area 139 | under construction

architect: Toyo Ito & Associates

location: Taichung, Taiwan

year: 2016

Il teatro dell’opera Taichung è un complesso costituito da tre elementi: il gran teatro con 2014 posti a sedere, il teatro di prosa con 800 e la sala sperimentale o black box con 200. Si aggiungono a questi tre elementi la Art Plaza, lo spazio dedicato all’arte e alla creatività, ristoranti e caffetterie. Ogni piano dispone di aree aperte al pubblico, collegate con il parco e con il giardino pensile. Tutti gli ambienti sono tra loro collegati grazie a una struttura dalla superficie curva e tridimensionale costituita da catenoidi, che forma una rete verticale e orizzontale di vuoti tubolari. Tutti possono godersi la magia di uno spettacolo con video e audio di alta qualità, grazie ai sistemi di home theater. Domandarsi dunque quale sia il senso di realizzare un nuovo teatro equivale a domandarsi quale sia l’essenza stessa dell’arte performativa, significa ripensare la natura del progetto architettonico poiché lo spazio architettonico e l’arte che si svolge in esso sono elementi inscindibili. La strategia adottata dallo studio è stata quella di utilizzare, quale concetto spaziale, la caverna del suono. L’arte performativa nasce dall’integrazione, a livello spaziale, di tutta una serie di energie, quella del pubblico, quella dell’attore, del corpo, dell’arte, della musica e dell’informazione.
Il teatro dell’opera Taichung può essere interpretato non solo come un complesso che riunisce in sé più teatri, può altresì essere visto come una “combinazione di attività tra loro differenti”; il complesso dunque, nella sua interezza, diviene un affascinante centro di produzione di cultura. Negli ultimi anni, gli edifici adibiti a teatro si sono rivelati troppo rigidi, una rigidità dettata da una serie di preconcetti didascalici, che definivano le specifiche tecniche della tipologia “teatro”. Quest’ultimo è essenzialmente un luogo in cui le persone si incontrano, cantano, danzano, un luogo brulicante di attività e pieno di sorprese. Immaginiamo che antichi esploratori si trovino a percorrere un tunnel e che, alla fine di questo, si trovino di fronte ad una piazza magica; senza dubbio esclamerebbero “forza, venite tutti qui, questo è un teatro. C’è posto per 2014 persone, ci vuole una festa!”. Sono all’interno del Taichung si può veramente capire cosa significhi trovarsi di fronte a un teatro all’uscita di una caverna.
La forma della caverna è il risultato dell’applicazione di un sistema denominato “griglia emergente”, un sistema non lineare che dà vita ad uno spazio organico e complesso, partendo tuttavia da regole semplici e flessibili. La superficie curva in 3D è ottenuta dall’elaborazione di una griglia bidimensionale a più strati; intervenendo su tale griglia è stato possibile integrare il teatro e la caverna del suono. Quest‘ultima è divisa in due zone da una sottile membrana: una lontana ma collegata, l’altra vicina ma separata dalla membrana. Ecco dunque che si vengono a creare nuovi rapporti tra i diversi spazi e tra le persone all’interno di essi.
L’utilizzo di tecnologia digitale permette a un sistema non lineare di divenire realtà. Il nostro scopo, tuttavia, è quello di creare un’esperienza spaziale estremamente realistica, partendo da qualcosa di primitivo. Lo stesso processo di costruzione risulta particolarmente realistico. Abbiamo scelto materiali primitivi, come l’acciaio, per barre che sono state piegate a mano, il calcestruzzo è stato invece gettato.