Gli studi raccolti nel volume pubblicato da Electa sono incentrati sul lavoro di tre architetti che hanno donato allo CSAC - Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma molti materiali, e che hanno goduto di una differente fortuna critica. Infatti, se Ignazio Gardella (1905- 1999) è ormai da tempo studiato e il fondo conservato allo CSAC è pressoché tutto conosciuto e catalogato, per Roberto Menghi (1920-2006), il cui fondo è stato approfondito grazie a questo lavoro, si è giunti a una prima analisi critica, mentre Luigi Vietti (1903-1998), complice l’enorme quantitativo di materiali ancora da vagliare, è ancora quasi completamente da studiare.
Tre figure di rilievo dell’architettura italiana a cavallo della Seconda Guerra Mondiale che hanno saputo imporsi sulla scena nazionale e la cui opera continua a offrire spunti di approfondimento sia per gli storici dell’architettura che per i progettisti. Capaci nel corso delle loro carriere di significativi risultati professionali, Gardella, Menghi e Vietti sono accomunati da un linguaggio architettonico identitario e riconoscibile e da una forte propensione all’ideazione tipologica che ben esprime i caratteri dell’architettura del bacino del Mediterraneo nel corso del Novecento. I contributi raccolti nel volume, e arricchiti da un importante apparato iconografico, permettono di fare emergere e sottolineare un substrato di temi e di valori che architetti italiani del recente passato sono ancora in grado di suscitare e trasmettere alla cultura del progetto architettonico contemporaneo. I saggi, affidati a giovani ricercatori provenienti da diversi Paesi europei, consentono di valorizzare e leggere con cura la memoria dei materiali d’archivio conservati allo CSAC e pubblicati in modo esteso all’interno del volume. Il volume raccoglie gli atti del convegno dallo stesso titolo tenutosi nel novembre 2022, e ne riprende la struttura suddivisa in sessioni per singole figure, Gardella, Menghi e Vietti, e organizzate secondo il principio delle “relazioni” dei giovani ricercatori stranieri e “interventi” dei docenti responsabili delle ricerche e di ospiti internazionali.