa da pannelli in vetro, posta nella parte estrema di un molo frangiflutti sulla strada dell’Atlantico. In alcuni casi, la sfida più grande che ci si trova ad affrontare è di riuscire a dare un’interpretazione a luoghi che hanno una loro storia, sia questa nota o meno. Lungo tutto il percorso infatti, l’infrastruttura generale nazionale entra in contatto con realtà locali, con una loro unicità, il progetto deve dunque, in questo caso, far propria una funzione narrativa ed interpretare il contesto specifico del luogo. Si consideri il progetto realizzato presso la gola di Allmannajuvet ad esempio, in questo luogo sono nate le prime imprese minerarie che hanno poi portato allo sviluppo della città industriale di Sauda. L’obiettivo, in questo caso, non era solo quello di consentire un contatto con la natura, ma anche di raccontare una storia importante: la storia della città e l’utilizzo delle risorse naturali. Ad Eggum, alcune installazioni di origine tedesca, risalenti alla Seconda Guerra Mondiale sono state ristrutturate e trasformate in un teatro. Nella parte nord del paese, a Vardo, Louise Bourgeois e Peter Zumthor hanno creato un monumento alla memoria delle vittime dei processi alle streghe, proprio nel luogo in cui queste venivano messe al rogo.
In altre località, il primo obiettivo è quello di ripulire, di restaurare siti già esistenti e riprendere esperienze passate, dare un nuovo volto a strade in cattive condizioni e alle strutture, costruite senza un progetto specifico, lasciate cadere in rovina nel corso degli anni. Il processo di “pulizia e ristrutturazione” risulta particolarmente difficoltoso da perseguire e lungo nelle località che si trovano in prossimità dei più importanti punti di interesse naturalistico, ovvero nei luoghi di grande affluenza turistica, in cui si vive una vera e propria invasione degli ambienti campestri, dove l’usura e la distruzione sono più frequenti e dove il turismo, inteso come industria, si basa su un’infrastruttura di dubbia natura. Località di grande attrazione turistica, quali la cascata di Vøringsfossen, Trollstigen e Gjende, non rientravano inizialmente sotto la responsabilità dello stato. Il promuovere progetti in aree come quelle sopra indicate significa dover reperire finanziamenti da più fonti, vuol dire essere pronti e avere la capacità di prendere parte a tutta una serie di processi difficoltosi che, allo stesso tempo, pongono di fronte a problematiche architettoniche di natura complessa, sia per ciò che riguarda la portata nonché la forma stessa dell’intervento da effettuarsi. Il progetto non dovrebbe divenire la principale attrazione; in tal senso, lo stesso architetto dovrebbe preferibilmente esercitare un’azione di supporto, il tutto con l’obiettivo di rafforzare il carattere distintivo del luogo e svilupparne la narrativa esistente.
Le Strade Turistiche rappresentano il primo sistema di progetti di questo tipo in Norvegia, ovvero progetti che mirano volutamente a valorizzare l’infrastruttura e il paesaggio allo stesso tempo. All’interno di tale sistema, ogni installazione è pensata e creata come un elemento architettonico preciso, che è parte integrante del sistema viario e del paesaggio, oltre ad essere un luogo dal quale ammirare il panorama.
In generale, si può affermare che, nell’ambito del progetto, il paesaggio viene concettualizzato, innanzi tutto, come un “attraversare” quello stesso paesaggio che l’osservatore tende a non considerare nella sua interezza, quanto piuttosto a vivere tramite tutta una serie di esperienze, rese possibili lungo i 24 percorsi alternativi. Percorrendo i 226 chilometri di Strade Turistiche Nazionali lungo la costa dell’Helgeland, si passa dal costeggiare l’oceano dal quale affiora un arcipelago di isole, all’essere circondati da un paesaggio brullo e roccioso che si apre talvolta a svelare enormi ghiacciai. I progetti realizzati risultano discreti, quasi impercettibili; l’architettura del paesaggio è semplice e funzionale, si consideri l’area di sosta ad Hellåga ad esempio, o l’approdo per i traghetti di Ågskaret. In entrambi i casi, ci si trova di fronte a installazioni concrete, di tipo pratico, pensate tuttavia per ben inserirsi nel contesto e progettate per permettere al visitatore di vivere piacevolmente il paesaggio del luogo.
Oltre a considerare l’idea dell’ “attraversare”, il progetto Strade Turistiche Nazionali definisce il paesaggio come un elemento che si colloca “là fuori”, il panorama viene messo in evidenza in modo rituale, grazie ad un’oculata scelta dei luoghi da cui ammirarlo. La terrazza panoramica di Stegastein si caratterizza per la sua piattaforma dal carattere deciso; la costruzione lignea, che si piega e si sporge per 30 metri, centinaia di metri sopra il fiordo di Aurland, delimita e offre il giusto contesto per il turista che voglia godersi il panorama. A Vargbakkane sull’altopiano di Valdres, la vista viene definita grazie alla presenza di un’area parcheggio di forma circolare, che delinea settori di panorama differenti per ogni vettura in sosta. A Sohlbergplassen, lungo la Rondanevegen, l’unica strada non costiera e dell’area orientale del paese, la terrazza panoramica è nascosta all’interno della pineta e avvolge il visitatore con le sue forme morbide, un richiamo narrativo allo stile del pittore Harald Sohlberg, che proprio da questo punto ritrasse, nel suo stile romantico nazionale, le imponenti e morbide vette delle montagne del Rondane.
Il paesaggio viene infine interpretato come un’esperienza “fisica” di una situazione specifica, come l’aspetto intellettuale dell’ecologia tangibile del sito. A Videsæter si è creata un’area proprio a ridosso della cascata; il sito, raggiunto dagli spruzzi e dal vapore acqueo, è delimitato da un parapetto la cui geometria riflette la struttura stessa della base rocciosa. A Liasanden auto, moto e biciclette vengono condotte fin dentro il bosco, lungo una strada ghiaiosa che segue il percorso creato dagli alberi, segnati da un bendaggio in corda. Nel caso di Gudbrandsjuvet, si è previsto di gestire il flusso turistico grazie alla presenza di terrazze multiple che circondano la gola, creando punti in cui vivere una piacevole esperienza individuale. La qualità architettonica
Un autore letto tempo fa sosteneva che “Se un luogo è veramente bello, non ti puoi permettere di andarci”, uno tra gli aspetti più interessanti della storia delle Strade Turistiche è il loro non essere assolutamente commerciabili, l’essere finanziate con fondi pubblici. Di norma, il progetto vuole anche essere un laboratorio per l’architettura norvegese e, a tale scopo, si cerca di reclutare professionisti giovani e di talento. Alla base di tutti i progetti vi è l’idea che vadano assolutamente rispettati criteri di professionalità e qualità, criteri ritenuti imprescindibili ma che, nel contempo, siano in grado di aprire la strada alla diversità di espressione, favorendo altresì il dibattito attorno alle strade turistiche, quali espressione di cultura. Il progetto Strade Turistiche si basa su un concetto di qualità fondato, a sua volta, su una valutazione soggettiva che può tuttavia diventare operativa. Dobbiamo ora essere in grado di spiegare come intendiamo discutere di qualità. Alcuni elementi riguardanti il discorso sulla qualità infatti si misurano più facilmente di altri: la qualità di un intervento può essere valutata in relazione all’uso. In altre parole, l’architettura può essere valutata facilmente e a livello quantitativo come uno strumento, per il quale ci si domanda: è quello adatto allo scopo? L’architettura può altresì essere valutata in relazione alla qualità della costruzione, in base ad aspetti tecnici; la domanda in questo caso sarà: si raggiungono gli alti standard che ci si è prefissi per il progetto Strade Turistiche Nazionali? Infine, non meno importante, la qualità può essere valutata sulla base del rispetto delle linee guida del progetto: desiderio di ridurre al minimo l’usurpazione dell’ambiente, uso di materiali naturali, soluzioni solide e sostenibili e, soprattutto, un uso minimo di “effetti speciali”, salvo vi sia un motivo realmente valido che richieda una sottolineatura, una messa in evidenza, una maggiore visibilità.
La valutazione diviene tuttavia meno chiara con il passare del tempo. Così come avviene per l’arte, l’architettura può essere valutata in termini di tradizione. Per far sì che l’architettura divenga un prodotto culturalmente attivo è necessario sviluppare e reinterpretare la tradizione. Nell’ambito della discussione sulla qualità entra inoltre in gioco l’elemento “personale”; ovvero la percezione estetica del progetto, l’apprezzamento immediato che può avvenire nel momento stesso in cui lo si vive, spesso ancora prima che vi sia stato qualunque tentativo dell’osservatore di capire la natura stessa del progetto. All’interno di questa discussione, tutte le opinioni sono ugualmente valide. Il significato di un progetto può definirsi variabile, poiché muta negli anni; allo stesso tempo, l’architetto non ha controllo sul contenuto. Persone diverse danno un’interpretazione diversa delle cose e, una volta che l’opera sarà portata a termine, vivrà di vita propria, sarà indipendente da colui che l’ha creata. Nel migliore dei casi, l’architettura viene amata, la gente l’accetterà immediatamente e la farà propria poiché riflette un punto di riferimento condiviso che supera le tradizioni interne all’architettura. Benché si tratti di installazioni semplici, su scala ridotta, i progetti realizzati sulle Strade Turistiche Nazionali norvegesi riescono ad evocare punti di riferimento culturale comuni e divengono così essi stessi un’attrazione turistica.

18 locations along the National Tourist Routes

Varanger:
Vardø
Nesseby
Gornitak
Havøysund:
Selvika
Lillefjord
Senja:
Bergsbotn
Tungeneset
Andøya:
Kleivodden
Børra
Lofoten:
Grunnfør
Austnesfjorden
Gimøystraumen
Torvdalshalsen
Eggum
Skreda
Nappskaret
Finnbyen
Akkarvikodden
Helgelandskysten nord:
Ågskaret
Jektvik
Hellåga
Helgelandskysten sør:
Horn
Holm
Atlanterhavsvegen:
Eldhusøya
Akvågen
Geiranger-Trollstigen:
Trollstign
Gudbrandsjuvet
Linge
Ørnesvingen
Flydalsjuvet
Gamle Strynefjellsvegen:
Videfossen
Sognefjellet:
Liasanden
Mefjellet
Nedre  Oscarshaug
Gaularfjellet:
Likholefossen
Utsikten
Dragsvik
Aurlandsfjellet:
Vedahaugane
Flotane
Stegastein
Hardanger:
Vøringsfossen
Kvandal
Steinsdalsfossen
Hereiane
Ryfylke:
Allmannajuvet
Svandalsfossen
Ropeid
Jøsenfjorden
Jæren:
Kvassheim
Valdresflye:
Gjende
Vargbakkane
Nye Vandrerhjemmet
Rjupa
Båtskaret nord
Rondane:
Strømbu
Sohlbergplassen

Karl Otto Ellefsen. Professor of architecture and urbanism Head of the Oslo School of Architecture and Design. The National Tourist Routes is the first Norwegian structure of projects that very intentionally exhibits both infrastructure and landscape. In this system, each installation is intentionally developed as a specific piece of architecture, as an integral part of the road as a system for movement, as part of a landscape and as a site offering views and vistas of landscapes.