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Si celebra quest’anno, in Italia, in Brasile, e in altri paesi, il centesimo anniversario della nascita dell’architetto e designer Lina Bo Bardi. Nata a Roma il 5 dicembre 1914, quattro mesi dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, Lina si laurea in Architettura nel 1939, prima di trasferirsi a Milano per lavorare nello studio di Gio Ponti. Cofondatrice con Bruno Zevi del settimanale «La cultura della vita», nel 1946 sposa l'impetuoso architetto, critico d'arte e collezionista Pietro Maria Bardi con il quale si trasferisce in Brasile, paese al quale è legato il suo nome e in cui realizza i suoi progetti più significativi, come il Masp (Museo d’arte di San Paolo, 1947, di cui il marito fu curatore) e la Glass House (San Paolo, 1951), la villa-atelier in cui è vissuta fino alla morte nel 1992.

In occasione dell’anniversario, in varie città vengono organizzate mostre ed eventi per celebrare e divulgare una figura singolare di donna e di artista come Lina Bo Bardi. Per una nazione come il Brasile, più di ogni altro paese della sua dimensione, ha rappresentato un continuo stimolo alla ricerca proiettando il suo carattere al mondo intero in parallelo all’architettura e il modernismo internazionale di Lúcio Costa e Oscar Niemeyer. Ma mentre l'architettura brasiliana ha attraversato la fase utopica, Bo Bardi si attesta a distanza attraverso la costruzione di edifici che hanno reso possibile la diffusione del modernismo internazionale, non solo nel sud più ricco del paese, ma anche nell’amato territorio di Bahia, nel culturalmente vivace, ma economicamente svantaggiato nord.

Il 5 maggio al Museo Marino Marini, il Dipartimento di Architettura dell'Università di Firenze, in collaborazione con la Regione Toscana, ha presentato il progetto "Lina100", coordinato da Giacomo Pirazzoli, che include una serie di conferenze, un workshop e la realizzazione di un web-documentary diretto da Filippo Macelloni.

Il 13 giugno, il Johann Jacobs Museum di Zurigo ha lanciato una stagione di sei mesi dedicata a Lina Bo Bardi con una mostra a cura di Roger M. Buergel, che esamina l'eredità di Bahia sulla sua pratica, e come la cultura afro-influenzata della regione ha informato il suo lavoro per tutta la vita.

A partire dal settembre 2012  la mostra itinerante “Lina Bo Bardi: Together”, inizia il tour in Europa, da Londra a Vienna, da Basilea a Parigi, da Stoccolma ad Amsterdam, passando per sedi prestigiose tra cui il Deutsches Architektur Zentrum di Berlino e la Triennale di Milano, dove è ospitata fino al 5 ottobre.

Più che un omaggio monografico all'opera di Bo Bardi, la mostra ne esplora la vita pubblica e privata, manifestandosi come tributo più ampio alla sua filosofia inclusiva. E’ una rievocazione della vitalità e dello slancio creativo che il suo lavoro e i suoi scritti continuano ad ispirare, soprattutto ora che la sua opera sta definitivamente ricevendo l’attenzione che merita anche al di fuori del Brasile.

La mostra, curata da Noemí Blager, presenta una reintepretazione in tre parti dell’opera di Lina Bo Bardi, attraverso il lavoro di artisti d’oggi, sequenze di film e fotografie. "Together" esplora l'influenza della cultura popolare brasiliana sul lavoro di Lina Bo Bardi, l'influenza del lavoro stesso di Lina Bo Bardi sulla cultura popolare del Brasile, o quanto meno di São Paulo, e il modo in cui tutto questo si riflette anche sul privato della poliedrica milanese.

Un confronto evidentemente necessario considerato il ruolo che l'arte popolare brasiliana ha giocato nella vita privata e lavorativa di Lina Bo Bardi; un'influenza che si riflette nella mostra attraverso la collezione di oggetti cerimoniali, giocattoli artigianali e arte popolare assemblati dall'artista olandese Madelon Vriesendorp e oggetti creati dai bambini brasiliani in un laboratorio tenuto presso il Museo d'Arte Moderna di Bahia in Salvador. Fotografie di Ioana Marinescu e sequenze di film di Tapio Snellman, proiettate su schermi e sul pavimento, esplorano le texture, i colori, i suoni, e la vita generata nel notissimo centro culturale, ospitato nel complesso ex industriale SESC Pompéia all'interno del tessuto urbano di São Paulo, tracciando paralleli con la città di Salvador.

Ricordi e tracce di vita che testimoniano la presenza continua di Lina Bo Bardi attraverso il lavoro, gli oggetti e gli scritti che ha lasciato alle spalle. L’eredità non solo di architetto, ma di donna che ha integrato l'arte con la vita, la convinzione con la giocosità e la creatività con onestà, per quanto ha dato e per come viveva.