Già nel 1885 i fratelli Mannesmann avevano brevettato un tubolare d’acciaio senza saldature e negli anni Novanta del XIX secolo producevano su scala industriale con il cosiddetto “procedimento Mannesmann” i tubi trafilati a freddo, utilizzati per realizzare mobili destinati alla costruzione di ospedali, case di cura e laboratori, oppure anche sedili delle auto o aerei.
Tuttavia, per avere i primi mobili da arredo in metallo bisogna aspettare fino al 1925, cioè quando Breuer ha l’idea folgorante. Fino a quel momento, infatti, il materiale è considerato troppo duro e freddo per questa finalità, ma ecco che con il tubolare d’acciaio le cose cambiano e si fanno interessanti: è un materiale nuovo, diverso. Contrariamente al legno, non “si porta dietro” una lunga tradizione e i progettisti possono interpretarlo liberamente, a proprio piacimento.

La rapidità con cui si è diffusa questa soluzione è veramente sorprendente, quasi come se il mondo non attendesse altro che l’illuminazione avuta da Marcel Breuer nel 1925 mentre osservava il manubrio di una bicicletta. Da questa intuizione iniziale trovò origine la realizzazione di uno sgabello, di tavoli d’appoggio e il prototipo di una poltroncina club, tutti ottenuti a partire da tubi d’acciaio curvati. Questi oggetti sono il frutto della collaborazione fra Breuer, allora falegname e direttore dell’officina del mobile del Bauhaus, e un fabbro specializzato del laboratorio sperimentale della divisione aeronautica della Junkers GmbH, la Junkers Flugzeugwerke di Dessau.

Nel 1926, a sua volta, l’architetto olandese Mart Stam crea la sedia a sbalzo, priva di gambe posteriori e costruita con dieci pezzi di tubi del gas. Nel 1927, durante la progettazione del quartiere Weissenhof a Stoccarda, Stam presenta la sua idea a Ludwig Mies van der Rohe, direttore del progetto, il quale ne riconosce le potenzialità e trasforma in poco tempo l’idea di sedia ancora rigida di Stam in un modello molleggiato, dalle curve eleganti: la prima cantilever. I tre espongono i propri progetti nel 1927 all’interno degli appartamenti-tipo del nuovo quartiere residenziale.

Viene così alla luce l’idea dei mobili d’arredo in tubolare d’acciaio, ed è subito un vero e proprio boom per il design. In tutta Europa progettisti e architetti iniziano immediatamente a disegnare questi oggetti. In Germania, Francia, Italia, Paesi Bassi e Cechia molti famosi esponenti del mondo del design del calibro di Eileen Gray, Charlotte Perriand, Le Corbusier, Gerrit Rietveld, Hans Luckhardt, Erich Mendelsohn o Alvar Aalto sperimentano le innumerevoli potenzialità del tubolare d’acciaio. La velocità con cui questa innovazione si impone nel giro di soli pochi mesi è ancora oggi affascinante. Già il fatto che, nel 1928, gli esperti dichiarassero che “tutti i problemi di fondo del design erano stati risolti …” testimonia la rapidità di questo processo. Ad appena un anno da Weissenhof si svilupparono già tutte le forme base dei mobili in tubolare d’acciaio alle quali si rifanno poi tutti i progetti successivi.

Il boom di questo “nuovo” design non poteva, certamente, non investire anche l’industria del mobile. Già nel 1928 Thonet firma un contratto con Marcel Breuer al quale era stato suggerito di rivolgersi espressamente a questa azienda esperta nella tecnica della curvatura. Nel 1929 Thonet acquisisce, inoltre, la Standard Möbel, fondata da Breuer nel 1926, e nel 1930 viene allestito un “reparto acciaio” nello stabilimento di Frankenberg. La tecnologia del legno curvato aveva consentito di industrializzare la produzione di mobili; adesso si vuole trasferire lo stesso processo sul nuovo materiale che ben si presta a realizzare diverse tipologie di mobili in grandi serie, sfruttando il principio della divisione del lavoro, tanto più che le caratteristiche del tubolare - leggero, stabile e molleggiato - lo rendono predestinato alla costruzione di mobili. Negli anni ‘30 Thonet diventa primo costruttore di mobili in tubolare d’acciaio nel mondo, una storia coronata di successi interrotta solo temporaneamente dalla dittatura nazista e dalla Seconda Guerra mondiale. Alla fine degli anni ‘60 il tubolare d’acciaio torna lentamente in auge e ancora oggi Thonet continua a produrre alcuni dei principali esemplari di quel periodo: la sedia S 35 e la sedia bestseller S 32, entrambe di Marcel Breuer, o la prima sedia cantilever S 533 di Mies van der Rohe.

1818, S 32 VH, Hartig & Thiel

Il tubolare d’acciaio liscio, prodotto in serie incarna alla perfezione l’estetica delle macchine tanto celebrata in quegli anni anche se, all’inizio, tutti i mobili erano pezzi unici, minuziosamente realizzati a mano. Al principio sono anche laccati, ma ben presto si afferma il tubolare nichelato o cromato in quanto le superfici luccicanti, a specchio, sono considerate attuali e intriganti e rendono il mobile lo status symbol di una fascia di acquirenti facoltosi, colti, spesso appartenenti al mondo culturale e artistico che, in questo modo, si sentono parte dell’avanguardia. La speranza di democratizzazione inizialmente legata al nuovo materiale, tuttavia, non si avvera del tutto perché la produzione dei buoni vecchi mobili in legno curvato continua a essere più economica.

Sono soprattutto gli architetti del movimento Neues Bauen ad abbracciare con entusiasmo l’idea dei mobili in tubolare d’acciaio: infatti chi mai avrebbe scelto mobili visti e rivisti per un’architettura definita come “innovativa”? Si afferma dunque una concezione diversa dell’allestimento degli interni: invece di arredare completamente singole stanze, come era stato fatto fino a quel momento, è possibile adesso giocare in maniera flessibile con il repertorio in tubolare d’acciaio. Questi mobili leggeri possono essere collocati in base alle esigenze e alla situazione, sono adatti al moderno stile di vita.

Sedie, poltrone, tavoli e scaffali in tubolare d’acciaio si rivelano così partner ideali di un’architettura che desidera superare la pesantezza e le linee definite a favore della leggerezza e della trasparenza. I progetti degli ambienti che si intersecano e sovrappongono in un continuum di linee sembrano proseguire senza soluzione di continuità nei telai aperti e dinamici del tubolare.
O secondo la formulazione di Marcel Breuer: “…i mobili in metallo fanno parte dello spazio moderno perché i mobili e, addirittura, le pareti di un ambiente non sono più pesanti, monumentali (...), sono anzi ariosi, aperti, quasi disegnati nello spazio; non sono un intralcio al libero movimento né un ostacolo per lo sguardo”.
Oggi i mobili in tubolare d’acciaio fanno parte dei classici del design che mettono più o meno tutti d’accordo. Non sono pezzi da museo polverosi, proprio la loro leggerezza e le loro linee ariose li rendono attualissimi, perfetti per la casa, l’ufficio o gli spazi pubblici.