NABA, Nuova Accademia di Belle Arti fino al 18 aprile 2021 è presente all’interno delle iniziative della Milano Design City 2021 a Scalo Lambrate, con la mostra design off-line - progetti in un anno di pandemia”, che raccoglie una selezione di progetti creati durante questo anno di pandemia dagli studenti dell’Area Design dell’Accademia, sotto la guida di Claudio Larcher, NABA Design Area Leader. La mostra “design off-line”, con il patrocinio del Comune di Milano, rappresenta un momento di condivisione dei molteplici spunti di riflessione approntati dagli studenti, futuri progettisti, sulle problematiche emerse dalle diverse sfaccettature del presente, alcune delle quali acuite durante il lockdown, in un anno caratterizzato dall’emergenza sanitaria internazionale legata alla diffusione del virus Covid-19 e dall’intensificazione del digitale che nella quotidianità accademica si è tradotto nell’exploit della didattica a distanza. La mostra nasce per proporre le soluzioni e le visioni di una giovane generazione che all’interno delle proprie mura domestiche ha guardato in questi mesi ai contesti urbani. Per tutta la durata della Milano Design City, sarà possibile prenotare tra le 12:00 e le 18:00, una visita gratuita alla mostra dei progetti realizzati dagli studenti, che avrà luogo nell’ex deposito ferroviario di inizio Novecento, tornato recentemente a disposizione della città dopo un lungo restauro. Gli studenti hanno affrontato una sfida progettuale che riflette sulle complessità e problematicità della contemporaneità, dal tema dell’interazione nello spazio pubblico urbano a quello del sovrappopolamento, fino a sperimentazioni a partire dal recupero di materiali iconici della tradizione italiana come la BS Classic della metropolitana milanese, per perlustrare nuove capacità di espressione. Il percorso espositivo che si disegna con la raccolta dei progetti è una traccia per ripercorrere i passaggi del processo progettuale e confrontarne gli esiti con il pubblico e il tessuto urbano. Con la guida di linee e riferimenti temporali e spaziali della mostra, il visitatore sarà accompagnato nel ripercorrere l’anno trascorso e i tempi di progettazione dei lavori presentati.

  • “Circle” di Giulia Braglia: una struttura urbana amovibile per ambienti outdoor costituita da moduli componibili e scomponibili che permette all’individuo di riorganizzare e ridistribuire l’ambiente circostante attraverso lo spostamento degli elementi, dando vita ad ambienti più ristretti e ambienti più aperti. Un sistema che permette alle persone di potersi sedere all’aperto assecondando momenti di socialità e momenti di privacy;
  • “Dots” di Chiara Torterolo e Luca Vernieri: un progetto scaturito dall’idea di reinterpretare la celebre pavimentazione a bolli BS Classic, progettata da Franco Albini e Franca Helg nel 1962 per la metropolitana milanese. Utilizzando questo materiale 100% made in Italy, storico, iconico, dall’altissimo valore grafico e progettuale è nata una collezione di complementi d’arredo composta da tre tavolini, tre contenitori e una consolle;
  • “Identità Fantasma” di Alice Platania: un oggetto senza tempo né collocazione, neutro anche nell’uso dei colori e dei materiali che si compone di tre parti, tre zone di riflessione, dall’osservazione all’interazione sino all’apprendimento. L’oggetto si presenta come un wunderkammer per far riflettere sugli ambienti costruiti e poi abbandonati per rispondere al dilemma sulla possibilità di potersi riappropriare dei luoghi attraverso la memoria;
  • “Overlap” di Umberto Passerini: si sviluppa dallo studio di un nuovo procedimento costruttivo partendo dall’osservazione di processi naturali di creazione, come quello delle stalagmiti, e volto alla realizzazione di oggetti sulla base del concetto di stratificazione. Una collezione di sette oggetti destinati a un uso ornamentale e decorativo dove è utilizzato il fluo con un gradiente di sfumature cromatiche per dare all’oggetto energia e visibilità, come anche una dimensione interattiva, dovuta a una percezione sensoriale quasi misteriosa;
  • “Plastiglomerate” di Giovanni Tortora: da un viaggio lungo la costa cilentana alla ricerca di un nuovo tipo di materiale, nasce plastiglomerate: un semi-minerale di recente formazione creato dall’inquinamento della plastica in mare. Quello che può sembrare un rifiuto, in realtà rappresenta, come ogni artefatto della natura, una vera e propria opera d’arte;
  • “Pottery of Life” di Laura Sirbu: una collezione di 21 strumenti che si rifanno alla tradizione decorativa africana e raccontano il processo della decorazione. Disegnati pensando ai movimenti della mano durante la produzione della ceramica in Africa, il risultato è una collezione che attraverso il linguaggio del design e le linee essenziali, risponde all’obiettivo principale, ovvero quello di una decorazione immediata, omogenea e innovativa data dalle texture industriali non ancora sfruttate per la decorazione della ceramica durante la fase di essiccazione;
  • “Uno sull’Altro” di Giacomo Quinland: da una riflessione sulla sovrappopolazione e l’overtourism iniziata in pre-pandemia, il progetto si pone in chiave satirica come un oggetto utopico e provocatorio: una coppia di lettini che si trasformano in un abitacolo da spiaggia per fare spazio a più persone nello stesso stabilimento balneare riflettendo sulle limitazioni di spazio;
  • “Macchine Sonore” di Francesco Rogante: dall’analisi del comportamento delle onde sonore in rapporto ai diversi materiali nasce questo set di macchine aventi forma, dimensione e materiali dettati dalla loro funzione, ognuna destinata a svolgere un ruolo ben preciso nella composizione di un brano musicale;
  • “Natura” di Alessio Ramundo: la collezione nata dal legame tra le materie utilizzate - il legno e il lino - e il luogo dove sono state lavorate e utilizzate, esalta l’unicità delle singole per quanto imperfette lavorazioni artigianali piuttosto che le lavorazioni in serie, suscitando un nuovo senso di appartenenza attraverso una rimodulazione moderna delle forme rispettosa delle origini;
  • “Sfregio” di Martino Bizzanelli: una collezione di oggetti ispirata al mondo dei graffiti e alle sottoculture urbane. Il progetto nasce come pretesto per valorizzare l’atto dell’imbrattamento, trasferendolo dalla strada all’ambiente domestico. Utilizzando esclusivamente materiali prefabbricati, impiegati nella costruzione di muri in cartongesso, la collezione è composta da un cabinet, un tavolino e una lampada da terra;
  • “Slum” di Aldo Mucciarone: un progetto di speculative design che riflette sullo scenario delle grandi metropoli che attraggono moltissime persone, come il mondo delle favelas e dei grandi quartieri residenziali, dove milioni di abitanti vivono in spazi minimi alla sopravvivenza. “Slum” reinterpreta il letto - troppo ingombrante per i nuovi spazi - in un’architettura alternativa che si sviluppa in altezza.

design off-line
progetti in un anno di pandemia
dal 12 al 18 aprile 2021 dalle ore 12:00 alle ore 18:00
Scalo Lambrate - Via Pietro Andrea Saccardo, 12, Milano