13 aprile 2010
storia di un percorso intorno al gusto che parte dalle suggestioni di Oliviero Toscani, attraversa i prodotti di Paolo Parisi, gli strumenti selezionati da Enrico Facino, fino a nutrirsi delle composizioni di Davide Scabin all‘insegna di un agire comune: la ricerca, il progetto
Il Salone del Mobile 2010, la contemporanea rassegna Eurocucine e, come ogni anno, un numero speciale di Area, cui fa seguito una Istant exhibition sono quest‘anno dedicati ad un particolare ambito di ricerca che riguarda il design e la migliore produzione industriale in grado di porre il progetto al centro del proprio agire. Tuttavia se il lavoro della redazione e delle nostre indagini interessa una disciplina conosciuta, il disegno di un prodotto e nel caso specifico il design di tutto ciò che ruota intorno al cibo, va riconosciuto che il soggetto stesso su cui il progetto concentra il senso delle proprie composizioni è a sua volta una disciplina che – pur vantando straordinarie tradizioni ed eccezionali interpreti anch’essi interessati ad un arte tutta creativa espressione di memoria e invenzione, tradizione e contenuti innovativi – risulta apparentemente laterale ai nostri interessi e quindi relativamente approfondita da architetti e designer. In un certo senso la cucina, intesa come la capacità di uno chef di interpretare il gusto e stimolare le emozioni del pubblico, sta all’alimentazione come il disegno di uno spazio, di un ambiente e di un prodotto domestico, sta all’abitare; eppure, se di quest’ultimo ambito riteniamo di conoscere ogni risvolto e tendenza – tanta la consuetudine ad attraversare il tema in ogni direzione progettuale e di ricerca – per quanto riguarda l’arte culinaria dobbiamo riconoscere la nostra sommaria preparazione. In questo specifico contesto, riconosciuta la nostra occasionale quanto superficiale competenza, con quale profondità possiamo valutare i contenuti estetici e tecnologici inerenti il disegno di un prodotto riguardante un’attività di cui non conosciamo il valore e le espressioni più avanzate? L’interrogativo, dall’esito scontato, ha richiesto pertanto non solo l’analisi e la selezione di alcune tra le migliori espressioni progettuali riguardanti ciò che serve per mangiare, dalla cucina all’elettrodomestico, dal piatto, alla posata, dalla ceramica, al vetro, fino ai metalli e alle plastiche più sofisticate, ma anche una parallela attività di ricerca nel campo, anch’esso tutto progettuale, del cibo, della sua manipolazione e interpretazione.
Poiché si tratta evidentemente di uno sconfinamento dal nostro specifico ambito disciplinare in un altro, abbiamo deciso di partire dagli elementi primari e cioè dalla produzione della materia prima, gli alimenti. Su questa strada, tramite Oliviero Toscani, evidentemente più noto come fotografo, ma per i più raffinati estimatori esigente produttore di vino e di olio, abbiamo conosciuto Paolo Parisi, creatore e produttore di cibi, un progettista a cui si deve, dopo la riscoperta e il rilancio del prosciutto di cinta senese, di cui alleva allo stato brado maiali e scrofe, la creazione delle famosissime uova prodotte come un oggetto di design, anzi di industrial design, giacché pur essendo il frutto di una produzione biologica e naturale al limite del selvatico e boschivo, “escono” tutte straordinariamente identiche e fulgide tanto sul piano del gusto quanto sul quello estetico.
Alle discussioni sulla qualità e l’importanza della materia prima sono seguite riflessioni sull’arte della manipolazione e composizione dei sapori, quanto sugli strumenti necessari per la preparazione dei cibi; alle prime hanno fatto seguito una serie di interviste con alcuni tra i migliori chef italiani: Massimiliano Alajmo, Massimo Bottura, Paolo Lopriore, Davide Scabin (non casualmente docente alla scuola di design del politecnico di Torino); per le seconde ci siamo serviti della preziosa consulenza di Enrico Facino, uno dei pochissini progettisti e conoscitori di componenti per la realizzazione di ambienti specializzati per espletare al meglio l’arte della ristorazione, anche se tale termine riferito alle sue composizioni strumentali risulta probabilmente riduttivo. Risalendo la catena evolutiva che porta dalla materia prima alla sua elaborazione, fino alla creazione dello spazio per la preparazione dei cibi, abbiamo incontrato e intervistato alcuni produttori di cucine domestiche come Boffi e bulthaup, certamente due fra i marchi più noti e attenti al progetto dell’ambiente food, oltre ad Angelo Po ed Elettrolux, come testimonianza di due aziende leader nelle cucine professionali. Allo stesso tempo abbiamo chiesto a François Burkhardt di svelarci il senso e il valore delle sue ricerche e conoscenze riguardo le celebri ceramiche Rosenthal, così come abbiamo indagato sulle stroriche produzioni Sambonet o le attuali creazioni di Alessi. In ultimo, come era lecito attendersi siamo risaliti all’indagine sul disegno e sulla creazione di prodotti attraverso il lavoro di designer come Matteo Thun, Massimo Iosa Ghini, o lo studio francese 5.5 designers. Ovviamente si tratta di una ricostruzione per frammenti di una storia molto più ampia a cui hanno partecipato molti altri straordinari protagonisti che tuttavia ci auguriamo di aver compreso all’interno del nostro lavoro di indagine secondo una visione che si affida retoricamente alla parte per il tutto.