Un progetto architettonico complesso, un intento fortemente sostenibile. Il Padiglione Italia, sviluppato da Carlo Ratti e Italo Rota per l’Expo Dubai 2020, è stato creato attraverso un approccio fortemente innovativo, basato sui concetti di riconfigurabilità e circolarità in architettura: tutta la struttura è stata realizzata con materiali ecologici e di riciclo, come le corde nautiche prodotte da recupero di due milioni di bottiglie di plastica, e, una volta terminata l’esposizione universale, sarà ricollocata nel tempo per non creare materiale di scarto: i tre scafi di navi della copertura, per esempio, potranno essere utilizzati per la navigazione. Per rendere omaggio alla biodiversità del paesaggio italiano e al ruolo che la flora ha nella lotta alla desertificazione, gli architetti hanno ideato un percorso espositivo che si snoda attraverso ambienti e installazioni immerse in differenti specie vegetali. Un giardino di piante officinali circonda Innovation Space, l’ambiente dedicato alle ultime frontiere della ricerca tecnologica italiana: qui simulazioni digitali del sole e della luna sperimentano l’utilizzo della luce artificiale nei processi di fotosintesi.
La complessità del progetto architettonico è stata una sfida anche per la creazione del concept illuminotecnico: Lorenzo Bruscaglioni e Paolo Volorio, dello studio Luminae Lighting Design, hanno scelto di utilizzare apparecchi con una gamma di ottiche, finiture e performance luminose capaci di rispondere in modo flessibile al mutare delle necessità progettuali. L’atmosfera scenografica è stata ottenuta grazie alla collaborazione dell’azienda L&L Luce&Light.
La luce artificiale concorre alla narrazione del rapporto umano con gli elementi naturali, l’universo vegetale e il sole, sia attraverso le ombre reali generate dall’illuminazione delle piante con i dispositivi che ne stimolano la crescita sia con ombre create ad hoc mediante l’utilizzo di un filtro integrato nei proiettori Ginko 3.0. L’accessorio ottico, sviluppato per suggerire alla mente l’esperienza visiva della luce attraverso il fogliame, si ritrova anche nei medesimi apparecchi che illuminano l’area della caffetteria. La luce artificiale, inoltre, dialoga con la luce naturale diurna che filtra attraverso il moto oscillatorio delle corde della facciata, in una relazione che si fa dinamica e mutevole durante la giornata tramite il controllo di tutti gli apparecchi illuminanti del padiglione con diversi protocolli, DALI, DMX e Art-Net.
L’illuminazione funzionale del padiglione è stata concepita in maniera quanto più possibile minimale e integrata con lo spazio espositivo; anche per questo motivo i proiettori dalle dimensioni compatte Ginko sono risultati ideali. Le versioni Ginko 3.0 con ottiche 13° e ellittica orientabile sono fissate ai pilastri principali della struttura e si nascondono alla vista grazie alla finitura bianca. All’interno dell’area espositiva sono stati utilizzati i proiettori in finitura corten Ginko 2.0 con ottiche di diverse aperture per incontrare esigenze di illuminazione diversificate e, infine, gli apparecchi Ginko 1.0 provvisti di picchetti per l’installazione nella vegetazione. Tutti i proiettori hanno sorgenti led ad alto indice di resa cromatica, una temperatura di colore bianco freddo (4000K) e il nido d’ape integrato per garantire un comfort visivo elevato.