Il progetto curato da Ann Lisbet Studio, Cuddymoss, ha vinto l’ultima edizione del RIAS Andrew Doolan Best Building in Scotland Award. Si tratta di un antico rudere in pietra trasformato in una moderna casa di design, la prima abitazione di nuova progettazione a vincere il premio, istituito nel 2002 dalla Royal Incorporation of Architects in Scotland (RIAS).
Cuddymoss è stata concepita dallo studio come “un’abitazione all’interno di un rudere”, sottoposta a un intervento sobrio e rispettoso, che ha restituito vita all’edificio, trasformandolo in una casa contemporanea senza alterarne l’essenza storica.
In questo contesto, la cucina Artematica di Valcucine si è rivelata la scelta ideale per un'architettura sostenibile che fonde passato e presente nel rispetto dell'ambiente, non solo per la sua funzionalità senza tempo, ma anche per la sua capacità di armonizzarsi con la visione architettonica complessiva.
L’abitazione si inserisce con discrezione nelle rovine di un edificio risalente a oltre duecento anni fa, originariamente destinato a ospitare persone e bestiame. Un intervento mal calibrato avrebbe potuto rendere la struttura eccessivamente domestica o romantica; al contrario, la delicatezza dell'approccio ha permesso di preservarne l’autenticità e il legame con il paesaggio circostante.
“Al momento della nostra visita, erano rimasti solo quattro muri esterni, una lastra di cemento, due muri di mattoni per separare il bestiame e un unico muro di pietra. La struttura era il frutto di aggiunte e modifiche accumulatesi in più di duecento anni. Pietra, arenaria, mattoni locali e cemento si mescolavano, raccontando non solo la storia dell’edificio, ma anche quella del territorio e dei materiali utilizzati nella zona nel corso dei secoli” racconta Ann Nisbet, architetto e direttrice dello studio Ann Nisbet.
Per il cliente era fondamentale che le modifiche fossero minime. La sua visione, quella di un custode più che di un proprietario, ha guidato l'intero progetto con l'obiettivo di preservare il legame tra l’edificio, il paesaggio e le persone che un tempo lavoravano quella terra, assicurando che la struttura continuasse a raccontare la sua storia. Ogni dettaglio dell’edificio originario è stato attentamente misurato e documentato, con disegni che tracciano l’evoluzione dalla sua condizione originale nei primi anni dell’800 fino alle più recenti modifiche strutturali, come l’integrazione dei mattoni locali.
All'interno del rudere è stata inserita una nuova costruzione in legno. Ciò ha permesso di arretrare le finestre rispetto alle aperture in pietra, creando profondi rientri che evidenziano il contrasto tra nuovo e antico. Questo intervento rispetta la longevità della struttura, poiché la nuova costruzione potrà essere rimossa, consentendo alle generazioni future di riutilizzare l’edificio originario. Esternamente, il restauro è stato delicato, preservando e valorizzando le numerose modifiche avvenute nel corso della sua storia. È stata utilizzata ardesia scozzese recuperata per il tetto e le vecchie aperture sono state riaperte, mentre una nuova apertura nella facciata anteriore è stata evidenziata da una cornice in alluminio sporgente.
Un secondo edificio, un volume semplice che richiama le proporzioni della struttura originaria, si distingue per il rivestimento in larice naturale, lasciato esposto agli agenti atmosferici. Le due costruzioni sono collegate tramite un passaggio vetrato che mantiene un dialogo tra i volumi.
All’interno, la zona centrale ospita cucina, sala da pranzo e soggiorno, mentre camere da letto e bagni si trovano alle estremità. Una scala in acciaio grezzo conduce a un ufficio e a una camera aggiuntiva. La sobrietà del progetto si riflette nei pavimenti in cemento lucidato, nel muro di pietra, nelle porte scorrevoli in rovere e nelle strutture in acciaio a vista. Grandi finestre senza cornici permettono un’interazione diretta con il paesaggio, mentre una nicchia sottofinestra offre un rifugio ideale per il cliente, appassionato di birdwatching.
Elemento centrale di questa architettura sostenibile, la cucina Artematica di Valcucine è stata scelta non solo per la sua funzionalità, ma anche per la capacità di armonizzarsi perfettamente con la narrazione architettonica complessiva.
La filosofia progettuale di Artematica nasce da una visione architettonica dello spazio dove i volumi puri si intersecano e si compenetrano valorizzando la diversità dei materiali come la pietra e il legno. Le ante e le colonne in Olmo e il top in Porfido Valle Camonica richiamano i materiali naturali della struttura, creando una continuità con il contesto storico.
I materiali naturali vantano caratteristiche estetiche inimitabili date dall’intensa espressività delle texture, ricche di toni e sfumature; ciò li rende unici e irripetibili. Il fascino di queste superfici è dovuto anche al loro aspetto materico, piacevole al tatto. Le finiture scelte da Valcucine valorizzano tutta la naturale bellezza della pietra e del legno, evidenziandone le caratteristiche.
La lavorazione “fiammato-spazzolato” della pietra associa il trattamento termico della fiammatura, che provoca uno sgretolamento della superficie con un effetto finale di rugosità e microspigolosità, a una successiva operazione di spazzolatura. Il risultato finale è una superficie molto materica ma allo stesso tempo morbida al tatto, con una leggera marcatura dei tipici colori della pietra. Per il legno, una particolare lavorazione messa a punto da Valcucine in due anni di prove è in grado di mantenere inalterata la tattilità naturale della superficie.
Quando si sfiora con le dita il legno così trattato si stabilisce subito un contatto tra corpo e materia. Tavolo e panche Fratavolo, anch’essi di Valcucine e realizzati in legno massello di Olmo, completano la zona conviviale. Il progetto della cucina, realizzato da Nicoletti Arredamenti, riflette i principi del catalogo Ecosophia di Valcucine, basato su sostenibilità, innovazione e artigianato.
“La cucina integra magnificamente l’edificio esistente e l’intervento moderno. Il legno e la pietra creano calore e trasmettono sensazioni tattili ancestrali. È una gioia stare in cucina e ogni piccolo dettaglio è stato curato, dai punti di alimentazione nascosti allo spazio per coltivare le erbe aromatiche” commenta Ann Nisbet, architetto e direttrice dello studio Ann Nisbet.
Sia il progetto Cuddymoss che la cucina Artematica condividono l’impegno a integrare bellezza, armonia e sostenibilità. La scelta dei materiali, l'attenzione ai dettagli e il rispetto per il paesaggio circostante creano un design coerente e senza tempo. Il progetto Cuddymoss ha inoltre messo al centro la biodiversità: sono stati preservati gli alberi esistenti, piantate specie autoctone, favorita la rigenerazione delle terre sovra pascolate e incorporati elementi di design per incoraggiare l'habitat della fauna selvatica.
L'acqua viene prelevata da un pozzo, limitando l'impatto ambientale mentre il riutilizzo delle strutture esistenti ha ridotto la necessità di nuovi materiali.
L'energia è stata minimizzata grazie all’uso di materiali recuperati e di provenienza locale come pietra, mattoni e ardesia. L’isolamento naturale e la struttura in legno contribuiscono a ridurre i rifiuti e l'impronta di carbonio dell'edificio.