location: Livorno

Fino al 15 marzo, sarà possibile visitare negli spazi de I Granai di Villa Mimbelli - Museo Civico Giovanni Fattori di Livorno, “Letizia Battaglia”. In esposizione cinquanta scatti di una delle figure più importanti e celebri della fotografia contemporanea.
Curata da Serafino Fasulo, promossa dalla Fondazione Carlo Laviosa nell’ambito del progetto “Fotografia e Mondo del Lavoro” e realizzata in collaborazione con il Comune di Livorno, la rassegna riunisce accanto agli scatti che testimoniano alcuni fatti salienti di cronaca italiana, la Palermo popolare, i ritratti di donne e bambini ma anche i ricevimenti mondani che restituiscono il fascino gattopardesco dell’aristocrazia siciliana.

Palermo. 1980. Il Presidente della Regione Siciliana, Piersanti Mattarella, democristiano,Ë stato appena colpito a morte da killer mafiosi, davanti alla moglie e alla figlia

Il percorso proposto dal curatore non segue un andamento cronologico o tematico ma intende tro­vare un filo conduttore tra l’atroce e il bello come tracce degli archetipi che generano le azioni umane. La selezione delle immagini spinge a lasciar cadere l’etichetta riduttiva che descrive il lavoro di Letizia Battaglia, come testimonianza sugli omicidi di mafia. Si propone invece un racconto che mira all’incessante ricerca di bellezza e dignità: le sue foto restituiscono il pathos delle tragedie greche, il dolore ed il sublime. Da sempre Letizia Battaglia si esprime nel rigore del bianco e nero. Lei stessa ha affermato di non amare il colore: “ancora oggi il solo pensare al rosso del sangue mi fa star male. Penso che il bianco e nero sia più silenzioso, solenne, rispettoso.” Ed è forse proprio la scelta del bianco e nero che riesce a rendere queste immagini così “documentarie” permettendo all’osservatore di prescindere dall’orrore dei dettagli più cruenti, concentrandosi invece sull’umanità che perpetua il dramma della sua esistenza.

San Vito Lo Capo, 1980. Donna piange la sua miseria

Si riesce a lasciare da parte le sensazioni più viscerali per seguire il racconto di queste storie senza, al contempo, perdere la percezione della disperazione e dell’estrema vitalità che pervadono gli scatti della fotografa.

Letizia Battaglia nasce a Palermo nel 1935. Fotografa, artista, regista, ambientalista, politica, editrice, è tra le prime donne fotoreporter in Italia. Nel 1974 inizia la sua carriera per il quotidiano “L’Ora” di Palermo e con il collega e compagno Franco Zecchin fonda l’agenzia “Informazione Fotografica”. Cronista di frontiera, documenta la Palermo in cui la mafia fronteggia lo Stato e regola i propri conti amministrando con il sangue la legge del territorio. Consegna alla storia immagini di Giorgio Boris Giuliano, del presidente della Regione Siciliana Piersanti Mattarella (ritratto, appena ucciso, tra le braccia del fratello Sergio), del generale Dalla Chiesa, dei magistrati Falcone e Borsellino.
Letizia Battaglia passa in rassegna quarant’anni di vita e società italiana. Il suo obiettivo si trova sempre là dove è necessario raccontare: dagli scontri di piazza agli omicidi di mafia, dalle carceri agli ospedali psichiatrici. Ma i suoi soggetti preferiti, dichiara, restano sempre le donne e i bambini. È la prima europea a ricevere nel 1985 a New York il Premio Eugene Smith per il fotogiornalismo (riconoscimento internazionale istituito per ricordare il fotografo di Life, assegnato annualmente a chi si è distinto in ambito sociale, economico, politico o ambientale). Nel 2017 il New York Times la inserisce (unica italiana) fra le undici donne più influenti del mondo e il MAXXI di Roma le rende omaggio dedicandole un’antologica che raccoglie più di duecento scatti, provini, vintage e documenti ineditiTiene lecture e workshop ed espone in musei e istituzioni in Italia e all'estero. Dal 2017 dirige e cura la selezione di mostre e incontri dedicati alla fotografia storica e contemporanea del Centro Internazionale di Fotografia, presso i Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo.