Lo studio CRA - Carlo Ratti Associati, insieme a Italo Rota, recentemente scomparso e insignito del Leone d’Oro alla memoria alla Biennale Architettura di Venezia 2025, ha firmato il progetto per il MAE Museum: un museo vivente dedicato alla fibra di carbonio.

Il progetto nasce per MAE, produttore di impianti per la fibra di carbonio, e trasforma lo straordinario archivio aziendale in uno spazio aperto all’esplorazione, alla conoscenza e alla scoperta. Situato a Fiorenzuola d’Arda, nel cuore della Motor Valley italiana, il museo è ora aperto al pubblico.

mae museum
© Giuseppe Miotto - Marco Cappelletti Studio

Dalla fibra acrilica a uno dei materiali simbolo del nostro tempo

Negli ultimi decenni la fibra di carbonio è diventata onnipresente: dai motori aeronautici alle supercar, dalle biciclette ai dispositivi medicali. Eppure, il suo processo produttivo resta poco conosciuto. Il MAE Museum invita i visitatori a varcare questa soglia del sapere, raccontando come un polimero di uso quotidiano - la fibra acrilica, simile a quella impiegata nel settore tessile - possa trasformarsi, attraverso complessi processi termici e chimici, in uno dei materiali più performanti della contemporaneità.

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© Giuseppe Miotto - Marco Cappelletti Studio

L’archivio come spazio vivo di ricerca e narrazione

Il percorso espositivo si apre con l’archivio MAE, che custodisce uno dei più rilevanti patrimoni di proprietà intellettuale al mondo legati alla produzione della fibra acrilica, precursore della fibra di carbonio. Qui, l’archivio si presenta come un paesaggio tridimensionale di contenitori, una matrice interattiva arricchita da livelli digitali che permettono a visitatori e ricercatori di esplorare documenti, brevetti e processi produttivi. Non un archivio statico, ma un museo vivo, pensato per stimolare connessioni, domande e nuove interpretazioni.

Il Carbonization Tunnel: un’esperienza multisensoriale

Il percorso prosegue nel Carbonization Tunnel, uno spazio immersivo in cui luce e calore rievocano la trasformazione della fibra acrilica in fibra di carbonio. Qui l’architettura diventa strumento narrativo, traducendo forze invisibili come pressione, compressione e rilascio in un’esperienza fisica e sensoriale. Grazie ai dati in tempo reale provenienti dai laboratori MAE, il museo si connette direttamente alla ricerca in corso, configurandosi come un laboratorio vivente. Un ulteriore ambiente immersivo presenta le applicazioni più avanzate della fibra di carbonio, attraverso un mock-up di un impianto produttivo animato da realtà aumentate.

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© Giuseppe Miotto - Marco Cappelletti Studio

Applicazioni, prototipi e visioni future

La galleria conclusiva ospita reperti interattivi e prototipi che raccontano le applicazioni attuali e future della fibra di carbonio: veicoli di nuova generazione, turbine eoliche, componenti aerospaziali e soluzioni tecnologiche ad alte prestazioni.

Un museo come piattaforma di sperimentazione

Anche le strutture interne, gli allestimenti e gli arredi sono parte integrante della sperimentazione. Realizzati attraverso processi avanzati di fabbricazione digitale sviluppati da Maestro Technologies, rappresentano un nuovo approccio che integra progettazione e costruzione tramite software innovativi. Il MAE Museum diventa così non solo una vetrina, ma anche un banco di prova per nuove modalità di costruire.

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© Giuseppe Miotto - Marco Cappelletti Studio

Un racconto audiovisivo immersivo

L’esperienza è arricchita da un ambiente multimediale progettato da Studio Michbold, che combina video, suono e illuminazione spaziale in una narrazione coerente e coinvolgente. Le voci narranti spaziano dai racconti delle esplorazioni petrolifere dell’Emilia Romagna alle testimonianze di ingegneri pionieri come Marco Rovellini, trasformando i processi scientifici in un’esperienza audiovisiva dinamica.

Dall’archivio al futuro

Gli archivi spesso restano in silenzio, ma custodiscono una forza latente - ha commentato Carlo Ratti, professore al MIT e al Politecnico di Milano e socio fondatore di CRA -. Trasformare un archivio segreto in un museo vivo significa permettere al sapere del passato di generare nuove traiettorie di innovazione”. Secondo Paola Rovellini, CFO di MAE S.p.A. e Direttrice del MAE Museum, il progetto nasce dalla volontà di valorizzare il patrimonio industriale italiano non solo in chiave economica, ma anche culturale e sociale: “Il MAE Museum rappresenta al tempo stesso un traguardo e un punto di partenza, con l’obiettivo di rafforzare il dialogo con comunità, istituzioni e università, esplorando il progresso tecnologico come forma di cultura e visione del futuro”.