Come cambia il design. Intervista ad Anna e Paolo Bartoli di Bartoli Design

Come sta cambiando il lavoro del designer soprattutto alla luce della recente emergenza?
Quello che abbiamo vissuto in questi ultimi mesi ci ha portati a ripensare l’organizzazione del lavoro, sperimentando un nuovo modo di relazionarci con i clienti. Lavorare da remoto non è stato un problema, in quanto la nostra professione non richiede necessariamente la presenza. In effetti, molti rapporti di lavoro si svolgono già con questa modalità, in particolare con i clienti stranieri. Ci siamo resi conto che molti momenti d’incontro si possono organizzare anche senza la presenza fisica, grazie alle tecnologie digitali. Abbiamo visto che lavorare da remoto ha portato, già nel breve periodo, un grande giovamento alla salubrità delle città: minori spostamenti equivalgono a minore inquinamento.
Cogliamo questa occasione per cambiare: l'esperienza ci deve insegnare a non temere il cambiamento e a capire come, ognuno di noi nel suo piccolo, possa contribuire a migliorare la qualità della vita di tutti. Credevamo già in questi valori e ci impegneremo ancor di più per ideare insieme alle aziende percorsi di sostenibilità. Essere avanti in questa direzione deve diventare volontà comune e non semplice slogan slegato da effettivi atti concreti.

La pandemia ha posto una serie di riflessioni sul ruolo della progettazione e dello sviluppo di nuovi prodotti. Quali pensiate possano essere gli insegnamenti da trarre e quali le strategie per uno sviluppo sostenibile?
L’esperienza di questi mesi pensiamo che abbia portato molte persone a riflettere sul valore degli oggetti che acquistiamo ed usiamo, generando una nuova coscienza collettiva che si discosti dal modello consumistico usa-e-getta. Queste considerazioni in realtà non ci sono nuove, infatti da diversi anni come Studio ci siamo impegnati in ricerche progettuali che portino i nostri prodotti a essere davvero sostenibili, nel tentativo di ridurre al minimo il loro impatto ambientale. Stiamo proponendo alle aziende di lavorare in questa direzione: abbiamo infatti sviluppato una serie di progetti che rispondano a queste esigenze, con proposte concrete. Affrontare questo tema non è facile: da una parte le aziende devono sviluppare un percorso globale di sostenibilità che affronti a 360° tutte le attività aziendali. Dall’altra parte, si trovano a doversi confrontare con una miriade di certificazioni ambientali molto eterogenee e costose. Nonostante tutti questi sforzi, gli utenti faticano ancora a percepire la sostenibilità dei prodotti. Abbiamo quindi pensato di iniziare ad affrontare il problema, puntando su due aspetti fondamentali facilmente percepibili dall’utente finale: la durabilità del prodotto e la scelta di materiali e processi produttivi già certificati in origine a basso impatto ambientale. Dove possibile abbiamo inoltre suggerito di ridurre la varietà dei materiali ed eliminare finiture superficiali che possano inibire il riciclo dei componenti. Adottando l’assemblaggio a secco ed evitando l’uso di collanti, il dis-assemblaggio dei prodotti è realmente possibile, rendendo più semplice manutenzione, riuso, riciclo o dismissione del prodotto a fine vita. La durabilità del prodotto va però pensata non solo in termini fisici, ma anche a livello psicologico ed emozionale: cerchiamo di progettare prodotti che possano travalicare le mode del momento, che possano accompagnarci per una vita. Il nostro approccio si potrebbe sintetizzare in questo motto: “meno prodotti, progettati e prodotti meglio”.

Emerge anche il tema della centralità della casa, messa a dura prova da un lungo periodo di convivenza forzata. Come dovranno essere le case del futuro in termini di ambienti, spazi, materiali e tecnologie utilizzate?
Questa pandemia ci ha mostrato come le nostre abitazioni, alle quali siamo già abituati a dare grande attenzione, possano diventare multifunzionali e quindi anche luogo di lavoro, svago, relax. Abbiamo capito come gli spazi esterni, anche se piccoli, siano fondamentali per il nostro benessere. Abbiamo sempre sviluppato oggetti d'arredo ispirati dalla volontà di riportarci in connessione con la natura. Per questo motivo prediligiamo l'impiego di materiali naturali quali lana, pietra, legno massello, elementi che portano benessere al fisico e alla mente. Tutti abbiamo sperimentato l'attrazione e la piacevolezza di trovarci a contatto con questi materiali... un’emozione ancestrale, quasi innata. Pensiamo che sia fondamentale progettare ambienti salubri e in armonia con la natura: il nostro impegno continuerà quindi a essere orientato in questa direzione, in quanto la possibilità di mantenere un contatto con elementi e ambienti naturali impatta direttamente sul nostro benessere psico-fisico. Inoltre questi oggetti si riempiono di emozioni e ricordi: si segnano, invecchiano, cambiano colore, mutano come un essere vivente, portando in sé la traccia del tempo, della vita e questo è il loro grande fascino che si oppone all'usa e getta. Come designer affrontiamo i progetti con un nuovo atteggiamento, orientato alla sostenibilità, ponendo un’attenzione particolare ai materiali e ai processi produttivi utilizzati per realizzare prodotti che durino nel tempo, con un impatto ambientale ridotto.

Dobbiamo riportare il rispetto della natura al centro di tutto ciò che si progetta, per far sì che il prodotto sia parte armonica e non elemento di disturbo dell’ambiente in cui viviamo. Ci auguriamo quindi di trovare sempre più aziende disposte a seguirci in questi percorsi di ricerca, che ci diano l’occasione di sviluppare progetti innovativi per proteggere l'ambiente e allo stesso tempo portare benessere a chi lo abita.