Dal 29 settembre 2023 al 21 aprile 2024 Triennale Milano presenta la mostra Ettore Sottsass. Design Metaphors, in collaborazione con Studio Sottsass e con l’art direction di Christoph Radl. Dopo Struttura e colore, Il calcolo e La Parola, il quarto progetto del ciclo espositivo dedicato al grande architetto e designer si concentra sul rapporto tra Ettore Sottsass e la fotografia. Come le tre esposizioni precedenti, anche Metafore è allestita all’interno di Sala Sottsass, dove da gennaio 2021 si trova l’installazione permanente di Casa Lana: l’interno di una residenza privata progettata da Sottsass intorno alla metà degli anni Sessanta a Milano, ricostruito fedelmente in Triennale e accessibile al pubblico grazie alla donazione di Barbara Radice Sottsass.

Ettore Sottsass. Design Metaphors riunisce una serie di fotografie, raggruppate sotto il nome di “Metafore”, scattate da Ettore Sottsass tra il 1972 e il 1978; i primi tre gruppi di fotografie - Disegni per i destini dell’uomo, Disegni per i diritti dell’uomo e Disegni per le necessità degli animali - furono esposte nel 1976 in Man Transforms, la mostra collettiva di apertura del museo Cooper Hewitt di New York, curata da Hans Hollein con Liza Taylor. Le serie Fidanzati e Decorazioni sono state scattate dopo il 1976 e dopo l’esposizione al Cooper Hewitt, nel corso di viaggi in America, in Grecia, in Medio Oriente e in Italia. In Triennale vengono inoltre esposti anche una serie di disegni realizzati negli stessi anni.

©Gianluca Di Ioia

Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano, dichiara: “Ettore Sottsass è stato un grande eroe romantico. A distinguerlo da una folla di artisti e intellettuali che pur hanno costruito le condizioni del pensiero e della critica contemporanea, che hanno fatto avanzare la conoscenza e la bellezza nel mondo, è un equilibrio misterioso tra profondità e leggerezza. Il pensiero, gli scritti, i disegni, le fotografie di Sottsass sanno spesso smuovere quell’imperscrutabile sentimento dell’essere al mondo - del senso ultimo delle nostre vite, oggi, su questo pianeta - che sappiamo invece normalmente seppellire sotto una fitta coltre di emozioni, ricordi, sensazioni alimentate dalla vita quotidiana”.
Marco Sammicheli, Direttore del Museo del Design Italiano di Triennale Milano, afferma: “L’utilizzo della fotografia, accostata al disegno, racconta un'altra modalità di espressione di Ettore Sottsass, che grazie all’utilizzo di simboli, esperienze e sovrapposizione di linguaggi, riesce a portare lo spettatore in luoghi in cui comprendere, scoprire, immaginare e porsi nuove domande”.

Ettore Sottsass, inchiostro su carta, 1974

Gli anni tra il 1972 e il 1976 si collocano verso la fine dell’Architettura Radicale; per Sottsass quello fu un periodo di grande riflessione critica, in cui aveva quasi smesso di progettare, in cui egli pensava, disegnava, scriveva e divideva il suo tempo tra lo studio di Milano e varie peregrinazioni spagnole tra cui Barcellona, Madrid, Almeria, Granada, ma soprattutto i deserti di pietra a sud-est dell'Ebro e le valli selvagge dei Pirenei. Nei suoi viaggi costruisce e fotografa: interviene sul paesaggio inizialmente con pochi segni, realizzando strutture provvisorie con materiali come spaghi, pezzettini di legno, paletti, nastrini, scatole di cartone, foglie, rami, sassi, strisce di stoffa. Poi man mano il paesaggio lascia spazio anche all’ingresso dell’uomo, con le sue domande.

Ettore Sottsass, Costruzione dell’arco al vento, 1973, Tavertet

Sono presenti in mostra anche la serie di disegni Costruzioni, realizzati negli stessi anni dei suoi viaggi; si tratta di studi di linguaggio architettonico, riflessioni sull'ambiente, appunti di antropologia, analisi del senso della progettazione che, pur partendo spesso dallo studio di un oggetto reale, sono in grado di portare lo spettatore a meditazioni più ampie, che esulano spesso dal solo atto di ideare, per entrare in mondi simbolici e di riflessione.

Ettore Sottsass, inchiostro su carta, 1974