architect: Renzo Piano Building Workshop

location: Mosca

year: 2021

La V-A-C Foundation ha finalmente trovato, dopo anni di nomadismo, la sua stabilità. Poche settimane fa, infatti, ha inaugurato GES-2, la sede russa della fondazione. Il progetto ebbe inizio nel 2015 quando Leonid Mikhelson – finanziatore e ideatore della V-A-C Foundation, insieme alla gallerista italiana Teresa Iarocci Mavica – incontrò l’architetto Renzo Piano e proprio allo studio RPBW  è stato affidato il prestigioso incarico.

La GES-2 si trova nel cuore di Mosca, sull’isola denominata Red October. Qui, a inizio Novecento, fu costruita la storica centrale elettrica della città che riforniva di energia il Cremlino, oggi ridisegnata per ospitare la “Casa della cultura”. Il nuovo progetto affiancherà un’ex fabbrica di biscotti già trasformata in un contenitore per start-up, caffè e ristoranti, l'Istituto Strelka, vero e proprio laboratorio urbano con un programma didattico e di ricerca, e lo storico Teatro Udarnik. Il nuovo centro d’arte contemporanea di 20.000 mq si inserirà come un importante polo per ospitare le nuove generazioni. Nell’edificio, infatti, si trovano un blocco di residenze per artisti, un anfiteatro, un centro educativo e una biblioteca, nonché spazi ristoro e funzionali. Sono tre i temi che caratterizzano e contraddistinguono la Ges-2: cultura, luce e sostenibilità. L’edificio infatti viene denominato “Casa della cultura” e lo stesso Renzo Piano sottolinea l’importanza della “c” minuscola nella parola cultura, perché l’idea che accompagna da sempre la V-A-C Foundation è che la cultura appartenga a tutti e non sia solo per pochi eletti. L’ingresso gratuito fa sì che l’edificio possa diventare un luogo dell’incontro, della socialità, una grande piazza: una casa di tutti e per tutti.
Ma è anche una “casa della luce”. La luce naturale passa attraverso la grande copertura vetrata sulla quale sono posizionate delle cellule fotovoltaiche leggermente distanziate, che catturano l’energia solare e permettono alla luce di entrare in modo frammentario. La luce, poi, rimbalza sui bianchi elementi architettonici e illumina tutto l’edificio.

Si può parlare anche di “casa della sostenibilità”. I primi elementi, che determinano questa definizione, sono le quattro ciminiere – costruite in mattoni e oggi demolite e riedificate in acciaio – dalle quali, durante il secolo scorso, uscivano i fumi della fabbrica; attualmente invece catturano l’aria pulita usata per attivare la ventilazione dell’edificio e ridurre i consumi energetici. Inoltre, si inseriscono, nell’impianto architettonico, come un forte segno identificativo perché dipinte di uno splendido “blu Matisse”. Un secondo segno, che caratterizza fortemente il progetto e la sua predisposizione alla sostenibilità, è il bosco di betulle, visibile anche dall’interno del museo.

L’architettura dialoga con la natura e la città proponendo un luogo fortemente stimolante, affascinante e multigenerazionale. Un luogo per ospitare visitatori moscoviti, russi e internazionali.