In occasione del primo giorno di scuola riproponiamo l'articolo uscito su Area 176 dedicato alla scuola di Andrea Gavosto, Raffaella Valente

Il presente fragile. Un patrimonio da ripensare

L’insieme degli edifici scolastici rappresenta in Italia una delle reti più consistenti e più capillari sul territorio nazionale, diffusa dai piccoli centri delle remote aree interne del Paese, fino ai più densi quartieri delle aree metropolitane. Il Ministero dell’istruzione conta oggi circa 40.000 edifici attivi distribuiti fra tutti i livelli di scuola. Si tratta
di un patrimonio che ha subìto vicende alterne, passando da una stagione di grande attività negli anni sessanta e settanta del ‘900 a una sorta di lungo oblio fatto di manutenzioni distratte e scarso pensiero progettuale. Circa la metà degli edifici oggi in funzione è stata costruita durante la “grande stagione dell’edilizia scolastica” fra il 1958 e il 1983, anni nei quali sono stati realizzati fino a 800 nuovi edifici all’anno. Questa grande concentrazione dell’attività edilizia ci ha lasciato in eredità un patrimonio vecchio: l’età media degli edifici scolastici italiani è di circa 53 anni, con punte di 75 in Liguria e 64 in Piemonte. Nell’ultimo decennio, abbiamo assistito a un rinnovato interesse (soprattutto mediatico) per gli spazi scolastici, risvegliato soprattutto da infausti episodi di cronaca: si è trattato quasi sempre, però, di un interesse generico e poco informato. Ma che cosa sappiamo davvero sullo stato di questi immobili? Il punto di partenza di ogni politica di edilizia scolastica non può che essere la fotografia del presente. Il Rapporto sull’edilizia scolastica della Fondazione Agnelli (Laterza, 2020) ha ricostruito un quadro che aiuta a mettere a fuoco alcune questioni centrali, in particolare i limiti e le inadeguatezze delle strutture scolastiche. L’Anagrafe dell’Edilizia Scolastica, istituita con la legge 23 nel 1996, è la principale fonte dei dati: in essa è censito circa il 90% dei plessi ma le schede tecniche sono in parte incomplete. La qualità delle statistiche è disomogenea a livello nazionale, con lacune ancora diffuse al Sud.

articolo completo in area 176 - Places of learning