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architect: Alberto Campo Baeza

location: Cadice, Spagna

year: 2014

A Cadice, in un luogo meraviglioso, quasi un paradiso terrestre, abbiamo realizzato un piano infinito che si affaccia sull’infinità del mare, un progetto residenziale tra i più radicali mai realizzati dallo studio. Al confine con le acque dell’oceano Atlantico, quelle acque che collegano il vecchio e il nuovo mondo, emerge una piattaforma in pietra; collocata nel punto in cui, in passato come oggi, tutte le navi che arrivano dal Mediterraneo transitano dirette verso l’Atlantico. È in questo luogo che abbiamo costruito una residenza che si protende verso il mare, come un molo; un’abitazione che si presenta come una pedana, su cui poggia, come una corona, un altro piano orizzontale. Da tale piano orizzontale, ben delineato, spazioso, nudo è possibile osservare l’orizzonte lontano, quella linea tracciata dal mare, dietro la quale scende il sole al tramonto. È un piano orizzontale alto, in travertino romano, una pietra che ricorda la sabbia e rende la costruzione una distesa infinita che si protende verso l’infinito del mare. Niente di più e niente di meno.

Per realizzare il suddetto piano orizzontale sollevato, che ospita la principale zona living dell’abitazione, abbiamo costruito una grande scatola di venti metri di larghezza e trentasei metri di profondità; al di sotto dei primi dodici metri, abbiamo ricavato, scavando la roccia, due piani su cui si sviluppa l’intero spazio abitativo. I romani giunsero in questo luogo qualche secolo fa; poco distante dal sito si trova la cittadina di Bolonia, con le rovine dell’antica “fabbrica”  romana per la lavorazione del pesce, in cui si produceva il garum, e gli antichi templi pagani. È in onore di tale civiltà che abbiamo realizzato l’abitazione, un edificio che ricorda un’acropoli in pietra, o meglio, in travertino romano. Per conferire maggiore forza alla piattaforma abbiamo incorporato il terreno circostante, che arriva a lambire il muro di accesso all’abitazione, quello che la separa dalla strada, anch’esso in travertino. Superato tale muro, si accede all’abitazione attraversando una “trincea”, che assume le sembianze di una scalinata, ricavata scavando nella parte superiore della piattaforma.  Un poeta greco definirebbe la costruzione un vero temenos, un luogo di incontro in cui, secondo la tradizione mitologica, umani e Dei potevano ritrovarsi. Sul piano nudo si ergono tre pareti che proteggono dai forti venti del luogo; è come se, a volte, venisse aperto il sacco di Eolo e ne uscissero tutti i venti esistenti, gli stessi venti che gonfiavano le vele del vascello di Ulisse, nel suo viaggio verso casa. C’è un delizioso acquaforte di Rembrandt del 1665 “Cristo presentato al popolo” che ho sempre trovato affascinante; il pittore raffigura in tale immagine una linea orizzontale diritta, perfettamente diritta e perfettamente orizzontale, questa segna il confine di un palco importante, un podio su cui si svolge la scena. Nell’acquaforte, così come spesso farà Mies, il piano è tramutato in linea. Sono certo che Rembrandt e Mies apprezzerebbero la nostra abitazione-podio, tutti i tipi di podio, solo podi. Lo stesso apprezzamento arriverebbe da Adalberto Libera, che ha fatto esattamente lo stesso, nel suo progetto per la residenza Malaparte di Capri; progetto che ci piace. Guardando la nostra residenza dalla spiaggia, ci vengono in mente tutti questi esempi. Volevamo che questa abitazione non solo fosse in grado di fermare il tempo, ma che potesse rimanere impressa nella mente e nel cuore dell’umanità come “la casa dell’infinito”.