area 103 | Paris

architect: Ateliers Jean Nouvel

location: Paris

Armonie, accordi…

La parola filarmonica racchiude in sé il concetto di “amore per l’armonia”. Noi “suoniamo” armonie successive, armonie urbane. La filarmonica esiste come avvenimento prestigioso che mantiene rapporti armoniosi con il Parco della Villette, la Città della Musica e la circonvallazione periferica di Parigi. Primo: armonia con le luci di Parigi, con il raggio di sole fra le nuvole grigie, con la pioggia… Un’architettura dai riflessi ponderati e composti, creata da un calmo rilievo, materializzata da pannelli di alluminio che disegnano sul pavimento un grafismo esheriano. Secondo: armonia con il parco della Villette, continuità con i temi di Tschumi, riparo-giardino orizzontale sotto l’edificio, puntualizzazione-folie, ombre riflesse negli splendori architettonici e creazione di una montagnola, di una collinetta della Villette, un rilievo minerale percorribile che, proprio come le collinette di Chaumont, costituisce un osservatorio del paesaggio urbano. Terzo: armonia con la città della Musica attraverso il disegno di piani obliqui e pavimentazione con linee di forza già iniziate. Quarto: armonia con la circonvallazione periferica e con la periferia attraverso la creazione di un segno su scala di una vista dinamica e lontana; segno di luce nella notte: puntualizzazione del rilievo, programmi Oggi bisogna stabilire un accordo nuovo con la musica e con il/la melomane, che rischia di diventare pigro/a a causa della comodità d’ascolto offerta dall’hi-fi e dai CD. La filarmonica è un luogo aperto. Primo: l’atrio e i ridotti offrono piaceri terrestri, in questo luogo ci si può dare appuntamento, trascorrere ore a gironzolare per le boutique, bere o mangiare nei bar con vista sul giardino, leggere nei saloni. Secondo: la sala suggerisce toni immateriali di musica e di luce, sospende lo spettatore-uditore nello spazio su ampie balconate, con poltrone più larghe e profonde estremamente comode. La sospensione suscita l’impressione di essere circondati dalla musica e immersi nella luce. L’involucro “ciclorama volumetrico” viene illuminato in modo diverso a seconda del repertorio, di tanto in tanto vengono aperte alcune finestre che si affacciano sul parco o sulla periferia. Terzo: si tratta di ridare lustro al concerto, a un’esperienza unica, che non ha solo a che fare con un’estasi musicale ma anche visiva e sensoriale, si tratta di ricreare quel fascino che si ritrova nelle filarmoniche più prestigiose, tra cui non può mancare di certo quella di Parigi. A favore del teatro parigino gioca un’estetica potente ma al contempo calma, caratterizzata dalla mono-materia, l’alluminio, con sfumature dai toni madreperlacei; delicatezza che si aggiunge al mistero della sala, che risplende nelle pieghe color grigio argento dell’edificio.

 

 

luogo: Parc de La Villette, Paris
cliente: La Philharmonie de Paris
architetto: Ateliers Jean Nouvel (Jean Nouvel & Michel Pélissié)
acustica: Marshall Day Acoustics Limited, Nagata Acoustics
architetto associato: Brigitte Métra
consulenti di progetto: Olivier Boissière, Hubert Tonka
capoprogetti: Eric Stephany (competition), Mathieu Forest (study) Xavier Hardouin (partner)
consulenti: S. Cambrelain, A. Fleischer, F. Madlener, D. Marco, J. Markovitz, G. Pesson, A. Richard, M. Stropa, M. Veaute
costo: 200.000.000 euro
modello: Jean Louis Courtois
foto modello: Maquette Gaston & Seplet