Attraverso 4 progetti che impiegano la membrana composita flessibile Frontside View 381, Serge Ferrari dimostra la propria capacità di supportare le più visionarie e ambiziose realizzazioni architettoniche nel mondo, dall'India alla Nuova Zelanda fino all'Angola. Un percorso attraverso concept architettonici di ampia portata che hanno in comune il know-how di Serge Ferrari.
Frontside View 381 è una membrana composita flessibile e molto robusta che beneficia della tecnologia esclusiva e brevettata globalmente Précontraint Serge Ferrari.  Combinandosi perfettamente con i tradizionali materiali da costruzione (cemento, legno, vetro, metallo, alluminio), Frontside View 381 è altamente modellabile, personalizzabile e adatto a tutti i tipi di edifici. La struttura della membrana e il suo trattamento superficiale la rendono meno sensibile agli effetti esterni dell'invecchiamento (macchie, tracce o aloni), all'inquinamento circostante e alle aggressioni del clima. Le prestazioni ottico-solari di Frontside View 381 limitano efficacemente la perdita di calore e riducono al minimo la necessità di aria condizionata. L’insieme di queste proprietà (comfort estivo, consumo intelligente, design bioclimatico, isolamento) contribuisce al rispetto dei requisiti ambientali. La manutenzione richiesta per le facciate tessili è quasi inesistente, di conseguenza anche i costi di manutenzione sono ridotti al minimo. Frontside View 381 è una protezione solare innovativa dai numerosi vantaggi in grado di soddisfare le richieste architettoniche più esigenti.

Y The Boutique Hotel
Mysore, Stato del Karnataka, India
A Mysore, 150 km oltre Bangalore, lo studio di architettura indiano ACE Group ha realizzato un hotel la cui facciata ricorda le squame scintillanti di certi pesci. Una struttura notevole che ospita 104 posti letto dal comfort eccezionale. La membrana Frontside View 381 è stata scelta da ACE Group per le prestazioni specifiche di questo materiale che da il meglio quando la creatività degli architetti entra nella fase di realizzazione: in questo caso la membrana - estremamente flessibile - è stata ritagliata in molteplici frammenti per poi essere tesa su telai metallici il cui posizionamento richiama la pelle squamata di un pesce, evocata anche dalla colorazione perlescente; notevole anche la sua resistenza alle sfide manutentive, dalle aggressioni del clima (vento, pioggia, raggi UV) fino alle escursioni termiche importanti, garantendo sempre un’ottima regolazione della temperatura all’interno dell’edificio. La città di Mysore infatti è caratterizzata da inverni secchi ed estati molto umide con precipitazioni monsoniche.

Pavillon Multisport
Luanda, Angola
In quest’ultimo decennio l’Angola è stata oggetto di una significativa crescita economica, con un reale miglioramento della qualità della vita dei suoi abitanti. È in questo contesto che il Paese è stato scelto nel 2013 per essere la prima nazione africana a ospitare la Coppa del Mondo di hockey su ghiaccio. Il padiglione progettato per l’evento dagli architetti dello studio portoghese Berger Arquitectos può accogliere fino a 12.000 spettatori ed è concepito per ospitare nel tempo altri eventi, sportivi e non. L’obiettivo era quello di immaginare e realizzare un edificio emblematico per la capitale rispettando gli standard internazionali di sicurezza e comfort, consentendo l’uso della struttura anche per altri eventi importanti. Organizzato su quattro livelli, di cui uno seminterrato, l’edificio rivela una facciata realizzata con Frontside View 381 per rispondere a un duplice requisito: massima resistenza alle aggressioni climatiche (esposizione al vento, alla pioggia e ai raggi UV) e garanzia nello stesso tempo della migliore regolazione termica dell’edificio. Dal punto di vista prettamente formale Frontside View 381 contribuisce anche all’identità architettonica dell’edificio: la facciata consiste in una successione di pannelli che a seconda dei diversi angoli di visuale sembrano essere entità isolate o sovrapposte, per nascondere l’interno. L’illuminazione a LED e la flessibilità del materiale rendono l’edificio affascinante giorno e notte, con colori e intensità variabili, conferendo alla struttura ancora più espressività.

Parcheggio, Rice University di Houston
USA
La Rice University, fondata nel 1891 con il nome di William Marsh Rice Institute for the Advancement of Letters, Science and Art, è una importante università americana dedicata alle scienze applicate. Situata su un’area di oltre 120 ettari, la Rice University si posiziona inoltre come una delle migliori università negli Stati Uniti per la qualità della vita dei suoi studenti nel campus. Nel 2015, l’istituzione ha affidato allo studio Kieran Timberlake Architects di Philadelphia il progetto di un parcheggio in un’area prossima agli edifici storici dell’università, delimitata da macchie di querce e cedri. Gli architetti si sono concentrati su un progetto che si integrasse perfettamente nel contesto naturale, ma la cui struttura avesse una forma iconica e riconoscibile. L’integrazione con le aree boschive è stata realizzata con una stampa customizzata della membrana di rivestimento: un pattern che riproduce il fogliame impiegando uno speciale processo di stampa a inchiostro UV che non sbiadisce. I pannelli trapezoidali sono installati su una struttura in alluminio con tubolari in acciaio che permette loro di aderire alla superficie dell’edificio di sette piani fino al limite del bosco, prima di formare una curva che li fa percepire come una scultura. L’inclinazione dei pannelli suscita punti di interesse creando interruzioni visive nell’uniformità della facciata, ma soprattutto consente all’aria fresca naturale di circolare all’interno del parcheggio, oltre a limitare gli effetti di abbagliamento negli spazi vicini. La possibilità di rimuovere alcuni pannelli dalla struttura anima la facciata in un’alternanza di luci e ombre, aumentando la ventilazione spontanea all’interno del parcheggio. I pannelli realizzati con Frontside View 381 agevolano la naturale circolazione dell’aria, evitando i costi e le emissioni associati alla ventilazione forzata.

Manthel Motors Building di Wellington
Nuova Zelanda
Questo singolare edificio di Wellington, risalente al secolo scorso, presenta due importanti facciate storiche: una datata 1880 e l’altra del 1914. Nel corso del tempo, è stato una concessionaria di General Motors, un magazzino di forniture per l’esercito durante la seconda guerra mondiale, poi nuovamente una concessionaria di automobili, fino a essere convertito in sede di uffici nei primi anni 1990, per poi divenire oggetto di un intervento di ristrutturazione della società neozelandese Arrow International. Situato all’incrocio tra Wakefield e Taranaki Street, oggi ospita gli uffici della Xero. La sfida della ristrutturazione dell’edificio è stata quella di adeguarlo alle nuove normative edilizie (inclusa l’antisismica) pur mantenendo l’integrità delle facciate dell’edificio originale. Gli architetti hanno deciso di realizzare importanti lavori di scavo, con nuovi piloni a oltre 18 m di profondità e di rivestire la facciata con una struttura metallica su cui è tesa la membrana semitrasparente Frontside View 381. Il materiale, lavorato in forma di maglia, ha una resa quasi opaca negli orari di massima luminosità naturale, quando supporta la regolazione termica di questo edificio molto esposto al sole e al vento, ma cambia effetto nelle ore più buie lasciando trasparire ed esprimere la storia dello stabile. Una metamorfosi completa.