architect: LDA.iMdA architetti associati

location: San Miniato, Pisa, Italy

year: 2016

cover photo by Medulla studio

Il progetto intende riattivare e sviluppare attraverso il recupero e l'integrazione di un vecchio presidio già adibito ad Orfanotrofio “Madonnina del Grappa” una porzione di territorio a ridosso del centro storico collinare di una cittadina di origine medievali. Riattivandone le connessioni relazionali attraverso il riuso dei “vicoli carbonari” utilizzati fino al secolo scorso dai carbonai per portare il carbone in città ed attraverso il riutilizzo di percorsi nel bosco circostante il plesso per garantire la sorveglianza e la manutenzione dei versanti. La “Casa verde” così storicamente chiamata fino a metà degli anni cinquanta per la forte valenza sociale orfanotrofio appunto e perchè immersa in un bosco di “Quercus Ilex” Lecci, è sempre stata punto di riferimento per San Miniato per l'associazionismo il volontariato, ed anche quando la Fondazione Stella Maris l'ha adibita a residenza sociale per disabili ospita essenzialmente ragazze affette da patologie di carattere neuropsichiatrico.

Il progetto è di fatto una ricerca di legami di fratellanza: il legame con il bosco, attraverso lo studio del colore e delle sfumature che esse hanno nelle diverse stagioni, la facciata ne raccoglie sotto una lettura contemporanea la valenza cromatica; un legame delle “ragazze ospiti” con il luogo attraverso la rilettura dei loro lavori e delle loro espressioni così l'editing sulla facciata in vetro vorrà trasmettere; il legame dell'istituzione con la città attraverso il recupero dei percorsi nel territorio verso il nucleo storico; il legame e la ricerca verso la luce naturale, continuamente e ostinatamente cercata e filtrata nel vano scala principale; il legame visivo verso il paesaggio e la sua ostinata volontà di rimanere come il filare secolare dei cipressi tangenti alla struttura. L'arte lega in ultimo questo breve racconto attraverso la rilettura dell'artista “Mercurio-S17S71” dei volti delle ragazze che ha dato vita alla collezione “Sciamani” esposti in parte internamente alla hall d'ingresso. Il progetto attua un Piano di Recupero molto più ampio, al momento realizzato per la quasi totalità: manca di fatto il corpo dei laboratori seminterrati sul lato sud ovest dell'edificio ed i percorsi dei carbonai, che verranno costruiti secondo il programma concordato. L'idea matrice dell'impianto è quella di salvaguardare nei materiali e nelle forme _ come evidenziato dalle geometrie delle coperture_ l'impianto originario e sottolineare l'ampliamento con forme e materiali maggiormente legati alla cultura contemporanea.

In questo elaborato processo progettuale l'idea e la consapevolezza di intervenire in un luogo “fragile” da un punto di vista paesaggistico ci hanno aiutato: la scelta del colore verde, non uniforme, del secondo livello della facciata indaga sulla possibilità di inserire e attenuare il nuovo volume nel contesto. Ma la facciata ventilata non ha solo una valenza cromatica, ma vuol avere più attimi di lettura: il doppio livello microforato dei singoli pannelli le conferisce diafanità se osservata da vicino e massività se osservata da lontano. Infine ma non elemento marginale, il filtro e le bucatore sulla facciata principale esaltano il rapporto interno esterno: la luce naturale filtrata dal diaframma microforato crea nello spazio interno del vano scale principale una sensazione di quiescienza ; le bucature con cui dialoga la facciata creano due cannocchiali ottici che proiettano con lo sguardo il fruitore dello spazio interno sul percorso d'accesso storico alla vecchia villa in un caso e sulla vecchia colonica in fase di ristrutturazione nell'altro. Gli spazi indoor nella sua semplicità hanno voluto ricreare la sensazione e l'idea di un clima ovattato (in considerazione delle patologie neuropsichiatriche degli abitanti) il colore base utilizzato è un grigio chiaro molto avvolgente (RAL 7047) che dialoga con linee colorate che formano e sottolineano le tre diverse zone dove le ragazze sono divise in base al grado della loro patologia: il Verde, il Blu e l'Arancio dettaglio cromatico che ritroviamo in tutti gli arredi e le icone, un po' ancestrali, che individuano le varie funzioni.

Aspetti tecnici:
estrema leggerezza degli ampliamenti al fabbricato esistente: struttura in acciaio tamponamenti con sistema Knauf Acquapanel oltre la creazione di un vano interrato. Lo scopo era quello di non incrementare i carichi in sommità al crinale esistente per salvaguardare la stabilità del versante; la facciata in doppia lastra di alluminio microforato migliora le prestazione estive dell'edificio raffrescando i lati più esposti ai raggi solari; le centrali e le sottocentrali sono stati integrate nel paesaggio sfruttando la posizione di crinale del sito interrando parzialmente i manufatti e ripristinando la continuità del paesaggio in copertura; il parcheggio antistante è stato creato abbassando il piano di campagna creando sul lato del pendio un fronte di terre armate a sostegno.

architetti: LDA.iMdA architetti associati
website: www.ldaimda.com
completamento: dicembre 2016
programma: casa di cura per problemi di salute mentale per giovani donne
area lotto: 3800 mq
area edificata calpestabile: 1060 mq
area totale lorda: 2530 mq
struttura: metallo / cemento
finitura: lamine in metallo perforate / intonaco / vetro
luogo: Via Aldo Moro 18, San Miniato, Pisa, Italia
cliente: IRCCS Stella Maris Foundation
costo: 3.925.787 euro
fotografo: MEDULLA studio
team: LDA.iMdA architetti associati (Paolo Posarelli, Gianni Bellucci, Stefania Catastini, Massimiliano Settimelli, Alberto Canzoniero, Elena D'Andrea, Cristina Toni, Matteo Gallerini)
impresa principale: Carmine Pagano srl
Consulenti:
analisi territoriale:
Andrea Pozzuoli
progettazione strutturale: STUDIO TECNO srl, ingegnere Andrea Capecchi
progettazione impianto elettrico: engineer Massimiliano Valeri
progettazione impianto di riscaldamento: engineer Claudio Magni
sicurezza cantiere: STUDIO TECNO srl, Lorenzo Paterlini
fornitori:
Carmine Pagano srl
Artwood srl
Saverio srl