Un progetto illuminotecnico per la città di Bologna, firmato dallo studio I-DEA Luce Architettura. Quaranta siti monumentali, le piazze Santo Stefano e San Domenico, 16 km di portici, le 10 porte dell’antica cinta muraria e alcune zone verdi del centro storico bolognese sono valorizzati con nuovi apparecchi luminosi, generando un risparmio energetico del 77%. Il progetto è stato celebrato dall’evento “La luce di Bologna” e da una passeggiata luminosa per le vie della città.
La mostra La luce di Bologna, in esposizione fino al 25 giugno 2024 negli spazi della Biblioteca Salaborsa, racconta l’intervento con fotografie di Oscar Ferrari e allestimento a cura di Studio Babai.
Più di 3.500 corpi illuminanti sostituiti, 680 nuovi punti luce installati, quattro mesi di rilievi e analisi, un intero anno di lavori conclusi nel 2023: sono alcuni numeri del progetto di riqualificazione illuminotecnica del centro storico di Bologna, firmato da I-DEA Luce Architettura.
Lo studio, guidato dall’architetta Lorenza Golinelli e dall’ingegnere Alberto Ricci Petitoni, è da oltre 15 anni specializzato in lighting design per città, luoghi d’arte, monumenti e spazi pubblici, ha lavorato in 280 comuni italiani, efficientandone oltre 20 solo nel 2023, e nello stesso anno ha conquistato lo IALD International Lighting Design Awards per l’illuminazione interna del Mausoleo di Teodorico di Ravenna.
Voluto dal comune di Bologna, sviluppato in accordo con la Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio e finanziato grazie al Programma operativo nazionale “Città Metropolitane 2014-2020”, il progetto si è concentrato per tutto il 2023 sull’illuminazione di 40 siti monumentali, tra cui la cattedrale metropolitana di San Pietro, due delle principali piazze cittadine - Santo Stefano e San Domenico - 16 km di portici, patrimonio dell’Umanità UNESCO, le 10 porte dell’antica cinta muraria e alcune zone verdi.
Obiettivo del piano: efficientare funzionalmente, energeticamente ed esteticamente il centro storico di Bologna, con un risparmio del 77% di energia, pari a 387 tonnellate di CO2 l’anno. L’intervento si inserisce all’interno di una iniziativa più ampia volta a dotare l’intera città di sorgenti led.
Il progetto è stato elaborato da I-DEA partendo da una meticolosa analisi dei contesti, diversi per tipologia architettonica, ubicazione, uso, storia e manutenzione. All’analisi ha fatto seguito il censimento completo di tutti i corpi illuminanti e, questione spesso trascurata, degli impianti elettrici in uso. Dopo circa quattro mesi di studio, la nuova illuminazione è stata progettata valorizzando lo spirito di ciascun luogo interpretando l’essenza stessa della luce: duplice nella sua natura, allo stesso tempo, tecnica ed emozionale. I-DEA ha adottato ovunque sorgenti luminose semplici e minimali, ad alta efficienza energetica e a tecnologia led. Ha mantenuto il più possibile strutture o impianti esistenti e ha sottoposto a restauro punti luce di particolare valore storico-artistico, come quelli che sfilano sotto gli archi del Portico del Pavaglione sul fianco di piazza Maggiore.
"Ci siamo approcciati all'illuminazione di Bologna creando una regia della luce basata sulla conoscenza approfondita delle caratteristiche urbanistiche, morfologiche e storiche di ciascun contesto - spiegano Lorenza Golinelli e Alberto Ricci Petitoni di I-DEA -.
Come 'operatori culturali', abbiamo ordinato la visione notturna del centro perseguendo una continuità visiva all’interno del perimetro dell’intervento. Utilizzando la luce come risorsa che permette di raccontare l'architettura di notte in modo diverso, sempre considerando indissolubile il rapporto tra monumenti e contesto".
Per rispondere alle particolari esigenze luminose dei portici - originale spazio pubblico e privato, cardine dell’identità urbana bolognese - è stato appositamente progettato un nuovo corpo illuminante: Bird. Traducendo l’ispirazione naturale degli uccelli che si posano sui fili della luce, è nata una soluzione che sfrutta i cavi esistenti e risponde alla doppia esigenza di fare luce al portico e alla strada. Il telaio è dotato alle estremità di due fonti led: una, rivolta verso l’alto e riflessa dal soffitto, è destinata a illuminare il portico con una luce bianca calda di 2700 K, a sottolineare la dimensione “domestica” dello spazio; l’altra, rivolta verso il basso, illumina direttamente la strada con una tonalità, meno calda, di 3000 K. Bird è stato sviluppato in collaborazione con iGuzzini, che ha fornito la sua tecnologia anche all’illuminazione di altri siti e di tutte le 10 porte d’ingresso al centro storico.
La scenografia luminosa che accende le facciate del complesso delle sette chiese di Santo Stefano è stata invece progettata con il coinvolgimento di Thorn Lighting (gruppo Zumtobel), selezionata anche per altre location del progetto. Le soluzioni adottate in piazza San Domenico sono a cura di Lumascape, mentre il restauro di tutti i corpi storici e artistici e il relamping di quelli in stile è stato affidato a Neri. Il progetto è stato realizzato delle imprese esecutrici Radar, Consorzio Innova, Omnia Impianti e Sgargi.
A raccontare al pubblico la nuova illuminazione urbana e monumentale della città c’è anche la mostra La luce di Bologna, visitabile fino al 25 giugno 2024 nella Biblioteca Salaborsa. Le immagini del fotografo bolognese Oscar Ferrari, nell’allestimento progettato da I-DEA e curato da Studio Babai, presentano il prima e il dopo dell’intervento di riqualificazione che ha modificato in modo significativo la percezione e la qualità della vita degli spazi del centro città.