Nel 2025 Alessandria rende omaggio a Ignazio Gardella, a 120 anni dalla nascita, con una grande mostra dedicata al suo straordinario contributo all’architettura del Novecento. “Ignazio Gardella. Progettare la città” sarà ospitata nelle Sale d’Arte dal 18 dicembre 2025 al 16 marzo 2026, raccontando l’opera e il pensiero di uno dei protagonisti più raffinati e lucidi del razionalismo italiano.

Curata da Emanuele Piccardo, critico e storico dell’architettura, l’esposizione nasce da una sinergia tra Comune di Alessandria, ASM Costruire Insieme, Archivio Storico Gardella e plug_in, con la collaborazione dell’Ordine degli Architetti PPC di Alessandria, Ance Alessandria e dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Alessandria. Una rete istituzionale che testimonia il profondo legame tra l’architetto milanese e il territorio dove mosse i primi passi del suo percorso.

Figura chiave del modernismo italiano, Ignazio Gardella avviò la propria attività ad Alessandria nel 1928, proseguendo l’eredità dello studio paterno fondato da Arnaldo Gardella e Luigi Martini, specializzato in architetture sanitarie. Dopo la laurea in ingegneria al Politecnico di Milano e in architettura allo IUAV, Gardella riuscì a fondere la precisione tecnica con la ricerca formale.
Nel 1939, durante un viaggio in Finlandia con Giuseppe Pagano, incontrò Alvar Aalto, una figura che influenzò profondamente la sua visione progettuale.

Nel 1955 gli fu assegnato il Premio Olivetti per l’Architettura, che ne riconobbe il rigore morale e la capacità di coniugare essenzialità costruttiva e libertà espressiva: “l'essenzialità costruttiva, l'aderenza funzionale, l'uso schietto dei materiali potevano essere attributi eminenti di una libera fantasia accompagnata da un rigore morale”.

La mostra indaga diciassette opere realizzate tra Alessandria, Milano, Genova e Venezia, attraverso disegni originali, schizzi, documenti e fotografie. Le immagini di Marco Introini ed Emanuele Piccardo si affiancano a quelle storiche di Gabriele Basilico, componendo un racconto visivo che svela la capacità di Gardella di “progettare la città” attraverso architetture pensate come parti vive del tessuto urbano.

La prima sezione è dedicata ai progetti alessandrini, dove si forma il suo linguaggio. Capolavori come il Dispensario Antitubercolare (1933–1938) e la Casa per Impiegati Borsalino (1948–1952) rappresentano momenti chiave del razionalismo italiano. Seguono il Sanatorio Vittorio Emanuele III, la Chiesa del Sanatorio, il Laboratorio di Igiene e Profilassi, il Padiglione Pediatrico Cesare Arrigo, la Taglieria del pelo Borsalino e l’Istituto Tecnico Industriale A. Volta.

La seconda sezione amplia lo sguardo, mostrando come Gardella abbia rielaborato la “lezione di Alessandria” in altri contesti: dall’INA-Casa e la Chiesa di Cesate, fino alla Chiesa di Sant’Enrico a San Donato Milanese, la Casa ai Giardini d’Ercole a Milano, la Casa Cicogna a Venezia, il Piano Particolareggiato di San Donato e San Silvestro e la Facoltà di Architettura di Genova.

La mostra è accompagnata dal volume Ignazio Gardella. Progettare la città, edito da plug_in e curato da Emanuele Piccardo, un’opera di 400 pagine che raccoglie saggi di Luca Guido, Gregorio Carboni-Maestri, Roberto Livraghi, Andrea Vergano, Angelo Lorenzi, Claudia Cavallo e Pierluigi Serraino. Il libro presenta inediti materiali d’archivio – lezioni universitarie, testi radiofonici, interviste – che restituiscono la profondità del pensiero di Gardella.

Il programma prevede anche un Convegno nazionale, un reading dedicato a Mario Mantelli, studioso che contribuì a diffondere l’opera di Gardella, e una serie di visite guidate alle architetture alessandrine, in collaborazione con l’Ordine degli Architetti PPC di Alessandria e l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Alessandria. Chiude il ciclo il convegno “Ignazio Gardella e la Liguria” presso la Fondazione Ordine Architetti PPC di Genova.