È stato annunciato nei giorni scorsi a Villa Necchi Campiglio il conferimento dell’intero patrimonio della Fondazione Piero Portaluppi al FAI - Fondo per l’Ambiente Italiano ETS. Dopo oltre 25 anni, la Fondazione Portaluppi termina la sua attività e, in accordo con le Soprintendenze competenti, trasferisce l’intero prezioso archivio di disegni, libri, documenti e arredi al FAI, che darà nuova sede a questo patrimonio negli spazi di Villa Necchi. La dimora nel cuore di Milano, progettata dallo stesso Piero Portaluppi nel 1932 e donata nel 2001 dalle sorelle Necchi al FAI, è divenuta negli anni uno dei luoghi che più ha promosso la conoscenza dell’architetto milanese al largo pubblico, e ancor meglio d’ora in poi potrà raccontarne la storia, raccogliendo il testimone della Fondazione Piero Portaluppi, nata nel 1999 dagli eredi di Portaluppi proprio con l’intento di costituire un centro di studi, ricerca e divulgazione sulla sua opera.

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Saranno custoditi ed esposti a Villa Necchi - trasferiti dalla storica sede della Fondazione Portaluppi, un edificio da lui stesso progettato alla fine degli anni Trenta in via Morozzo della Rocca - migliaia di documenti, disegni, progetti - tra cui quello della stessa Villa Necchi -, fotografie d’epoca, appunti e schizzi autografi, ma anche cartoline e video che testimoniano le relazioni dell’architetto con celebri personaggi, intellettuali, architetti e artisti che hanno fatto la storia del Novecento, da Filippo Tommaso Marinetti a Fortunato Depero, da Marcello Piacentini a Gio Ponti ai BBPR (Banfi, Belgiojoso, Peressutti, Rogers), da Arturo Toscanini a Maria Callas, e molti altri.

E inoltre, alcuni dei libri della biblioteca dello stesso Portaluppi, e centinaia di libri e riviste di storia dell’architettura, collezionati invece dalla Fondazione Portaluppi negli anni, saranno, come tutto il resto dell’archivio, non solo esposti, ma anche disponibili alla consultazione e allo studio, in accordo e collaborazione con Soprintendenze e Politecnico. Infine, una ventina di mobili e oggetti, disegnati e usati da Piero Portaluppi, tra scrivanie, armadi, sedie e divani che arredavano la sede della storica Fondazione, e che saranno allestiti, e quindi permanentemente esposti, a Villa Necchi negli spazi del sottotetto riprogettati dall’arch. Piero Castellini Baldissera, nipote di Piero Portaluppi.

L’esposizione sarà inaugurata a maggio 2026, e sarà una consistente aggiunta al percorso di visita di Villa Necchi, che si arricchisce di ulteriori contenuti. Inoltre, grazie a questo materiale ricco e vario il FAI si impegna a realizzare anche mostre temporanee, visite e iniziative speciali, volte ad approfondire e diffondere ulteriormente la conoscenza della figura del celebre architetto e della sua opera così significativa per la storia della città d Milano.

“Il proposito di donare al FAI il patrimonio della Fondazione Piero Portaluppi a Villa Necchi Campiglio, perché lo conservi e lo valorizzi per sempre e per tutti assieme alle collezioni Claudia Gian Ferrari, Alighiero e Emilietta De’ Micheli e Guido Sforni, nasce da quello stesso ceppo di famiglie milanesi che ritengono un loro dovere condividere con la collettività un nucleo importante e rappresentativo delle proprietà di famiglia. La devoluzione al FAI dell’intero patrimonio della Fondazione Piero Portaluppi, che è stata un’importante protagonista  della vita culturale milanese dal 1999 ad oggi nella storica sede di via Morozzo della Rocca, è un grande onore che gli eredi del celebre architetto riservano al FAI, che grato e consapevole dell’importanza e del peso della nuova responsabilità affidatagli, si impegna a dare il massimo risalto a un capitolo importante della storia di Milano, della quale Piero Portaluppi fu un protagonista indiscusso”, ha dichiarato Marco Magnifico, Presidente del FAI.

“Negli ultimi due o tre anni con mia sorella Anna e mio fratello Piero abbiamo preso atto che la continuità della Fondazione Piero Portaluppi non poteva più basarsi solamente sull’impegno dei famigliari. Nella valutazione di chi avrebbe potuto dare continuità alla vita della Fondazione e disponesse anche di spazi adeguati, la scelta unanime fu quella di proporre al FAI la donazione dell’intero archivio, della biblioteca e di vari oggetti. In considerazione della storica stima verso il FAI culminata nella collaborazione del ripristino di Villa Necchi abbiamo quindi accolto con entusiasmo la proposta di ospitare in alcuni spazi della villa stessa tutto il materiale appartenente alla FPP. Nel decidere la donazione abbiamo sentito anche il desiderio e la speranza di far conoscere non solo Piero Portaluppi architetto ma anche disegnatore, umorista, enigmista, collezionista di orologi solari, autore di filmati, uomo curioso e ironico” le parole di Letizia Castellini Baldissera, Presidente Fondazione Piero Portaluppi.

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"Un gioiello dell'offerta architettonica e culturale di Milano, firmato all'architetto Portaluppi, custodito e valorizzato dal FAI, si arricchisce oggi del patrimonio di progetti e disegni che lo stesso architetto ha realizzato nel corso della sua carriera - commenta la Presidente del Consiglio comunale, Elena Buscemi -. Villa Necchi Campiglio si trasforma così nell'opera che conserva in sé, e mostra al mondo, il lascito artistico e professionale del suo ideatore. Un'operazione che ha qualcosa di poetico e che permette a questo monumento, e all'offerta culturale italiana, di arricchirsi incredibilmente, facendo di questa meravigliosa villa milanese un luogo ancora più prezioso e interessante da visitare".

“Con la devoluzione dell’intero patrimonio della Fondazione Portaluppi al FAI, autorizzata dal Ministero della Cultura (Soprintendenza Archivistica e bibliografica della Lombardia) dopo la ricognizione del patrimonio già vincolato nel 1999, oggi trovano la loro sede ideale negli spazi di Villa Necchi - sintesi tra tradizione e modernità, già donata al FAI nel 2001: la biblioteca personale (con il singolare fondo di “gnomonica”) e l’archivio di Piero Portaluppi, costituito da materiali tanto cartacei e fotografici quanto da prototipi, nonché i fondi bibliografici di architetti e designers che la Fondazione ha acquisito e conservato nel corso degli anni, come quello di Luciano Canella, per citarne uno soltanto. L’operazione rientra appieno nelle finalità istituzionali del Ministero della Cultura che vigila costantemente affinché gli archivi non solo vengano tutelati ma anche conosciuti e fruiti da un pubblico sempre più vasto ed eterogeneo in modo che non si perda mai quel valore di testimonianza insito nel patrimonio che questo straordinario architetto milanese ha prodotto nel corso del ‘900. Si tratta di una 'parte importante' di storia dell’architettura che lo Stato ha il dovere di tutelare, proteggere e rendere fruibile grazie a iniziative virtuose come quella di oggi e alla imprescindibile necessità che la 'memoria', grazie alla tutela e alla conoscenza del patrimonio archivistico e bibliografico, possa sempre essere tramandata a tutti”, conclude Francesca Furst, Soprintendente Archivistico e Bibliografico della Lombardia.