Una sfida intrapresa quasi per necessità, un progetto sartoriale e tailor made che mette insieme design, passione ed esclusività. Stefano Zellner ci racconta come è nata la sua urban bike e quali potranno essere i confini, alcuni ancora sconosciuti, di questo progetto.

Dalla bici abbandonata alla progettazione di un brand. Ci racconti il tuo percorso?
Mi piace pensare che sia stato il destino. Tutto nasce da un evento traumatico per me. Mi era stato rubato il mio 125cc., una moto che mi ero sudato con molta fatica. Fui quindi costretto a cercare un mezzo di trasporto possibilmente senza spendere soldi. Fu così che misi le mani su una bici abbandonata. Lavorare in garage è una passione che ho ereditato da mio padre. Non fu quindi un problema riparare e rimettere a nuovo la bici. Mi accorsi però che mancava qualcosa. Decisi di riverniciarla e sostituire i vari componenti. Alcuni amici rimasero colpiti dalle modifiche e decisero di commissionarmi dei lavori sulle proprie bici. La voce poi si sparse fin quando arrivai al punto di pensare che fosse opportuno investire più tempo e risorse in qualcosa che era molto più di un semplice passatempo. E così nacque il primo modello: Equilibrium. In parallelo iniziai a sviluppare un sito sapendo che mi sarei dovuto aprire a tutto il mondo e iscrissi il progetto a un concorso di Design, dove vinsi il primo premio che mi diede la possibilità di poter condividere la mia storia e la mia visione con appassionati provenienti da tutto il mondo.

©G.A. Mocchetti

Che materiali usi per le bici? Hai uno standard o fai progetti solo sartoriali?
La scelta dei materiali è fondamentale! Dovevo trovare la formula che potesse garantire la migliore esperienza di guida e ho iniziato a documentarmi e sperimentare varie soluzioni per poi decidere di utilizzare l’alluminio e il carbonio. L’alluminio per il telaio e per i cerchi, per garantire una buona elasticità anche nei tratti di strada sconnessa, il carbonio (per forcella, manubrio e sella) per ridurre il peso della bicicletta. Ho sempre avuto chiaro l’obiettivo principale, quello di creare dei prodotti che fossero unici sia per scelte di materiali che cromatiche (mi hanno anche chiesto una bici che cambiasse colore in base alle condizioni climatiche!). L’idea del Tailor Made mi ha sempre affascinato. Ho però temuto che andando ad assecondare ogni volta la richiesta del cliente potessero venire a meno i valori che cercavo di consolidare con il mio brand. Per questo ho deciso di sviluppare sul sito web un percorso di configurazione della propria bici. Si parte scegliendo una delle 3 colorazioni di telaio disponibili. Poi si passa alla selezione del colore per i cerchi e infine agli accessori che si possono montare sulla bici. Ovviamente do la possibilità di richiedere delle verniciature particolari.

©G.A. Mocchetti

Ovvio l'e-commerce, ma tutto il tuo progetto evoca anche una bottega, una di quelle "di una volta".
Spero di poterla realizzare un giorno! Sviluppare una piattaforma di e-commerce mi ha dato la possibilità di sfruttare al meglio i canali commerciali senza avere un grande budget a disposizione. Essere in linea con il mondo Digital oggi è un must per chiunque. In futuro mi piacerebbe poter fare il salto e riuscire a presentare i miei prodotti al pubblico anche in maniera fisica.