Un intervento fondato sull’ascolto, sulla sottrazione e sul rispetto della materia originaria. È questo il principio che guida il progetto di restauro firmato dall’architetto Ignazio Buscio insieme a sua moglie Gabriella Anzelmo, che hanno restituito nuova vita a una residenza borghese di fine Ottocento situata in un grande centro urbano della provincia di Palermo.

La casa, pensata per la figlia della coppia committente, si sviluppa su tre livelli: il piano terra con corte interna, il primo piano destinato alla zona abitativa principale e il sottotetto, oggi trasformato in studio con accesso diretto dal disimpegno notte e terrazzo di copertura. Fin dall’inizio, l’obiettivo è stato chiaro: “togliere” per valorizzare, rimuovere ciò che nel tempo aveva appesantito la struttura per ridare coerenza e autenticità all’insieme.

La prima operazione è stata quella di eliminare tutti gli elementi privi di valore – gessetti, pavimenti in graniglia, stucchi posticci – per riportare alla luce la materia originale. Una scelta che ha permesso di restituire respiro alla bellezza autentica dell’edificio, valorizzando le sue volte in cotto, ora lasciate a vista nella zona giorno, e le cementine storiche, recuperate e riposizionate in due ambienti. Il progetto ha ridefinito la distribuzione interna con una nuova fluidità, creando una connessione visiva e percettiva tra la zona giorno, la corte e il terrazzo.

L’intervento di restauro ha puntato a ottimizzare gli spazi rendendoli più funzionali e contemporanei, migliorando il dialogo tra interno ed esterno. Sono stati rimossi i tramezzi non portanti, mantenendo inalterati i setti strutturali delle volte, in un equilibrio tra rispetto e modernità.

In questa ricerca dell’essenzialità, le aperture diventano strumenti progettuali discreti, pensati per non interrompere la continuità visiva. "Abbiamo optato per soluzioni non invasive, quasi invisibili, per non rubare la scena all’edificio - prosegue Buscio -. Le porte filomuro ECLISSE Syntesis Line battente si fondono con la muratura, permettendo una lettura pulita degli spazi".
Le scelte tecniche, affidate ai sistemi ECLISSE, rispondono dunque a una logica di leggerezza e integrazione, senza mai imporsi sull’architettura

La zona giorno si apre come un unico spazio continuo, illuminato da grandi vetrate che affacciano sulla corte e sul terrazzo. Qui convivono zona relax, sala da pranzo e cucina con isola centrale, definite da pareti bianche e volte in cotto a vista, a padiglione e a botte. Dal soggiorno si accede al bagno ospiti, ricavato in un locale con luce zenitale, mentre porte scorrevoli separano lavanderia e dispensa. Gli sportelli ECLISSE Syntesis Areo chiudono con discrezione i vani tecnici, garantendo uniformità visiva.

Nella zona notte, più intima e raccolta, una porta a bilico in vetro fumé introduce agli ambienti privati. Le porte filomuro accompagnano il corridoio con rigore, conducendo alla camera padronale con bagno e cabina armadio – entrambe con volte a padiglione e tonalità grigio-blu – e alle due camerette con bagno comune, chiuso da una porta scorrevole a scomparsa.
Il progetto si conclude come un esercizio di sottrazione consapevole, dove ogni elemento ha una funzione precisa, ma nessuno prevale. In questo equilibrio tra storia e contemporaneità, tra pieni e vuoti, il restauro diventa linguaggio di misura e armonia.



