Attraverso una minimale rappresentazione di alcuni dei progetti più rilevanti l'Università Iuav di Venezia presenta l’originale apporto dell’architetto Andrea Bruno durante una carriera internazionalmente riconosciuta, caratterizzata dalla valorizzazione del patrimonio e del paesaggio culturale. La mostra è il frutto di una selezione del vasto fondo archivistico, donato all'università dall'architetto come progetto conclusivo di un itinerario scientifico di cruciale importanza. Il visitatore ha così la possibilità di essere introdotto all’interno dell’annoso dibattito sugli approcci progettuali in merito alla conservazione, con l’obiettivo prioritario di indagare sulla reale importanza della memoria come atto vitale e autoaffermante per l’individuo e la comunità tutta.
Andrea Bruno intende la progettazione sul patrimonio e sul paesaggio come pura affermazione del restauro inteso come atto di architettura contemporanea, che non può scindersi dalla vita dell’edificio e dai suoi cambiamenti, che risultano impossibili da cristallizzare nel tempo. Ne consegue l’esigenza di “costruire sul costruito” come rappresentazione del simbolo di permanenza sul luogo.

Il percorso della mostra segue concettualmente una linea che va da occidente a oriente. Il visitatore viene introdotto ai princìpi metodologici del progettista con il noto intervento sul Castello e sulla Manica Lunga di Rivoli, proseguendo con importanti progetti quali quello del salone ipogeo di Palazzo Carignano, e gli interventi del Castello di Lichtenberg in Alsazia e delle Brigittines a Bruxelles. La rappresentazione del mondo orientale è svolta dal ruolo di scoperta e conservazione di siti di valenza universale, affidati all’architetto lungo i decenni, come la Valle dei Buddha di Bamiyan e del Minareto di Jam in Afghanistan.
La carriera di Andrea Bruno si è infatti misurata con il concetto di conservazione della memoria al di là dell’iconoclastia delle forme, anche laicamente intesa, quale cardine della progettazione, ravvisabile anche in interventi quali il Maà di Cipro e la Cattedrale di Bagrati in Georgia.

Il percorso di Andrea Bruno evidenzia come siano da ricusare atti progettuali volti alla storicizzazione: proprio perché dalla storia è impossibile rifuggire, il fine della mostra è manifestare al visitatore l’esigenza che deve muovere ogni azione di architettura, finalizzata a migliorare la vita di chi vive il luogo, consentendo una rappresentazione di sé nello spazio come solo atto filosofico di conservazione della memoria.

Andrea Bruno Tra Oriente e Occidente.
La conservazione della memoria, il restauro oltre l’iconoclastia
Università Iuav di Venezia
Cotonificio, spazio espositivo Gino Valle
fino al 30 ottobre 2019