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“Non esiste amore più sincero di quello per il cibo”. (G.B. Shaw)

Assaporare il cibo implica un intenso quanto elevato livello di esperienza culturale: la coscienza che una sostanza primigenia, possibilmente naturale, possa magicamente trasformarsi nel più squisito dei manicaretti, trasforma il consueto atto del nutrirsi in un‘esperienza multisensoriale totalizzante prodotta dal gesto esoterico del cucinare. Che si tratti di consumare frettolosamente un cibo nel più ricercato take-away, di assaporare ricette tramandate ”dalla nonna” mangiando in compagnia nel fragore di una sacra convivialità tipicamente domestica, ovvero di degustare le contaminazioni gastronomiche elaborate da professionisti del gourmet, al primordiale approccio gustativo e olfattivo, sempre più importanza è data al coinvolgimento tattile, visivo, acustico, sensoriale ed estetico del consumatore. Se la scelta di uno stile di alimentazione rappresenta un percorso individuale o, in alcuni casi limite, caratterizzante aree geografiche socio/culturalmente circoscrivibili (vedi il caso americano), la cerimonia della convivialità, specialmente se preceduta dalla preparazione collettiva degli alimenti, e il desiderio di condividere il cibo con persone note e ignote, diventano atti di amore e seduzione. Si progetta come si deve consumare, mangiare o degustare il cibo, ma anche come lo si deve cucinare, offrire ed esporre. Preparare il cibo è sempre più un atto speciale con il quale raccontare luoghi esplorati, reali o fantastici, descrivendo traiettorie sensoriali che mirano a rappresentare universi istantanei. Emerge, in sostanza, l‘attitudine a considerare la creazione culinaria alla pari di pratiche artistiche ed estetiche, con incursioni dirette nel design e nell‘architettura, per le quali ritmo, coreografia, costumi e scenografia contribuiscono (in una sorta di remake rinascimentale) a esaltare la rappresentazione e la teatralità del mangiare.
La cucina, cioè, diventa intuitiva, basata sulle emozioni. Cessa di essere una sede operativa, cellula tecnica che ci impone lo svolgimento di funzioni puntuali “a tu per tu” con il cibo, e si trasforma in presenza scultorea, mimetizzandosi il più possibile con il sistema degli arredi e degli oggetti distribuiti all‘interno dello spazio domestico; guadagna progressivamente il baricentro sociale della casa e diventa il maggior investimento nella costruzione dell‘habitat domestico (basti pensare che negli Stati Uniti il mercato della cucina ha fatturato ultimamente oltre 170 miliardi di dollari, cinque volte in più dell‘industria cinematografica).
In altre parole, la cucina diventa moda.
Ma quale direzione prenderà la cucina del futuro? Quale nuovo rapporto si instaurerà tra l‘elettrodomestico per la cucina, l‘ambiente domestico e un‘utenza sempre più orientata a riappropriarsi di un modello alimentare che nella quotidianità riscopre una ritualità intrisa di piaceri effimeri? Se consideriamo le attuali ricerche in corso nel settore, salta subito all‘occhio il crescente impiego dell‘informatica in tutti gli elettrodomestici dedicati alla conservazione e preparazione dei cibi. Nel tentativo di rendere più agevole la vita dell‘abitare a partire dalla sua quotidianità lavorativa, computer, programmi di gestione e schermi touchscreen si sostituiscono sempre più all‘abilità culinaria dei nuovi consumatori, sottraendo alla scena l‘attore principale (il cuoco), o meglio trasformandolo in un direttore di orchestra in gradi di gestire, ancorché distrattamente e in assenza di contatto diretto (vedi sistema connettivo Screenfridge di Rex Electrolux), funzioni e processi un tempo scanditi dalla sapienza organizzativa e creativa di un cordiale gourmet. Biotecnologie, nanotecnologie, materiali performanti, sistemi multimedia e multitask, ecologia gestionale, solo per fare alcuni esempi, opportunamente dosati e combinati aprono quindi nuove frontiere nel settore dell‘Hi-cooking, con soluzioni che tendono a ridurre l‘impegno lavorativo di chi vi lavora amplificandone le potenzialità espressive in termini di nuove qualità organolettiche ed estetiche del cibo. La cucina diventa, cioè, il fulcro della casa che unisce divertimento, comunicazione e utilità. Sistemi computerizzati permettono di gestire in rete elettrodomestici e apparecchiature multimediali (radio, TV, Internet) e, al tempo stesso, amplificano la percezione di tempo libero di chi ne ha la regia. Formule nuove per mercati più mobili, giovani se vogliamo: prodotti sicuramente meno economici, da un lato, decisamente più agili e protetti dall‘altro come, a esempio, il sistema-trasformer di Fevzi Karaman, la Cucina adattabile di Marcello Zuffo, la Cucina albero di Lee Balin e il tavolo multifunzionale di Petr Kubik. In tutti questi progetti domina la presenza di un touchscreen a schermo Oled per la gestione del parco elettrodomestici cui è associato un software per la gestione in remoto, da un comune telefono palmare, delle innumerevoli funzioni integrate al loro interno.
Ma è l‘ecologia la categoria della vera innovazione.
Il percorso ecologico, sempre più teso a dotare il prodotto di un perfetto bagaglio cromosomico, non si limita ad applicare le tecnologie in uso per diminuire al minimo possibile i costi di progettazione, realizzazione, utilizzo e dimensioni; diventa il vero campo di sfida di un mercato maturo, saturo, nel quale produttore e consumatore concordano su imprescindibili, comuni precetti.
Le classi energetiche di consumo sono ormai una carta di identità sempre più importante, cui il consumatore finale si è finalmente abituato a prestare attenzione, informato sul fatto che un salto di categoria può significare, in un periodo di vita dell‘elettrodomestico, un costo ben più alto rispetto al solo acquisto. Green Kitchen, a esempio, è una filosofia che alcune aziende e designer stanno sviluppando per creare una sorta di “ecologia gastronomica”, dove l‘ecosostenibilità è amplificata grazie all‘impiego di nuove tecnologie. Il progetto di Alessi e Valcucine prevede, per il rispetto dell‘ambiente e per la serenità dell‘uomo, forme morbide e sinuose che nascondono attrezzature tecnologiche. Mustafa Emre Olur ha creato la cucina Alight con un sistema di filtrazione dell‘acqua che permette di riutilizzare sempre la stessa. Nilay Shah, per Veneta Cucine, propone il concetto di una cucina senza frigorifero, con contenitori realizzati in legno e plastica biodegradabile. La cucina di Antoine Lebrun, per Fagor Brandt, grazie alle tecnologie delle industrie aerospaziali contiene sul piano di lavoro un piccolo giardino domestico apribile che produce aria fresca e filtra odori. In tutti questi progetti, e tanti altri ancora in fase di elaborazione, la cucina si mostra, sfuggendo alla logica dell‘ambiente piccolo dove trattenere il disordine e gli odori. Gli elettrodomestici si spogliano del rivestimento in laminato che li camuffa e si mostrano assumendo un ruolo conteso tra forma e funzione; monitor al plasma e materiali naturali arricchiscono di significato un luogo già complesso. E l‘abitante riscopre la cucina come luogo di permanenza e passione. Unica contraddizione: tra la spettacolarità delle prestazioni tecnologiche offerte dal mercato e la preoccupante diminuzione di tempo libero adeguato a coltivare il piacere di preparare e gustare un sano manicaretto, in una società versione sitopia (dal greco antico sitos, cibo + topos, luogo), cioè di “un mondo plasmato dal cibo” (Carolyn Steel) “il cibo ha sempre più la veste di una figura retorica per discorsi che divagano tra tentativi di relazione ed esibizionismi vari”. (Stefano Casciani)
Eppure, se l‘esperienza del cibo è convergenza di culture e le ritualità espresse attraverso il consumare, mangiare o degustare corrispondono ad altrettanti momenti di appropriazione spirituale del mondo, si potrebbero sfruttare questi poteri per dare forma migliore alle nostre vite.

multifunctional table
petr kubik 2006

Progetto presentato dal designer ceco Petr Kubik all’edizione 2006 del Design Lab, il concorso internazionale bandito ogni anno da Electrolux e rivolto agli studenti di design al fine di ottenere idee innovative per gli elettrodomestici del futuro.

Un rivoluzionario apparecchio che punta sulla compattezza, sul risparmio energetico e sull‘ergonomia. Si tratta di un tavolo da pranzo multifunzionale integrato con frigorifero e piccoli elettrodomestici da cucina, strutturato per ospitare fino a cinque commensali. Pranzare a questo al tavolo è una esperienza che tiene in considerazione le esigenze di ogni famiglia, compreso l‘accesso ad internet. La parte del tavolo destinata alla refrigerazione è suddivisa in due sezioni con una capacità totale di 203 litri. Questo apparecchio consente di risparmiare sui consumo di energia, grazie all‘innovativo processo di mantenimento del cibo nonché di refrigerazione. L‘elegante aspetto futuristico è enfatizzato dall‘uso di colori combinati accessori in vetro nero e acciaio inox.

brandt aion
antoine lebrun 2007

La cucina futuristica disegnata da Antoine Lebrun in collaborazione con Fagor Brandt, azienda francese leader nella produzione di elettrodomestici di lusso, è un progetto multifunzionale che coniuga tecnologie derivate dall‘industria aerospaziale.

L‘obiettivo del progetto è quello di evidenziare le tendenze tecnologiche e sociali di domani. Grazie a un sistema di sfruttamento delle piante, sviluppato in primo luogo dall‘industria aerospaziale, questo apparecchio ci permetterà di migliorare la qualità della nostra vita. Durante la cottura, le piante agiscono come una cappa di filtraggio. Inoltre, creano una fornitura rinnovabile di acqua pulita e sapone vegetale. Quando è il momento di pulire, è sufficiente mettere i piatti sporchi nel lavandino, vicino alla cappa, e il ciclo naturale di pulitura ha inizio. In questo modo, Aion offre la base per una vita quotidiana più sana e piacevole.

coox
antoine lebrun 2008

Il piano cottura su ruote di Antoine Lebrun è uno dei nove finalisti del concorso Electrolux Design Lab 2008. In questa edizione giovani studenti di disegno industriale sono stati invitati a proporre prototipi per la internet generation.

Coox è un apparecchio semplice che permette ad ogni utente di cucinare secondo il proprio stile di vita. Questo tavolo di cottura flessibile vi segue nel vostro appartamento, e permette di cucinare alla scrivania, a letto o con gli amici intorno ad un tavolino. Non si deve interrompere la propria attività per cucinare e mangiare. È possibile rimanere in contatto con gli ospiti invece di cucinare da in un‘altra stanza. Le ruote consentono di spostarlo con facilità da una stanza all‘altra. Infine si ha la possibilità di regolarne l‘altezza per creare un‘estensione della scrivania o del tavolo. Un design unico che offre una vasta gamma di possibilità.

greenkitchen
whirlpool 2009

Whirlpool Europe presenta una visione rivoluzionaria della cucina del futuro in grado di ridurre i costi della bolletta del 70%. Il concept permette un risparmio energetico ottimizzando l’uso del calore e dell’acqua e facendo dialogare gli elettrodomestici in modo nuovo.

A prima vista Greenkitchen sembra essere del tutto simile a una cucina tradizionale, ma la tecnologia eco-integrata che ne sta alla base la rende notevolmente differente, consentendo di recuperare
fino al 60% di acqua e calore prodotti dagli apparecchi di cucina, per alimentarne gli altri. Essa utilizza il calore prodotto dal compressore del frigo per produrre acqua calda per la lavastoviglie. L‘acqua pulita viene raccolta in un contenitore speciale e, una volta trattata con una soluzione antibatterica, può essere utilizzata per la lavastoviglie, per gli impianti idrici, o per le pulizie della casa.