architect: Vermilion Zhou Design Group

location: Beijing, China

year: 2017

Uno spazio artistico per accogliere il pubblico nella città di Beijing in Cina. Il team di Vermilion Zhou Design Group ha progettato un’architettura nuova per il Song Art Museum, considerando fuori moda lo stile vittoriano con giardini di stampo occidentale “come una donna con un trucco eccessivo”. Il primo passo è stato quello di togliere tutti i fronzoli per mostrare l’edificio nella sua forma più pura, riorganizzando lo spazio e il rapporto tra la parte costruita e i cortili. Nei giardini sono stati piantati 199 alberi di pino.

La galleria d’arte, l’edificio principale del complesso, deriva da un lavoro di restauro di edifici classici, trasformati in architetture contemporanee dallo stile orientale. La forma geometrica rappresenta, infatti, l’espressione più oggettiva della logica. Il simbolismo occidentale è stato eliminato nella struttura della galleria per dare risalto al bianco più puro, utilizzando differenti forme geometriche per collegare e creare un nuovo corridoio, colmando la distanza tra i vecchi edifici e alcuni spazi dei cortili. Il terreno all’interno del museo scende sottoterra e crea un’apertura verticale, ampliando la percezione dimensionale.

Il museo è stato realizzato con il fine unico di “presentare l’arte”. In quanto piattaforma espositiva, il Song Art Museum è, secondo gli architetti, un “contenitore d’arte”, progettato per essere replicato in futuro.

Il Song Art Museum trasforma tutto in geometria e purezza. È l’arte contemporanea la vera protagonista che qui appare in varie forme, che mostrano il proprio linguaggio e la propria vitalità senza filtri. La pennellata orientale a mano libera diventa anche il ritmo naturale della riflessione tra architettura tradizionale e moderna.

Design Team
Creative Director, Lead Designer: Kuang Ming(Ray) Chou
Architecture Design: HaiShi, JingHuang
Interior Design: Garvin Hung, JamiePai
Lighting Design: Vera Chu
FF&E Design: Mavis Huang, Boyuan Ling
Photographer: ZhiXia, Jonathan Leijonhufvud