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Architettura meteorologica
Dopo decenni di architettura concreta, dove gli interessi privati e individuali del soggetto hanno sostituito i piani progressisti e di impegno morale che avevano caratterizzato la modernità, l’architettura si sta lentamente spostando dal reale e visibile verso l’invisibile, deviando verso il microscopico e l’atmosferico, il biologico e il meteorologico. Le preoccupazioni odierne sono questioni climatiche, di riscaldamento globale. A questo estremo, il campo del visibile, fino ad oggi saturo di simboli, di morali, di narrazioni e di interessi del singolo individuo, si sgonfia, si svuota, si fraziona, si schiarisce, si alleggerisce, si deforma, si annulla. Al limite tra fisiologico e climatico, tra determinismo e libertà, lo spazio che si è aperto adesso, fluttuante, indeciso, è lo spazio di un nuovo paesaggio umanizzato.
In questo nuovo ambiente più introspettivo, fatto di geografie e microclimi, il programma di Philippe Rahm propone un altro modo di occupare lo spazio, non solo in orizzontale ma anche in verticale, andando ad abitare le differenti altezze, i differenti strati dell’aria, e le differenti temperature. I mobili trovano a questo modo posto tra insolite altezze, tra sedie e pavimento, tra tavolo e soffitto, permettendo di pensare lo spazio interno non più soltanto come una superficie, ma come un volume, un’atmosfera che permette una sorta di migrazione climatica interiore, una transumanza termica domestica. I seguenti progetti rappresentano un’esplorazione immediata di questo linguaggio. Senza alcun presupposto formale o funzionale si lasciano sorprendere dall’emergere di possibili spazialità non pre-determinate. Si originano dall’inversione tra forma e funzione. I problemi tecnici legati allo sviluppo sostenibile sono alla base di questi progetti, e anziché adattarsi ad un progetto di architettura concepito a priori, un progetto che segue un predeterminato simbolismo o un utilizzo, sono invece all’origine della forma stessa dell’edificio. Il tasso di umidità dell’aria, la sua misura e quantità all’interno, la ripartizione dello spazio in funzione alla densità e alla sua temperatura, definiscono l’organizzazione dell’edificio in pianta e in sezione. Si originano quindi, e a questo modo, nuove e innovative tipologie abitative. Non si basano su una pianificazione prestabilita e di stampo modernista dell’abitazione, con definite ripartizioni sociali e convenzionali, con suddivisioni tra privato e pubblico, anonimo o soggettivo, bensì secondo componenti sensuali e fisiologiche che emergono dal trattamento delle tecniche dell’edificio, come dei microclimi da abitare.

Philippe Rahm

1687. È l’anno in cui per la prima volta l’aria viene considerata come un bene di proprietà privata e non più di un bene comune, o di anonima proprietà. La prerogativa e caratteristica alla base di ogni complesso condominiale è quello di comunità. Di base, si possiede la parte privata e si condividono, a volte forzatamente, la parti in comune, scale, corridoi, giardini.
2009. È l’anno in cui l’IBA di Amburgo, indice un concorso dal titolo emblematico di Smart Material Houses – abitazioni dai materiali intelligenti. Come tutte le iniziative di IBA (letteralmente: mostre internazionali di architettura che in realtà modificano permanentemente il panorama urbano) la richiesta del bando di concorso è quella di risolvere problemi urgenti e contingenti, in questo caso, realizzare abitazioni  condominiali realizzati con materiali e tecniche innovative.
011010. è un progetto suddiviso in tre edifici, che funzionano utilizzando tre materiali intelligenti, o meglio dove i materiali non esistono, non sono visibili ma percepibili: conduzione, vapore e convezione. Conduzione e convezione sono due differenti fenomeni fisici di scambio di calore/vapore, lo stato più effimero di un materiale. Possono essere utilizzati per costruire? Sostanzialmente sono questi fenomeni a determinare una nuova suddivisione dello spazio interno a seconda degli scambi di calore, e a seconda della necessità di avere temperature più o meno elevate, una maggiore, minore, o variabile percentuale di umidità. La giuria selezionò 011010. nel 2010, richiedendo di sviluppare la proposta ‘convettiva’.
1399. è dunque il progetto per un condominio che funziona a convezione; tale fenomeno fisico segue la naturale legge di Archimede secondo la quale quando l’aria entra in contatto con un corpo più caldo, diminuisce di densità, diviene più leggera e tende a salire, generando moti convettivi: il fluido più caldo sale verso l’alto e quello freddo scende. In alto avremo temperature più elevate, in basso condizioni più fresche. Sono dunque gli spostamenti di aria calda a determinare gli spazi interni, la disposizione delle funzioni e quindi a legiferare una differente domesticità. La temperatura non è la stessa in ogni ambiente dell’abitazione, ma varia a seconde delle nostre attività, avremo bisogno di una media di 18 gradi in cucina, dove si è solitamente vestiti e fisicamente più attivi, si può salire a 20 gradi nel soggiorno o in zone studio dove solitamente è scarso il movimento, e anche qualche grado in più in bagno dove si è senza vestiti. In relazione a questo, lo spazio si modula su differenti altezze e ampiezze, e la disposizione dei locali cambia rispetto a quella tradizionale: la camera da letto si troverà sotto alla stanza da bagno che sarà invece sollevata. I soffitti saranno più bassi se necessario, e per diminuire spazi vuoti che l’aria calda tenderebbe ad occupare.
Ma se una progettazione comune necessita regolamenti e prescrizioni comuni, è anche vero che le esigenze di ogni famiglia possono variare e quindi differenziarsi. Il risultato è quindi una geografia termica, in alzato e in planimetria, comune e anonima nel suo funzionamento, personalizzata nella sua applicazione. Non sempre visibile all’occhio ma percepibile dall’utente.
1399. dichiara “Un materiale intelligente è oggi più legato all’invisibile che al visibile, più all’energia che alla materialità. Intelligente significa un’efficiente gestione dell’energia”. E di efficiente gestione dell’energia saranno responsabili tutti i condomini evitando inutili sprechi, e attraverso sistemi igronometrici e del controllo di aria, le singole unità potranno attingere l’ aria (comune) dall’esterno, per un ricambio interno, per aria condizionata o riscaldamenti e renderla propria.
A fine 2010 IBA ha reso pubblico che Philippe Rahm sarà in grado di realizzare il primo condominio convettivo, ma solo dopo che si saranno trovati investitori reali (e privati).

 

Philippe Rahm (1967) ha studiato alla École polytechnique fédérale a Losanna e a Zurigo. Lavora a Parigi. Nel 2002, è stato scelto come rappresentante svizzero alla 8° Biennale di Architettura di Venezia ed è stato candidato nel 2009 per l’Ordos Prize in Cina.  È stato direttore del Diploma Unit 13 alla AA School di Londra, visiting professor alla Accademia di Architettura di Mendrisio in Svizzera, alla ETH di Losanna e alla Royal School of Architecture di Copenaghen. Attualmente è visiting lecturer alla Princeton University, USA. Ha lavorato a molti progetti pubblici e privati in tutta Europa. Ha insegnato in varie università, tra le quali Cooper Union NY, Harvard School of Design, UCLA e ETH Zurigo.