Il “Premio Internazionale Architettura Sostenibile Fassa Bortolo” curato dal Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara è nato nel 2004 per promuovere una cultura architettonica e costruttiva nel rispetto dell’ambiente, stimolando il dibattito e la crescita dell’intero settore. Come sostiene il Presidente di Fassa Bortolo, Paolo Fassa, “questo Premio è il risultato di due culture, quella industriale e quella universitaria, che hanno saputo fondersi nel tempo tra loro, dando origine a una piattaforma di collaborazione che autorevolmente stimola il mondo dei professionisti del settore a presentare nuovi modelli di recupero abitativo”.
Da quest’esperienza è stato pubblicato un volume, edito da Skira, che raccoglie 40 progetti presentati nelle ultime cinque edizioni del Premio Internazionale Architettura Sostenibile Fassa Bortolo, dal 2011 al 2017. Vi si trovano alcuni dei nomi più prestigiosi e interessanti del panorama internazionale, quali KAAN Architecten, Alvisi Kirimoto, Caravatti Architetti e Pedevilla Architects.

Come spiegano i curatori, i professori ordinari nel Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara, Marcello Balzani e Roberto Di Giulio, l’aspetto più significativo di questo concorso è che non ha particolari limitazioni in termini di luoghi, materiali o tecniche costruttive, ma al contrario permette un confronto di idee che è alla base del pensiero sostenibile, per sua natura non protezionistico e aperto ad essere declinato e interpretato in rapporto al contesto. Questa filosofia permea tutto il volume, che non si limita a un elenco dei progetti, ma contiene una serie di spunti per stimolare una riflessione su quali siano i pilastri dello sviluppo sostenibile, non riconducibile esclusivamente alla sostenibilità ambientale, e di come sia oggettivamente complessa una valutazione sull’impatto dell’architettura.
Spiega il professore Di Giulio: “Le conseguenze della costruzione di un nuovo edificio, della trasformazione di uno spazio pubblico o della realizzazione di una nuova infrastruttura investono tutte le componenti, materiali e immateriali, dell’ecosistema urbano. Tali interventi agiscono in modo palese sulle condizioni ambientali, sugli equilibri economici e sull’organizzazione funzionale degli spazi ma, nello stesso tempo, hanno un’influenza rilevante sulle condizioni sociali, sugli equilibri politici e sull’identità culturale dei luoghi”.

Un'altra importante riflessione che si può trarre da questi progetti riguarda il rapporto tra identità e sostenibilità; due elementi apparentemente in conflitto, il primo così legato al passato, all’omogeneità e alla chiusura, la seconda così orientata al futuro, alla diversità e all’inclusione. “Eppure - sottolinea il prof. Balzani - mai come in questo momento il ruolo che il progetto riveste, nell’interpretare le trasformazioni e nel permettere di definire modelli su cui catalizzare i caratteri di un 'concreto futuro', sembra scandito dall’intersecarsi dei significati e dei valori che identità e sostenibilità assumono. Significati e valori desiderati come univocamente determinati dall’interpretazione culturale, ma che sono difficili da stringere e costringere nelle reti di modelli o strutture”.
Il volume rappresenta dunque un osservatorio privilegiato sull’evoluzione di questo concetto di sostenibilità, per il numero e la qualità dei progetti, per la severità dei parametri secondo i quali sono stati giudicati e, soprattutto, per l’estrema varietà dei temi, dei contesti e delle scale con i quali i progettisti si sono misurati. Il confronto stesso tra i progetti delle diverse edizioni fornisce l’occasione di riflettere su come si siano evoluti negli anni il dibattito e la produzione architettonica nel campo della sostenibilità in architettura.