Il vento sfavorevole, che ieri mi ha sospinto nel porto di Malcesine, mi ha procurato un’avventura abbastanza seria, che però ho affrontato con disinvoltura e che ora è gustoso ricordare. Come avevo stabilito, stamane per tempo mi ero recato al castello aperto a tutti, perché senza porte, senza custode e senza sentinelle”.

Il passo di Johann Wolfgang von Goethe tratto dal suo libro Viaggio in Italia 1786 - 1788 introduce il suo soggiorno in Veneto. Qui, l’incontro con il Castello Scaligero di Malcesine (Vr), sulla sponda nordorientale del lago di Garda, viene testimoniato anche dalle rappresentazioni grafiche del poeta tedesco. Il castello, di epoca medievale ma dominato nei secoli successivi da veneziani, francesi e austriaci, divenuto famoso grazie all’incontro con Goethe, è stato recentemente oggetto di riqualificazione illuminotecnica; il progetto luce, curato dallo studio di lighting design Lucearchitettura con il supporto degli apparecchi L&L Luce&Light, ha reso la struttura fortificata ancora più affascinante e coinvolgente.

©Alessio Tamborini

Edificato su tre livelli accessibili tramite percorsi interni, il castello presenta una torre a pianta pentagonale irregolare e una “casermetta” (o Palazzo Veneziano), ovvero un piano inferiore in cui anticamente alloggiava la guardia del castello; poco più in là un poggiolo che, sporgendo a picco sopra le acque del lago a un'altezza di 24 metri dalla superficie, consente una visione ampia e suggestiva del lago stesso e dei monti circostanti.

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L’accesso al castello, corrispondente al nuovo ingresso, è caratterizzato dalla luce degli apparecchi Bright 2.4 5W 3000K 45° CRI>90 con schermo antiabbagliamento integrato: gli incassi, posizionati a terra nelle pareti laterali delle due arcate contigue creano profondità ed esaltano le forme arrotondate delle palle di cannone con drammatici effetti chiaroscuri. Nella parete a sinistra, varcato l’ingresso, due proiettori Ginko 2.0 5W 3000K e 4000K CRI>90 con ottica ellittica 13°x52°, il primo e ottica 45° il secondo, entrambi con cannocchiale antiabbagliamento asimmetrico illuminano magistralmente resti di affreschi, probabili residui di una cappella scaligera. Lo stesso apparecchio, in versione 3000K e con ottica 45°, illumina nell'angolo nordorientale del cortile posto alla base della torre un affresco trecentesco che raffigura una Madonna con Bambino.

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I segnapassi Rondò 2.1 2W 3000K con ottica radiale installati a pavimento consentono l’illuminazione del passaggio di collegamento tra il primo e il secondo cortile che conduce all’esterno della residenza scaligera, riuscendo a illuminare anche il muretto posto frontalmente. Gli stessi apparecchi sono stati utilizzati per l’illuminazione perimetrale di un particolare spazio sopraelevato, chiamato “Rivellino”, da cui si ammira il paese, il lago, e il fianco occidentale del Monte Baldo e che viene utilizzato oggi per celebrare matrimoni da “favola”, con una vista mozzafiato del lago di Garda, mentre gli incassi Litus 1.6 3,5W con ottica diffusa sono stati utilizzati per illuminare tutte le zone di passaggio con copertura a volta.

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Gli apparecchi Bright 2.4 5W 4000K 34° CRI>90 hanno trovato applicazione nell’illuminazione dal basso verso l’alto di enormi piante di ulivo e alloro. La roccia da cui si erge la parte ovest del castello invece è stata messa in evidenza da alcuni proiettori Ginko 3.0 10W 3000K con ottica 13°x 58° e cannocchiale asimmetrico montati su picchetti e posizionati tra gli anfratti rocciosi. Il terzo cortile, il più alto e più settentrionale, si raggiunge per mezzo di una rampa e attraverso un portale scaligero, dove i proiettori Ginko 1.0 inseriti nella struttura dei parapetti enfatizzano la plasticità materica della pietra e creano un disegno di luce verso la parete sottostante.

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Un progetto così complesso ha richiesto un intervento su più livelli nel pieno rispetto del luogo e dell’ambiente circostante, e ha preso in considerazione sia l’aspetto estetico/ monumentale dell’edificio, sia i percorsi funzionali interni al castello. L’esperienza nel recupero di edifici storici e l’estrema sensibilità per il luogo antico da parte di Lucearchitettura hanno conferito all’intero maniero una nuova immagine con una presenza luminosa più rispettosa, contenuta, che non altera la fisionomia del paesaggio. I proiettori di piccole dimensioni Ginko 1.0 3,5W 3000K con ottica 58° ne sono un esempio lampante: completamente contenuti nello spessore dei montanti sotto al corrimano dei parapetti diventano parte integrante degli elementi architetturali grazie anche alle finiture colore antracite, creano ritmo e diffondono una luce morbida che accarezza i percorsi e si estende fino al muro di fronte.

©Alessio Tamborini

Luce morbida anche per le due imponenti facciate alte 12 metri, ovvero quella del Palazzo Veneziano fronte lago e quella del Palazzo Scaligero, nel cortile intermedio. Con l’utilizzo degli apparecchi Stra 5.0 in acciaio inox 37W in versione speciale Tunable White (3000K- 5000K), incassati a terra, a una distanza che permette di ridurre i contrasti di luce e ombra dati dalla superficie irregolare della pietra, vengono risaltate le verticalità grazie all'ottica wall washer che indirizza l'emissione luminosa in modo efficace verso la facciata fino al cornicione.

©Alessio Tamborini

Un’ulteriore particolarità contraddistingue il progetto: sono state utilizzate diverse temperature di colore che variano dai 2200K ai 4000K, affinché i visitatori possano individuare e differenziare  tre delle quattro fasi storiche del castello: prima del 1000, con la costruzione della torre da parte dei Longobardi, dal 1100 al 1300 con gli Scaligeri e i Visconti e la residenza medievale, il 1500 con la dominazione veneziana e il Palazzo Veneziano; il castello ha raggiunto la sua attuale conformazione con alcuni particolari lasciati dalla dominazione austriaca nel 1800. Una scelta frutto di una particolare sensibilità alla storia: un progetto illuminotecnico che vuole dialogare con il presente e farsi portavoce del passato, quasi come la personificazione di una guida che ci racconta il trascorso. La luce, calda e naturale nella torre, nucleo primitivo di tutta la costruzione, si fa sempre più fredda mano a mano che ci si sposta verso l’esterno e ci si avvicina all’acqua, elemento fondamentale per i Veneziani e per le loro capacità di navigazione di fiumi, mari e laghi.