architect: unparelld’arquitectes

location: Olot, Spagna

year: 2019

La casa Can Sau si trovava nel centro storico di Olot, dove oggi le demolizioni non sono insolite. Dato che metà dell'edificio è stato demolito in seguito al rifacimento della strada, questo aveva lasciato un vuoto urbano caratterizzato da un muro di cinta e quattro contrafforti a gradoni adiacenti alla facciata laterale della chiesa del santo patrono di Olot. Un intervento da parte dello studio unparelld’arquitectes che interviene in un paesaggio urbana fortemente provato da lotti abbandonati, perdita della forma urbana originaria, deturpazione della strada, distruzione del paesaggio ordinario. Su richiesta del comune si decide di trasformare questo piccolo lotto abbandonato in un luogo di socialità ritrovata. Da questi frammenti urbani, nati per esigenze puramente tecniche, vengono ideate navate open air. Le volte a botte in mattoni , rimando in sezione della chiesa su cui nasce, conferiscono all’insieme una certa monumentalità, malgrado la sua scala ridotta.

Con il mattone è stato costruito uno scenario di emergenza che completa ciò che i contrafforti suggeriscono, rivelando sullo sfondo le tracce dell'attività domestica segnate sul muro della festa. Una costruzione con tre volte a botte e quattro nicchie si offre alla città come spazio pubblico. Una porosità del materiale che rispecchia la porosità alla quale questa architettura si predispone: luogo di incontro e vivacità. Quello scambio umano necessario alla vita della comunità e della città.

Completano l'intervento elementi allegorici alla storia del quartiere dell'artista  visivo Quim Domene posti nelle nicchie della facciata.