architect: OFIS architects

location: Mountain Skuta, Slovenia

OFIS architects e AKT II in collaborazione con gli student della Harvard University Graduate School of Design, Freeaproved e PD Ljubljana Matica

Il progetto nasce all’interno di un laboratorio di progettazione architettonica presso la Harvard Graduate School of Design, sotto la guida di Rok Oman e Spela Videcnik di OFIS. Nell'autunno 2014, tredici studenti si sono sfidati nella progettazione di un rifugio di montagna, innovativo e pratico al tempo stesso, per soddisfare le esigenze dell’estremo clima alpino. Ispirato all’architettura vernacolare slovena, con il suo patrimonio architettonico ricco e diversificato, gli studenti hanno presentato dodici proposte che tenessero di conto delle varie condizioni del sito, i materiali e gli aspetti programmatici. 120 anni dopo l'installazione della Aljaz Tower, nell’agosto 1985 sul Triglav *, questo nuovo rifugio è stato posizionato sotto la Mountain Skuta nelle Alpi di Kamnik, sostituendo un vecchio bivacco, presente sul sito da oltre 50 anni.

Il bivacco è un oggetto che rappresenta una necessità umana fondamentale, un rifugio. La forma esterna e i materiali, sono stati scelti in funzione delle condizioni ambientali estreme e del paesaggio circostante. Le condizioni climatiche estreme, sono sicuramente una grande sfida progettuale per architetti, ingegneri e designer. In un contesto ad alto rischio ambientale, è importante progettare edifici in grado di resistere alle condizioni meteorologiche più rigide, ai radicali cambiamenti di temperatura e al terreno accidentato. Le dure condizioni date da vento, neve, frane, terreno instabile, richiedono forme architettoniche e disegni concettuali specifici. Il luogo incontaminato in cui si colloca, richiede il massimo rispetto delle risorse naturali. Di conseguenza la costruzione doveva essere ancorata fermamente al terreno, ma garantire un impatto ambientale minimo. Inoltre, il guscio esterno è stato realizzato con un materiale molto resistente in collaborazione con Rieder. Grazie ad elementi di sottile calcestruzzo in fibra di vetro, è stato possibile soddisfare esigenze estetiche, qualitative e di resistenza alle intemperie. Il design degli interni è semplice, totalmente subordinato alla funzione di rifugio, concepito per ospitare un massimo di otto alpinisti.
Tra tutti i progetti proposti, è stato selezionata l’idea degli studenti Frederick Kim, Katie MacDonald e Erin Pellegrino. Dopo la conclusione del semestre accademico, OFIS architects e gli ingegneri strutturali AKT II hanno continuato a sviluppare e adattare il modulo al sito, rispondendo ad ulteriori input da parte degli alpinisti, Anze Cokl, Milan Sorc e altri ingegneri, fino alla sua realizzazione.

Il progetto è costituito da tre moduli, in parte per consentire il trasporto e anche per dividere lo spazio programmaticamente. Il primo modulo comprende un ingresso, un ripostiglio e un piccolo spazio per la preparazione del cibo. Il secondo offre spazio sia per dormire che per socializzare, mentre nel terzo vi è la zona per le cuccette. Le finestre su entrambi i lati offrono una splendida vista panoramica sulla valle e sulla Skuta Mountain. A causa della natura del processo di installazione, il rifugio è stato progettato in moduli in modo da poter essere trasportato sulla montagna per parti. L'intero prototipo è stato costruito fuori sede in officina. I moduli sono stati progettati come una serie di robusti telai, da poter assemblare in loco. Al fine di non alterare il contesto ambientale, i moduli sono stati fissati su supporti posizionati strategicamente, che fungono anche da fondazioni. Il vetro è un sistema a tripla camera che è stato calcolato per resistere alle forti cariche di vento e neve. L’installazione del bivacco è stata effettuata da PD Lubiana Matica sotto la direzione di Matevz Jerman, trasportato in elicottero dalle forze armate slovene e una squadra di soccorso alpino - stazione di Lubiana. L'intero processo di trasporto e l'installazione è stata effettuata in un giorno. Nonostante la piccola scala del bivacco, il progetto ha richiesto un grande sforzo di pianificazione da parte di oltre sessanta partecipanti, per lo più volontari e sponsor. Tutti sarebbero d'accordo che, nonostante le piccole dimensioni, non è stata un’impresa meno impegnativa di qualsiasi altro grande progetto di costruzione. Tuttavia, tutti gli sforzi impiegati sono necessari al fine di mantenere la memoria, lo spirito e la cultura della montagna, quale luogo speciale per gli sloveni. La speranza è che il bivacco servirà da rifugio per tutti gli alpinisti che ne avranno bisogno, e che, attraverso la loro cura e attenzione, continuerà ad esserlo per molti anni.

* La montagna più alta della Slovenia e la vetta più alta delle Alpi Giulie. La montagna è il simbolo per eccellenza della Nazione slovena. E 'il cuore del Parco nazionale del Triglav, unico parco nazionale della Slovenia.