Un corpo nero, in fisica, è un oggetto ideale che assorbe totalmente l’energia, re-irradiandola nell’ambiente circostante. Appoggiato su una piccola sella - al di sotto dei pendii finali della vetta - il Bivacco Matteo Corradini è un prisma scuro con profilo esagonale, incastonato nel paesaggio alpino. Un guscio metallico a protezione dalle rigide condizioni atmosferiche d’alta quota e in grado di assorbire la massima radiazione solare. Materiali e volumetria sono stati progettati in relazione al paesaggio: ripide creste di roccia scura da cui si sviluppano pendii erborsi e pietraie, completamente ricoperti di neve nella stagione invernale. Un’interferenza discreta che, come un’opera di land-art abitata, definisce punti di vista inaspettati nel paesaggio naturale.

L’involucro, grazie al materiale di rivestimento esterno e alla sua stratigrafia, garantisce un’elevata performance in termini di isolamento invernale ed estivo. Il guscio metallico protegge un piccolo ambiente realizzato in pino cembro, legno utilizzato nella tradizione alpina per la costruzione di culle e per il rivestimento delle camere da letto, per il suo profumo e per la sua facilità di lavorazione.

L’interno del bivacco è composto da un sistema di gradonate di legno che si sviluppano sui due lati corti dell’edificio, intorno a un tavolo centrale. I sei gradoni lignei, tre per parte, diventano letti per la notte mentre, durante il giorno, definiscono un sistema di sedute in aggetto sul pendio della montagna. Un nido accogliente, caldo e conviviale: un luogo di incontro a 3000 metri di altitudine, rivolto alla comunità degli alpinisti.

La forma dell’edificio è stata modellata in favore del paesaggio circostante. Due grandi vetrate si aprono sui lati corti come cannocchiali o come l’obiettivo a soffietto dei banchi ottici. Le due vetrate catturano il paesaggio, traguardando verso Nord la Val Thuras e inquadrando il Massif des Ecrins verso Sud. Il volume si appoggia a terra per 1/4 della sua superficie inferiore così da adattarsi al pendio e, al contempo, limitare il consumo del suolo. Reversibilità e sostenibilità ambientale sono un punto chiave del progetto: un’installazione leggera e a basso impatto. La progettazione ha risposto a questo obiettivo definendo un processo di prefabbricazione lignea che ha permesso un’installazione del bivacco in tempi ridotti. I moduli sono stati costrutti e pre-assemblati in officina, quindi trasportati in elicottero e riassemblati sul sito di costruzione. L’ottimizzazione di pesi e forme ha reso agevole e rapido il montaggio in alta quota e ha permesso di minimizzare il trasporto in elicottero.

Il Bivacco Matteo Corradini si trova a pochi metri dalla cima Dormillouse, in alta Valle di Susa, 2908 mslm. La vetta della Dormillouse è il punto più alto del crinale che separa la Val Thuras dalla Valle di Cervières, nel Briançonnais. Il bivacco ha vocazione principalmente invernale e primaverile: la Val Thuras è meta privilegiata per l’attività dello sci alpinismo e la Dormillouse rappresenta una delle destinazioni più frequentate della valle. La piccola sella - scelta come sito di installazione della struttura - è un punto panoramico e paesaggistico ideale per la costruzione di un ricovero d’emergenza che possa accogliere i numerosi sci alpinisti e offrire appoggio per gli escursionisti che, durante tutto l’anno, decidono di raggiungono la vetta dopo alcune ore di cammino.