Alvisi Kirimoto. Storia, natura, lavoro

©Studio Daido

In occasione dei 20 anni dalla fondazione dello studio internazionale di architettura Alvisi Kirimoto, Massimo Alvisi e Junko Kirimoto raccontano la loro storia e i progetti che hanno realizzato nella monografia “Alvisi Kirimoto. Storia, Natura, Lavoro”.
Il dialogo con la natura, la rigenerazione urbana e l’attenzione ai temi sociali sono il tratto distintivo dello studio, fondato a Roma nei primi anni Duemila da Massimo Alvisi e Junko Kirimoto, insieme nella vita e nella professione. In due decenni di attività lo studio ha realizzato numerosi interventi in Italia e all’estero, raccolti insieme per la prima volta nel volume. Il titolo parte da tre temi ricorrenti, che rappresentano la chiave di lettura per ripercorrere i lavori più significativi dello studio, che spaziano dall’architettura, all’urbanistica, dagli interni al design.

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"Spesso ci dicono che i nostri progetti sono sempre diversi e noi rispondiamo: come potrebbero essere uguali? Non è possibile. Ogni progetto ha la sua storia e noi abbiamo la responsabilità di creare idee uniche, costruite intorno al luogo e alle esigenze della comunità come del singolo e in grado di raccontarne la storia e costruirne una nuova", raccontano i fondatori dello studio.
Fondendo la sensibilità italiana e quella giapponese, lo studio si distingue per l’approccio sartoriale alla progettazione. Massimo, ha un’attenzione particolare alla dimensione urbanistica e collettiva; più artistica è la visione di Junko, vincitrice del Premio d’Oro Tesi di Laurea assegnato dal Japanese Institute of Architects, la cui mano si rivela nella cura minuziosa del dettaglio e nella concezione minimalista. Due profili complementari, che condividono con il loro team un modo di lavorare appassionato e rigoroso e una metodologia progettuale fondata sul dialogo e sulla sperimentazione, che costruisce spazi disegnati attraverso la luce.

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Vincitore di vari concorsi e premi internazionali - tra i tanti la menzione d’onore al premio EU Mies van der Rohe nel 2021, l’International Architecture Award 2021 del The Chicago Athenaeum, il Premio Speciale alla XII edizione del Premio Internazionale Architettura Sostenibile Fassa Bortolo nel 2017, Alvisi Kirimoto costruisce di volta in volta un’opera rispettosa e iconica al tempo stesso, che coniuga elementi artificiali e naturali, e interpreta appieno l’identità del luogo.

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256 pagine compongono il volume, dalla copertina total white, un omaggio all’approccio essenziale dello studio e ai progetti ancora da scrivere e immaginare. Un corpus di lavoro ben sintetizzato nell’introduzione firmata dallo scrittore e critico d’architettura Philip Jodidio: “L’esperienza ventennale di Alvisi e Kirimoto li ha resi sicuri di una cosa: per realizzare i loro progetti ci sono ‘metodi e processi’ che condividono a prescindere dalla tipologia. Le loro opere si raccontano attraverso le ombre, le luci, i materiali lasciati a vista e il dichiarato desiderio di essere universali unito all’accettazione che tutto, anche una parete di cemento, cambia con il tempo ed è quindi effimero. Ma il punto non è tanto la parete quanto lo spazio vuoto formato dagli architetti, uno spazio ‘creato apposta per essere riempito’”.

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