Genova ha ospitato il convegno di Area Natural Intelligence, un appuntamento che ha riunito professionisti e rappresentanti del mondo dell’architettura per riflettere sul valore dell’intelligenza naturale nell’epoca della trasformazione digitale.
L’evento si è svolto nella suggestiva cornice degli Ex Magazzini del Cotone, simbolo di rigenerazione urbana e di dialogo tra memoria storica e contemporaneità. La scelta di Genova e degli Ex Magazzini del Cotone come sede dell’evento ha assunto un valore simbolico: una città di storia, scienza e innovazione, crocevia di saperi e sperimentazioni, che si conferma luogo ideale per promuovere momenti di riflessione condivisa sul futuro dell’intelligenza, naturale e artificiale.

Al centro del convegno, il confronto tra intelligenza umana, processi cognitivi naturali e sviluppo tecnologico, con particolare attenzione al rapporto - sempre più strategico - tra Natural Intelligence e Intelligenza Artificiale. L’obiettivo non è stato quello di contrapporre i due ambiti, ma di esplorare le sinergie, valorizzando le capacità umane di pensiero critico, intuizione, creatività ed etica come elementi imprescindibili per un’innovazione realmente sostenibile.
Protagonisti degli interventi sono stati sei studi internazionali di architettura, che hanno portato esperienze, visioni e progetti provenienti da contesti diversi, offrendo una lettura concreta di come l’AI e l’Intelligenza Naturale possono tradursi in soluzioni progettuali capaci di integrare ambiente, tecnologia e qualità della vita.
La giornata si è articolata in tre panel, moderati da Marco Casamonti, co-founder di Archea Associati e direttore di Area insieme a Michele Brambilla, direttore de Il Secolo XIX, costruiti come dispositivi di dialogo, una scelta curatoriale che ha cercato di sottrarsi alla retorica dell’intervento frontale per favorire un confronto diretto tra progettisti. Un formato efficace, che tuttavia ha messo in luce anche una certa cautela nel prendere posizioni radicali, riflettendo una disciplina oggi più incline alla negoziazione che al conflitto.




Il primo panel, che ha visto confrontarsi Gianfranco Toso, architetto ed esperto di intelligenza artificiale dello studio Fuksas, e Odile Decq in collegamento da Parigi, ha affrontato il tema dell’IA come orizzonte inevitabile del progetto contemporaneo. L’intelligenza artificiale è stata presentata come strumento evolutivo da educare e governare, piuttosto che come forza dirompente da problematizzare fino in fondo. Se da un lato è emersa con chiarezza la volontà di riaffermare il valore dell’autorialità e della responsabilità critica dell’architetto, dall’altro il dibattito ha lasciato aperta la questione di come, concretamente, questo equilibrio tra intelligenza naturale e artificiale possa tradursi in pratiche progettuali non semplicemente ottimizzate, ma realmente alternative.
Con l’intervento di Benedetta Tagliabue (EMBT), il discorso si è spostato su un’idea di architettura dichiaratamente umanistica, sensibile ai contesti e capace di confrontarsi con la complessità urbana senza cedere alla spettacolarizzazione. I suoi esempi - dal Mercato di Santa Caterina al Parco del Mare di Rimini - hanno ribadito il valore di un’architettura che “fa molto con poco”, opponendosi implicitamente alle logiche estrattive e iconiche che ancora dominano molte trasformazioni urbane globali. Tuttavia, resta aperta la domanda su quanto questo approccio possa incidere sistemicamente nei processi di urbanizzazione accelerata, soprattutto in contesti come Shanghai, evocati come laboratorio ma raramente interrogati nei loro meccanismi politici ed economici.
Il contributo di Martin Gran (Snøhetta) ha introdotto una riflessione più netta sul ruolo del concetto come struttura portante del progetto, riaffermando una posizione critica nei confronti dell’idea di un’architettura delegabile all’algoritmo. Citando il National September 11 Memorial Museum Pavilion di Snøhetta, Gran ha sottolineato come l’interpretazione di luoghi ad alto carico simbolico richieda una profondità emotiva ed etica che nessuna intelligenza artificiale può simulare. Una posizione convincente, che però rischia di confinare il dibattito sull’IA ai soli ambiti dell’eccezione memoriale, lasciando in ombra il tema - più quotidiano e politicamente rilevante - della produzione ordinaria dello spazio costruito.
Il dialogo conclusivo tra Gong Dong (Vector Architects) e Louisa Hutton (Sauerbruch Hutton) ha riportato la discussione su un terreno più corporeo e culturale, affrontando il rapporto tra architettura, natura e memoria. Gong Dong ha evidenziato il ritorno della cultura progettuale cinese alle proprie radici, intese come risorsa operativa e non come repertorio formale. Una posizione che, pur risultando fertile, solleva interrogativi sul rischio di una nuova retorica dell’autenticità in contesti segnati da profonde discontinuità sociali e territoriali. Louisa Hutton, dal canto suo, ha insistito sull’esperienza corporea dello spazio, sull’uso analogico del colore e sul valore della memoria emotiva, riaffermando un’idea di architettura come pratica sensibile e irriducibilmente umana. Una presa di posizione necessaria, che suona però anche come risposta difensiva in un momento in cui la disciplina fatica a ridefinire il proprio ruolo all’interno di processi sempre più automatizzati e standardizzati.





Nel complesso, la giornata ha restituito un’immagine dell’architettura contemporanea sospesa tra apertura all’innovazione e bisogno di riaffermare i propri fondamenti culturali. Più che offrire soluzioni, i panel hanno messo in evidenza una condizione di transizione: un campo disciplinare consapevole dei propri limiti, ma ancora alla ricerca di strumenti critici capaci di incidere realmente sulle trasformazioni del presente. Natural Intelligence è stata un’occasione preziosa per ribadire che, anche nell’era degli algoritmi, è l’intelligenza umana - con la sua complessità e sensibilità - a guidare il cambiamento.
Natural Intelligence è stato patrocinato dall’Università di Genova e dall’Ordine degli Architetti di Genova e supportato dai media partner ufficiali del Gruppo Tecniche Nuove: Area, Area Interior, Arketipo, Ambiente Cucina, Hotel Domani, Il Commercio Edile, Imprese Edili, Serramenti Design e Componenti, Macchine Edili.
Sponsor ufficiali dell’evento sono stati BTicino, Catellani&Smith, Dieffebi, Eclisse, Eco Contract, FerreroLegno, Fima Carlo Frattini, Flexus, Florim, iGuzzini, Ideal Work, Map Carpenteria Metallica, Resstende, Sundar Italia, USM Modular Furniture, Velux e Volteco.



