Il FAI - Fondo Ambiente Italiano presenta Long Light. Sean Scully a Villa e Collezione Panza, la mostra dedicata all’artista americano di origini irlandesi maestro della luce e del colore. A cura di Anna Bernardini, Direttore di Villa e Collezione Panza, fino al 6 gennaio 2020 gli spazi della dimora varesina ospitano un importante nucleo di opere che riconfermano Sean Scully tra i principali interpreti della scena pittorica contemporanea. L’artista torna in Italia a undici anni dalla personale allestita al MACRO di Roma, mentre è protagonista di una serie di esposizioni nei più importanti musei e fondazioni d’arte contemporanea del mondo. Tra queste Sea Star: Sean Scully at The National Gallery, a Londra fino all’11 agosto 2019, e Sean Scully: Human il progetto site specific per la Basilica di San Giorgio Maggiore che inaugurerà a maggio in occasione della 58. Esposizione Internazionale d’Arte a Venezia.
La mostra riunisce 80 lavori realizzati da Sean Scully tra il 1970 e il 2019 - dipinti, carte, fotografie, sculture, installazioni e video - ordinati seguendo un percorso cronologico e tematico che focalizza alcuni momenti fondamentali della sua ricerca. La sua poetica, espressiva e minimalista allo stesso tempo, e la sua indagine sul colore, il gesto, gli equilibri, le geometrie e la luce si sposano perfettamente con la sensibilità etica ed estetica di Giuseppe Panza creando un’affinità elettiva che si riflette nel progetto di allestimento della mostra dove le opere di Scully dialogano con quelle della collezione permanente, ribadendo ancora una volta la volontà della Fondazione di proporre mostre intrinsecamente legate al luogo che le ospita e in dialogo con l’architettura del museo, i suoi spazi interni e l’ambiente esterno. L’itinerario di visita si conclude infatti nel parco, all’interno della serra, con un inedito site specific dal titolo Looking Outward che entrerà a far parte della collezione permanente: giocando con preziosissimi Landline di vetri, appositamente realizzati per l’occasione, Scully trasforma il giardino d’inverno in un raffinato e riflettente ambiente di luce e colore.
Il percorso espositivo parte dal primo piano con un nucleo di lavori dei primi anni Settanta: sono le celebri “super-griglie”, tra cui Backcloth, in cui intricate trame di luce riccamente colorate danno voce alle visioni labirintiche di Scully, generando spazi illusori dinamici e profondi. In queste opere, dipinte ad acrilico su tela, le tracce del disegno appaiono nitide e sono rafforzate da una particolare vivacità cromatica. Proseguendo il percorso al primo piano, nel lato sud s’incontra una sequenza di dipinti a olio realizzati tra il 1981 e il 2005, anno in cui Scully termina il suo lungo lavoro su Any Questions (1984-2005): sono lavori potenti, che sintetizzano fisicità e spiritualità e che raccontano un nuovo passaggio della sua ricerca. Seguono le testimonianze intime e preziose della serie Passenger, realizzata dal 1999 al 2004, opere nelle quali l’artista apre lo spazio pittorico ad accogliere alcuni “inserti”, definiti “dipinti nel dipinto e paesaggi come finestre aperte sul mondo esterno”. Volgendo poi lo sguardo dai quadri alle fotografie si scoprono lavori complessi che restano al margine di una ricerca pittorica e che tuttavia ne alimentano le suggestioni.
Le stampe, datate tra il 1994 e il 2005, documentano alcuni dei viaggi compiuti dall’artista: paesaggi naturalistici si alternano a paesaggi urbani in cui la purezza della forma, e dell’emozione, predomina. Attraversati gli ambienti di Dan Flavin nei rustici si raggiunge il piano terra dove nella prima stanza delle rimesse delle carrozze è esposta la sequenza di dipinti a olio su lino o alluminio intitolata Wall of Light, mentre la seconda stanza ospita la serie Madonna, iniziata da Scully nel 2018 come reinterpretazione contemporanea dell’eterna relazione tra madre e figlio. Un’altra imponente serie di Landline, allestita nella Grande Scuderia e nel Salone Impero, svela espressive e ardite partiture di colori in linee orizzontali dove i contorni dei paesaggi si distendono e sfumano per rivelare la dimensione emotiva, fisica e personale di esperienze, traumi e memoria.
Il percorso circolare della mostra si chiude nella serra del giardino settecentesco di Villa Panza con l’installazione site specific Looking Outward: una Landline, posta a 3 m di altezza e composta da ventisette windows in vetro, corre in orizzontale per tutta la lunghezza della parete sud della serra producendo un raffinato caleidoscopio di luci e cromie, reso armonico dall’intreccio di colori caldi e freddi giustapposti come le note di una partitura. Anche qui Scully fa uso delle cromie che appartengono al suo vocabolario artistico, spaziando su tutta la tavolozza, dal blu ai rossi al giallo e all’arancio, fino all’ocra, al bianco e al nero, per finire coi verdi, i rosa, gli azzurri e il marrone, che attraverso il filtro del vetro e della luce naturale o artificiale incidono in modo differente sulla percezione e sulla riflessione nello spazio interno ed esterno della serra. Una produzione artistica che certamente non può esaurirsi nell’unicità di un’immagine o di un racconto, ma che si completa nella relazione dei suoi contrasti e nella dinamicità delle sue parti, vacillando costantemente tra astrazione e rappresentazione in un conturbante equilibrio di disarmonie che conduce l’osservatore in un viaggio intellettuale ed emozionale profondo.
LONG LIGHT. SEAN SCULLY A VILLA E COLLEZIONE PANZA
dal 18 aprile 2019 al 6 gennaio 2020
Villa e Collezione Panza
Piazza Litta 1, Varese