Gli oblò tipici dei sistemi di facciata di Jean Prouvè, la ricchezza materica del linguaggio inconfondibile di Piero Portaluppi, la street art e i graffiti, le suggestioni optical della Space Age, il design contemporaneo e lo stile della Milano del dopoguerra creano la composita tavolozza creativa di ispirazione per Time Capsule, un’intensa ristrutturazione nel quartiere di Brera curata dallo studio Carlo Donati. “Sign O’ The Times” di Prince accompagna idealmente, secondo l’architetto, questo complesso progetto di recupero, che ha visto un grande spazio in un edificio dei primi ‘900 nella città meneghina trasformarsi in una residenza colta e anticonvenzionale: con le sue note, il ritmo condensato di poetiche diverse e il tema delle tracce lasciate dal tempo, il brano musicale allude esattamente all’amalgama raffinato di codici estetici, meticolosamente organizzati e armonizzati tra loro, dell’appartamento.
Nei suoi 350 metri quadri, si svela come un palinsesto, una sovrapposizione e compenetrazione di ‘strati’ completamente pensati e prodotti su misura: a partire dalla pavimentazione dell’ingresso, che anticipa con la sua texture e il match unico di materiali la filosofia della casa. È un gioco di figure geometriche fatto dei marmi Verde Borgogna, Rosa Perlino, Sahara Noir e Travertino chiaro, mentre le pareti ai lati che la racchiudono sono realizzate in legno di noce con effetto cannettato, interrotte in alcuni punti da piccole aperture circolari o ovali con un profilo in rame che costituiscono uno dei simboli grafici maggiormente ripetuto nell’interior design. Un graffito dell’artista inglese Stik fronteggia l’entrata e introduce alla collezione d’arte dei proprietari, mentre la parete di fondo è organizzata con una libreria realizzata su disegno a tutta altezza.
Alla destra di questo spazio si apre l’importante area soggiorno affacciata sul terrazzo giardino esterno, mentre a sinistra, intagliate nella boiserie, sono state ricavate le porte che permettono di accedere alla zona notte, intima e riservata. La prima è dominata da importanti opere, dai morbidi tendaggi, dal tavolo iconico di Eero Saarinen, dalle volte a soffitto che creano un ritmo continuo e un effetto tridimensionale, dalla parete curva in legno laccato lucido verde inglese, alternato a porzioni sempre in noce cannettato con oblò che delimita la cucina, dalla libreria e dai divani curvi che si fronteggiano in due colorazioni, a rappresentare le due anime - femminile e maschile - della casa. Ha una pavimentazione calda in travertino naturale, posato in grandi lastre, che identifica anche lo spazio privato della zona notte, con due camere di ampie dimensioni, rivolte verso la città, e relativi servizi.
La suite padronale ripercorre il motivo del binomio uomo/donna, con soluzioni progettuali che creano allo stesso tempo specifiche identità e un forte legame tra gli opposti. Una doccia walk-in con pareti in vetro funge da separazione tra le due parti, dove sono ripresi i materiali scelti da Carlo Donati per costruire la moodboard di questa residenza: dettagli con effetto rame, il marmo Verde Borgogna a definire il blocco lavabo dell’area maschile e il Rosa Perlino per quello, speculare, dell’area femminile.
In corrispondenza di ognuna è stato impiegato un radiatore Serie T di Antrax IT in nuance bianco opaco, installato in orizzontale, che garantisce il miglior comfort termico, con un funzionamento a bassa temperatura, e un utile supporto funzionale. Disegnato da Matteo Thun & Antonio Rodriguez, il termoarredo è formato dal classico estruso metallico a T utilizzato nelle costruzioni, in alluminio 100% riciclabile, e realizza una comoda mensola sulla quale è possibile riporre salviette o altri oggetti. È dimensionabile al cm e asseconda con questa sua caratteristica esclusiva l’intervento di Time Capsule, per il quale Carlo Donati ha messo in atto un esercizio accuratissimo di ricerca, con lo studio tailor-made di ogni dettaglio, arredo, rivestimento e complemento.