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The free standing ceramic washbasin, Le Giare collection, special colored for the Antinori Winery. Designed by Claudio Silvestrin. Photo by Valentina Muscedra.

Marco Casamonti: In un’epoca in cui la ceramica per il bagno è sostanzialmente contraddistinta dal minimalismo del bianco, cosa ha motivato Cielo nello scardinare questa consuetudine?
Alessio Coramusi: Va detto che l’uso del colore nell’ambiente bagno, e in particolar modo nella ceramica per i sanitari, era particolarmente in voga negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso con sanitari neri, rossi, rosa, con sanitari fortemente colorati che si abbinavano ad un bagno caratterizzato dall’uso di piastrelle e rivestimenti parietali molto accentuati rispetto al tema del colore. Questi richiamavano in qualche modo le immagini degli ambienti Pop degli stessi anni, caratterizzati da grandi decorazioni iper-colorate. Con gli anni ’90, relativamente ai sanitari, in realtà si è tornati a utilizzare totalmente e unicamente il bianco, perché lo spazio bagno ha smesso di essere un luogo a forte decorazione per diventare una stanza della casa come le altre, improntata a rigore e sobrietà. Questo continua tutt’oggi.
La nostra idea è quella di re-introdurre il colore nell’ambiente bagno, ma non il colore forte
e sgargiante degli anni Settanta, non l’immagine Pop di uno spazio iper-decorato, ma i colori pastello, capaci di dare all’ambiente bagno quell’idea di naturalità, di sostenibilità, di eco-compatibilità che caratterizza molti degli spazi della casa. Pertanto abbiamo avviato una ricerca molto attenta sull’uso dei colori delle terre, cercando la naturalità negli elementi, nei componenti dell’arredo e dell’architettura della casa, affinché vi sia meno artificialità all’interno dello spazio dell’abitare. In fondo, anche il colore bianco, come si usa negli smalti per i sanitari, è un colore artificiale, le terre naturali non sono bianche.
Abbiamo cercato di interpretare il desiderio di tornare all’utilizzo di elementi naturali all’interno della casa. Il colore delle terre, del legno, delle ossa, i colori della natura. Questo ritorno al colore, quindi, è completamente diverso, è assolutamente alternativo rispetto ai colori sgargianti e psichedelici degli anni Ottanta. È un ritorno al colore che vuol dire rigore, sobrietà, ma anche armonia con le immagini e l’abitare nella natura.
M.C.: Questo nuovo processo di ricerca quando e come è stato avviato? L’identità territoriale di Civita Castellana, dove si trova l’azienda, fortemente caratterizzata dalla presenza della natura, dal tufo alle terre agli elementi vegetali, ha influito sulle nuove scelte cromatiche e materiche di Cielo?

A.C.: La ricerca del colore portata avanti da Cielo nasce soprattutto dal desiderio dei progettisti e degli architetti. In particolare, tu, come nostro art-director, mentre stavi progettando la grande cantina per i Marchesi Antinori, una sorta di omaggio alla natura, ci hai chiesto di fare una ricerca sugli smalti, smalti che rappresentassero i colori della natura, i colori delle terre. Siamo quindi partiti da un’esigenza di un progetto specifico cercando di trovare, insieme a te, i cromatismi della terra; un lavoro che aveva come obiettivo quello di trovare una serie di tonalità degli smalti che potessero essere offerte sul mercato. Ma l’esperienza della Cantina Antinori ci ha anche insegnato che ogni architetto può, sulla base di certi numeri, anche scegliersi il proprio colore, a dimostrazione che il sanitario non è più un oggetto di design fornito come immodificabile, ma un componente che può essere a sua volta progettato attraverso studi appositi. Naturalmente non si deve pensare che la ricerca del colore nella ceramica sia un elemento facile o scontato. Pensiamo a quanti grandi maestri ceramisti, dal Rinascimento, con Luca della Robbia, fino al XX secolo con Gio Ponti, si sono confrontati con la ricerca di specifiche cromaticità. Quando i colori vanno in cottura, arrivando fino a 1200 gradi, questi cambiano sia fisicamente che chimicamente; per ottenere un colore, quindi, se ne deve produrre un altro considerando tutto il processo della sua produzione. La ricerca dei colori è quindi molto faticosa e richiede maestranze preparate. Noi, per selezionare i 12 colori che oggi proponiamo sul mercato, abbiamo impiegato, insieme a te e al nostro staff, oltre 12 mesi di prove per ottenere i colori delle pietre, dei cementi, delle rocce, degli alberi, delle foglie, con uno sforzo effettivamente molto forte. Pensiamo, però, che il nostro sforzo sarà premiato dall’unicità di un’offerta sul mercato che, in questo momento, solo Cielo è in grado di dare riportando l’arte della ceramica nell’ambiente bagno.
In questo il territorio ci è vicino, perché Civita Castellana è caratterizzata da una grandissima tradizione che, in particolare nella nostra azienda, viene mantenuta e protetta come risorsa per un’attenta lavorazione della ceramica.
M.C.: Colore vuol dire anche nuova matericità, nuova tattilità del sanitario piuttosto che del lavabo. Quindi le nuove tonalità di Cielo corrispondono anche a una nuova sensazione tattile dell’oggetto di design?
A.C.: Sì, Cielo è stata la prima azienda nel proprio settore che oltre a lavorare sui volumi e sulle forme ha lavorato sulle superfici. In particolare, tutti i colori proposti da Cielo, proprio perché vogliono conferire al prodotto un’idea di autentica naturalità, si associano a materiali non lucidi ma proposti in una finitura morbida e particolarmente piacevole al tatto. I nostri sono oggetti vellutati che, al tatto, evocano la pietra, il legno, le piante. C’è in loro una morbidezza che appartiene a quella ricerca di naturalità non limitata, ovviamente, al cromatismo, ma che influisce sulla sensazione del tatto. Possiamo dire, quindi, che oltre alla cromaticità, l’esperienza tattile caratterizza le superfici proposte da Cielo.
Io, quindi, non parlerei semplicemente di colore ma parlerei di un progetto che lavora sulle percezioni
e sulle sensazioni che sono, appunto, tattili e cromatiche. Adesso stiamo anche sperimentando, e questa è la nostra novità, un’esperienza olfattiva.
M.C.: Cielo sta quindi lavorando nell’ottica di una maggiore personalizzazione dell’ambiente bagno. La possibilità che Cielo dà di scegliere il proprio colore e la propria tattilità corrisponde anche per il cliente finale al poter progettare un ambiente su misura, personalizzato?
A.C.: In questo momento Cielo non guarda solo al cliente finale ma, con particolare attenzione, anche al progettista. Il bagno deve essere un ambiente che si può e si deve progettare, Cielo vuole fornire agli architetti strumenti di lavoro per costruire spazi, ambienti, che siano in linea con il sentire e con i desideri delle persone. Questo è il compito dei progettisti, ma il compito dell’azienda, la sua missione, è quella di fornire loro gli strumenti per ottenere questo risultato.

Alessio Coramusi, amministratore delegato Ceramica Cielo.

Cielo è un’importante realtà nel settore ceramico italiano all’avanguardia per la qualità del design e della tecnologia. Alla base dell’unicità del prodotto di design Cielo risiede la capacità imprenditoriale di conciliare un prodotto industriale di altissima qualità con la volontà di non perdere la tradizione della lavorazione fatta a mano. Ciascun singolo pezzo uscito dai forni Cielo, viene lavorato, plasmato e rifinito dalle mani esperte di donne e di uomini, veri e propri artigiani, che trasformano così un prodotto seriale in un vero e proprio pezzo di design, unico e prezioso; prodotti handmade in Italy in cui confluiscono innovazione tecnologica, recupero della tradizione manifatturiera ed espressione artistica.