Il rame è un materiale dalle grandi capacità antibatteriche. Utilizzato fin dall'antichità, era chiamato qi in Cina, per indicare la "salute", mentre nell'Antico Egitto era il simbolo della vita eterna "ankh". In India si beve ancora in bicchieri di rame, tradizione che non cambia da millenni, e negli Stati Uniti l'acqua potabile viene trasportata tutt'oggi attraverso una condotta di rame.
Alla luce di queste considerazioni, è importante affermare che numerosi gruppi di ricerca hanno analizzato il rame anche in rapporto alle malattie: per esempio, il Coronavirus sopravvive sulle superfici di rame circa 4 ore; altri materiali mantengono, invece, la sua portata infettiva più a lungo.

Oltre a essere naturale, il rame è quindi un materiale passivo, antimicrobico, in grado di auto-sterilizzarsi in superficie senza bisogno di elettricità o pulizia con sostanze chimiche.
Nel prossimo futuro potrebbe così tornare a essere protagonista nell’edilizia sanitaria e anche in quella degli spazi pubblici e delle nostre case (è stato la prima, e finora ultima, superficie metallica antimicrobica approvata dall'EPA, agenzia ambientale americana), non solo come importante alleato per combattere altre pandemie, ma come compagno quotidiano per introdurre nei luoghi collettivi che frequentiamo ogni giorno o negli ambienti domestici che viviamo con i nostri cari prodotti belli che diventano anche sicuri e benefici.
De Castelli sta avviando un percorso innovativo, in collaborazione con ricercatori universitari, per trovare rapidamente una soluzione produttiva in grado di eliminare la necessità di qualsiasi trattamento superficiale del rame (finora utilizzati per mantenerne gli effetti cromatici) sperimentando diversi processi e fasi di ossidazione con lo scopo di salvaguardare il massimo della sua forza antibatterica.